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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 18.1915

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Fasc. 4
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Rossi, Angelina: Le Sibille nelle arti figurative italiane, [3]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24142#0486

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452

ANGELINA E OSSI

rende immagine della prima oscura rivelazione apparsa alla coscienza della donna, rivelazione
che si viene sempre più precisando, per assumere chiarezza piena e intera nella Delfica.

Seguono la Cumana e la Persica entrambe vecchie, entrambe ansiose di penetrare un
arcano che alla prima soltanto è in piccola parte svelato. Vecchia di una potente vecchiezza,
la Sibilla Cumana (fig. 28) siede tutta intenta alla lettura d’un passo già noto e come di nuovo
cercato. Vestita di una leggerissima tunica, che lascia scorgere le forme del torace non inde-
bolito dagli anni, ha sulle spalle un mantello che le avvolge anche la parte inferiore del corpo.
Un drappo le recinge il capo a mo’ di piccolo berretto. Regge con le mani il libro aperto e
appoggiato sullo stesso sedile. Quel viso rugoso, quella fronte aggrottata, per esprimere lo
sforzo dell’attenzione, quell’occhio velato, stanco, quella bocca sdentata (fig. 29), semiaperta per
lo stupore della lettura, hanno un intensità di espressione, una forza di rilievo, che è impos-

Fig. 32 — Michelangelo : Sibilla Delfica
Roma, Cappella Sistina.

sibile descrivere. Nel dire di Alcina ritornata nella sua vera figura, ebbe presente l’Ariosto
la Cumana di Michele, più che mortai angel divino?1

Pallido, crespo e macilento avea
Alcina il viso, il crin raro e canuto

Ogni dente di bocca era caduto ;

Chè più d’Ecuba e più della Curnea
et avea più d’ogni altra ornai vissuto.2

Le forme vigorose, forse anche troppo, della Cumana corrispondono all'ideale atletico che
il Buonarroti aveva concepito in contatto con le forme dell’arte classica. Alla sinistra della Veggente
due putti si tengono l’un l’altro abbracciati, intenti anch’essi ad osservare e a cercare d’in-
tendere il senso arcano del vaticinio. Sono due piccoli ercoli dalle forme gagliarde e solide.
La impressione, che cagionano all’osservatore la mancanza nella Sibilla di qualsiasi segno di
femminilità e la scarsa corrispondenza della testa quasi serpentina al tronco, cessa del tutto
o s’attenua di molto, se rievochiaamo alla fantasia le forme prestate dal popolo alle sue vecchie
indovine, che non conobbero se non l’acre voluttà del vaticinio.

Opportunamente fu comparato dall’Hencke l’atto della Cumana a quello di Faust, che
si accinge a rileggere il testo, a lui già noto, del Vangelo di S. Giovanni. La Sibilla ufficiale
di Roma, all’annunzio della venuta in terra del Figlio di Dio, ricorre col pensiero al vecchio
carme che prometteva la nuova età e lo cerca e lo ritrova e vi ferma lo sguardo, con un

1 Orlando Furioso, c. XXXII, st. 2.

2 Orlando Furioso, st. 93.
 
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