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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 2) — Florenz, 1786

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https://doi.org/10.11588/diglit.3577#0085

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pu-

s«f

MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 67

LXVII.

UNO DE' GIGANTI

OPERA DI DIOSCORIDE,

Incifa in Acqua Marina.

DEL MUSEO DEL SIG. ANTONIO M. ZANNETTI IN VENEZIA.

kAufania nell elegantiflìma detenzione della Grecia ci fviluppa la favola dei Giganti più
mpftruofa degl'ifteffi moftri in effa defcritti; imperocché dice (i): E'divulgato fra gli
Arcadi, che in queflo luogo, e non vicino a F'aliene della Tracia, che i Giganti combatterono
contro gli Dei : perciò fagrificano alle tempefte, ai lampi, ed ai fulmini. Omero non fa menzione
veruna dei Giganti neW Iliade : ma nell'Odifea ( lib. io. v. 120.) narra, che l' armata navale di
Ulijfe fu ajfalita dai Leftrìgoni uomini fomigliantijfimi ai Giganti. Introduce ancora il Re dei Feaci a
dire, che i Feaci fono projjimi degli Dei, come pure i Ciclopi, e la flirpe dei Giganti. Quefti luoghi
dimoftrano chiaramente, i Giganti e fere flati una flirpe mortale, e non generati dal Cielo, come pia
patentemente e' infegna in quei verfi :

Colui che retto coir impero avea
Ter ll avanti gì' indomiti Giganti,
Ma quel popolo immane al fin perduto,
Anch' egli venne meno .
La parola >a-v prejfo Omero moki interpretano una moltitudine di uomini. Che poi i Giganti aveffero
in vece di piedi dei ferpenti, ficcome facilmente fi rigetta con altre ragioni, così fi dimoflra princi-
palmente ejfere un ajfurdo con quefta . Un Imperator Romano andando in Antiochia intraprefe di render
navigabile per la fua armata navale V Or onte fiume della Siria, che va a sboccare con veloce
corfo nel mare, non da per tutto per le campagne, ma molto per i luoghi declivi, e feofeefi. Avendo
pertanto fatto con gran fatica e fpefa un canale, egli voltò in quel canale il fiume. Quando fi
fecco il primo canale, fu trovato unfepolcro di mattoni di undici cubiti, ed in quello un cadavere,
niente pia piccolo della fpecie umana in tutte le parti del corpo. 1 Siri avendo confultato V Oracolo
di Apollo Ciarlo, fu loro rifpoflo queflo ejfere flato Or onte di Nazione Indiano. Fin qui Paufania,
il quale benché dimoflri l'affurdità di quefta favola principalmente nella figura dei Giganti,
che terminavano le loro gambe in ferpenti, contuttociò elìdono molti antichi monumenti, e
fi trovano molti antichi Scrittori, i quali attribuifeono la medefima forma ai Giganti. Tra
quefti Ovidio (2) ; e Cornelio Severo (3) il quale elegantemente narra la guerra de' Giganti:
Umana forma infino alla cintura
Hanno i fieri Giganti, e il corpo eflremo,
Lunghe ftrifeie fegnando colla coda,
Di ferpente fquammofo al fuol s' aggira ec.
Quefta Gemma'del Mufeo Zannettiano fu pubblicata dal Chiar. Dottor Gori (4) rappre-
Tentandoli in efla uno dei Giganti, che termina le fue gambe in ferpenti, quale appunto cantò
Claudiano (5) .

I 2, La

metf 1

(i)Paufan. Arcad.lib. S. cap. 19.p. (Jóo.Macrobio poi nel
lib. 1. de Saturnali cap. 20. fcrive: Ma dei Giganti che altro fi
può credere fi non, the fiano flati una certa empia nazione dì
«omini, che negafliro gli Dei ; e per tal cagione giudicati ,
aver voluto cacciar gli Dei dal regno cele/le ? I piedi di quefti
giganti terminavano in ferpenti, lo che (tgnifica non aver e-
glino mai per/fato Milla di giujìo, e di celefle, ejfendo tutto

r andamento e proceder della lor vita indirizzato alle cofe
inferiori.

(2) Ovid. lib. ;. Faft. v. 3J. e Trift. lib. 4. eleg. 7.
Giganti che hanno i piedi di ferpente.

(3) Cornelii Severi Aethna v. 46. e feg.

(4) Gori Daayliotheca Ant. M. Zannetti tav. 33-
(;) Claudiano Gigant. v. Si.
 
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