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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 2) — Florenz, 1786

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https://doi.org/10.11588/diglit.3577#0069

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 5i

LXIII.

ISIDE

OPERA DI D IOSCORIDE,

Incifa in Corniola.

NEL MUSEO DEL DUCA DI BRACCIANO.

AJefta gemma maraviglia dell'arte d'incidere, niente altro a mio credere può rapprefen-
tare che la Dea Ifide. Quella Dea la più bella dei fuoi tempi fu fpofata da Api Rè
degli Egizziani (i) ; imperocché fi vedono da quefta tefta di faccia, cinta di fafcia
Reale, fpuntare due cornette, caratteriftico di quefta Deità (2), ed il collo ornato di un bellif-
fimo vezzo di perle .

Già è abbaftanza noto, che Ifide ed Io fono una iftefla Deità (3). Io mi abuferei della
pazienza dei lettori, fé volefli riportare tutti i diverfi fentimenti degli antichi fcrittori intorno
a quefto nume, per provare che quefta Dea è ftata adorata fotto la figura di Cerere, di Giunonef
della Luna, di Cibele, di Proferpina, di Teti, di Diana, di Ecate, di Rammifia, di Bellona,
finalmente di Venere, di maniera che quefta Dea è chiamata da Plutarco (4) Myrionima, cioè di
mille nomi, e così è lodata nelf ifcrizione riferita da Oifelio (5), ed emendata dal Grutero (6).
TE • T1BI •
VNA • QVAE -

ES • OMNIA • Arrio Balbino uomo Confolare fa quefto voto a te

DEA • ISIS • folamente, o Dea Ifide, che fei tutte le cofe.

ARRIVS • BAL
BINVS • V. C.
Ed all'argumento, del quale fi tratta, pare che li convengano le parole di Apuleio del lib. XI.
delle Metam. ove introduce P iftefla Dea a parlare. Ecco io fono preferite mojfa dalle tue preci, 0
Lucio, io Natura Aladre di tutte le cofe, la Signora di tutti gli elementi, la Jlirpe principiante dei
fecali, la fuprema dei numi, la Regina dell' inferno, la prima degli Dei cele/li, la faccia uniforme degli
Dei, e delle Dee, ed a i miei cenni ubbidifcono gli afri del Cielo, i venti falubri del Mare, e il
deplorabile filenzio dell'inferno, il di cui unico Nume con figure diverfe, con rito vario, con mol-
tiplice nome tutto il mondo venera. 1 Frigii mi chiamano Pejfnuntica Madre degli Dei, gli Ateniefi
la Cecropia Minerva, i Cipriotti nuotatori la Venere di Pafo, i Cretenfi faettiferi Diana Dictinna,
i Siculi trilingui la Sligia Proferpina, gli Elea/ini l'antica Dea Cerere, altri Giunone, altri Bel-
lona, altri Ecate, altri Ramnufia, e gli Etiopi che fono illuminati dai raggi che cominciano del Dio
Sole nafcente, e gli Arii, e gli Egizziani che poffeggono /'antica Sapienza, adorandomi certamente
colle proprie cerimonie, mi chiamano col vero nome Regina Ifide. Ciafcuno potrà congetturare fa-
cilmente quefta gemma riferirli alle Pantee, ed efiere ftata efprefla dall'artefice Giunone, Ve-
nere, e la Luna; Imperocché la fafcia Reale conviene a Giunone, come fi vede la tefta di

G 2 Giu-

(1) Natal. Com. Mytholog. lib. 8. e. 18.

(2) Erodoto lib. 2. e. 41. Imperocché il Jìmulacro (f 1/ìde
e femminile ornata colle corna dì love, conforme e deferitta
Io dai Greci. E da Plutarco de Ifide è detta Kfp««-p«p«s cioè
che porta le corna. Vedi fopra di ciò Spanemio nella
quinta differtazione de afa & Praefi. Numifm. e Diod. Sic.
lib. 1. p. 15 e principalmente Filoftrato lib. 1. e. 19.
p. 23. E' Io (dice) figlia a" Iliaco , dalle di cui tempia efeo-
no fuori delle piccole corna . Vedi una tefta d' Ifide , dalla
quale fpuntano le corna nel voi. 1. dei Bufti del Mufeo
dell'Ercolano p. 273. e gì'Illuftratori.

(3) Apollodoro Bib. lib. 2. p. 268. e Ovidio lib. 1. Me-

tam. v. 728. Della favola d'Ifide vedi Boccaccio Genael.
degli Dei lib. 4. p. 73.

(4) Plut. de Ifide v. 2. p. i6"o. Grutero Infcr. p. 83.
n. ir ISIDI- MYPIONIMAE, a Ifide di mille nomi.

(5) Oifel. Comm. ad Numifm. p. 26"?. Fa qui a propo-
fito ciò che dice Plutarco d'Ifide. lo fono tuttodì che è
flato , che e , e che farà .

(6) Gruter. Infcr. p. 82. n. 2. Il Ch.' Marchefe Scip.
Maffei Art. Cr. Lapid- p. 285:. così s'efprime di quefta
ifcrizione : Infinta, & vix ex antiquo credOilis Infcriftio
TE • TIBl • me adhuc fiiffenfiim babst.
 
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