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Bracci, Domenico Agostino
Commentaria de antiquis scalptoribus: qui sua nomina inciderunt in gemmis et cammeis cum pluribus monumentis antiquitatis ineditis, statuis, anaglyphis, gemmis (Band 2) — Florenz, 1786

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https://doi.org/10.11588/diglit.3577#0089

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MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 7i

LXVIII.

ERMAFRODITO

OPERA DI DIOSCORIDE,

luci fa in Amatifìa.

DEL MUSEO DEL SIC ANTONIO M. ZANNETTI DI VENEZIA.

NEI lib. 4. delle Metamorfosi d'Ovidio (1) ci viene baftantemente fpiegata la favola dell'
Ermafrodito :

Nacque già di Mercurio, e Citerea

Un figlio, e 7 latte da le Naiade ebbe,

Là dove in Ida fu nutrito, e crebbe.

Il nobil vifo fuo leggiadro, e vago

Ebbe dai padri un aer sì felice,

Che in lui fior gè afi V una, e l'altra imagi

Del genitore, e della genitrice (2).
Quefla gemma è fiata pubblicata con fomma accuratezza, ed erudizione dal chiar. Gori,
della quale così s'efprime (3): Si vede l'Ermafrodito ìncifo in amatifla dimoflrando un ambigua fac-
cia, ed un corpo dell'uno, e dell' altro fejfo dotato, nume compoflo da Mercurio, e da Venere, defide-
rofo dell'ozio, della quiete, e delle delizie, delle quali /'oziofa gente fi diletta. Giace sdraiato inde-
centemente vicino aWombra d'un arbore ftandò in atto di prendere un dolciffimo fonno, fiftenendo de-
licatamente col finiflro braccio la tefta. La fua chioma è accomodata fecondo la moda delle femmine, e il
deftro braccio abbandonato come opprejfo da una grande flanchezza, è ornato d'un armilla; un fanciulletto
alato fi affatica con la finifira di follevarlo alquanto, mentre fi prende la cura con pìacevol officio, di
refrigerarlo, facendoli vento con un flabello . Ed acciocché più preflo fi concila il dolce fonno, altri
due amorini addolcifcono le di lui orecchie con varia armonia, fonando uno la lira, /' altro la fijlula . Il
letto è coperto d' un fottiliffimo lenzuolo, col quale elegantijjimamente reftano involte le cofce , e
le gambe.

In quella gemma certamente fi trovano tutte l'eleganze dell'arte, le quali appena fi potreb-
bero defiderare in un quadro dipinto. Si trovano in tutto e per tutto delle gemme fomiglian-
tiffime a quefla, traile quali una ne pubblicò Agoflini (4), la quale di nuovo la produfle Maf-
fei (5); due ne dette alla luce Gori (6), una delle quali ha i fandalii, e le doppie armille alle
braccia. 11 foprallodato chiar. Antiquario aggiunge alcune erudizioni intorno ai flabelli dicen-
do (7): Un altro Cupido con un flabello fa vento , 0 per rinfrefiare il corpo, 0 per difcacciare le
vtofche. La piccola ventarola imita la foglia di Eller a , 0 una foglia particolare d' altra pianta ,
dalla quale è formata quefla ventarola ; Benché io fappia , che era coftume di comporle ancora di
penne di varii colori d' uccelli (8). Plauto (9) fa menzione delle ferve flabellifere, cioè che porta-
vano

(1) Ovid. Met. v. 188., ed Aufonio defcrifle elegan-
temente quella favola nell'Epigr. 98.

Mercurio. e Citerea a me donavo
V erigili mi/la , come mijlo il nome,
Così di corpo Ermafrodito io fono
Da due fejjì impalato, e non perfetto;
Ad un doppio piacer , d' uh doppio amore
lo godo , e /» goder nei doppio fiato.
(a) Siccome bene difle Luciano Dialog. Deor. 23. Apol.
& Bacchi voi. 1. p. 273. Queflo delicato mezz" uomo e con
faccia ambìgua , noti conofeerà certamente fé fio, un giovinetto,

e una vergine . Vedi ancora Macrobio Saturn. lib. 3. e. 8.

(3) Gori Ant. Muf. Zannetti T. $7.

(4) Agoftini Gemiti, p. 2. T. $2.

(5) Maffei Gemme p. 3. T. io.

(6") Gori Muf. Fior. voi. 1. T. 82. n. 4. e j. una fimil
gemma la riporta Spon T. io. n. 17. Mifcell. Antiq.
Seft. 1. Art. 4.

(7) Gori loc. cir. p. 1 j8.

(8) Vedi Dom. Macri Hierolexic. alla voce flahllam.

(9) Plauto nel Trinumno Act. 2. Se. 1. v. 22. Flabel-
Iiferae cioè che portanoi flabelli o fiano ventaruole. Dell'

ufo

,457',
ph£1'
 
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