e di antichità figurata
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di Giustiniano (a. 527-565), e durarono lungamente in appresso
nella corte bizantina. La imperatrice Teodora, consorte di Giusti-
niano, ne ha una simile nel ben noto musaico di Ravenna, che
la esprime presente alla consecrazione della chiesa di s. Vitale
(Ciampini Vet. Monim. cet. voi. II, tav. XXII): nè molto di-
versa è quella dell'istesso imperatore in altro musaico della chiesa
di s. Apollinare di detta città (ibid. tav. XXV). Una pur simi-
gliante ne portano i busti di Giustino II e di Sofia, battuti nelle
loro monete ; e dicasi altrettanto di quella che, medesimamente
nella moneta di lui, cinge il capo a Tiberio Costantino (Sabatier
Descr. des monn. bysant. I pi. XXI, 13, 14; pi. XXIII. 7, 8).
Dalla corte bizantina sembra che l'uso di questo speciale arredo
derivasse nei re ostrogoti, i quali non molto prima di quei tempi
si erano insignoriti dell'Italia, e che talvolta nella loro moneta
battono, insieme con la propria effigie, quella del monarca di
Oriente, del quale si procacciavano acquistarsi la benevolenza e
l'appoggio. Egli è certo che di una corona di fattura consimile
vanno insignite le teste di Teodato e di Totila, o Baduela, vissuti
nei medesimi tempi di Giustiniano (ibid. pi. XVIII, 24, 25 ;
pi. XIX. 3, 9). E dirò anzi, che niuna delle corone rappresen-
tate nei monumenti suddetti si accosta tanto per la forma alla
nostra, quanto quella che porta il re Teodato, in due sue monete
di rame, che desunte dalle tavole citate del Sabatier ho fatto
riportare nella tavola annessa a questo scritto, per servire di
confronto al monumento di che ci occupiamo.
La corona della nostra augusta ha la forma di un gran ber-
retto rotondo, molto rigonfio presso la base, che copre la testa
dalla fronte all'occipite, nascondendo assolutamente i capelli, e
quasi del tutto le orecchie. E decorato con fili di perle addop-
piati, due de' quali, partendo di presso alla base, vanno ad incro-
cicchiarsi sull'alto ; nel qual punto rimangono le tracce di un
ornamento distaccato, che vi si ergeva; forse una croce, un globo,
od altro, che servisse come di ansa al berretto. Un'altra doppia
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di Giustiniano (a. 527-565), e durarono lungamente in appresso
nella corte bizantina. La imperatrice Teodora, consorte di Giusti-
niano, ne ha una simile nel ben noto musaico di Ravenna, che
la esprime presente alla consecrazione della chiesa di s. Vitale
(Ciampini Vet. Monim. cet. voi. II, tav. XXII): nè molto di-
versa è quella dell'istesso imperatore in altro musaico della chiesa
di s. Apollinare di detta città (ibid. tav. XXV). Una pur simi-
gliante ne portano i busti di Giustino II e di Sofia, battuti nelle
loro monete ; e dicasi altrettanto di quella che, medesimamente
nella moneta di lui, cinge il capo a Tiberio Costantino (Sabatier
Descr. des monn. bysant. I pi. XXI, 13, 14; pi. XXIII. 7, 8).
Dalla corte bizantina sembra che l'uso di questo speciale arredo
derivasse nei re ostrogoti, i quali non molto prima di quei tempi
si erano insignoriti dell'Italia, e che talvolta nella loro moneta
battono, insieme con la propria effigie, quella del monarca di
Oriente, del quale si procacciavano acquistarsi la benevolenza e
l'appoggio. Egli è certo che di una corona di fattura consimile
vanno insignite le teste di Teodato e di Totila, o Baduela, vissuti
nei medesimi tempi di Giustiniano (ibid. pi. XVIII, 24, 25 ;
pi. XIX. 3, 9). E dirò anzi, che niuna delle corone rappresen-
tate nei monumenti suddetti si accosta tanto per la forma alla
nostra, quanto quella che porta il re Teodato, in due sue monete
di rame, che desunte dalle tavole citate del Sabatier ho fatto
riportare nella tavola annessa a questo scritto, per servire di
confronto al monumento di che ci occupiamo.
La corona della nostra augusta ha la forma di un gran ber-
retto rotondo, molto rigonfio presso la base, che copre la testa
dalla fronte all'occipite, nascondendo assolutamente i capelli, e
quasi del tutto le orecchie. E decorato con fili di perle addop-
piati, due de' quali, partendo di presso alla base, vanno ad incro-
cicchiarsi sull'alto ; nel qual punto rimangono le tracce di un
ornamento distaccato, che vi si ergeva; forse una croce, un globo,
od altro, che servisse come di ansa al berretto. Un'altra doppia