a-
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI i39
LXXXIII.
TESTA SENILE-
OPERA DI MIC ONE,
Incifa in un Diafpro.
FU DI FULVIO ORSINI,
NUlla ho da aggiungere di quefta incognita tetta di quello, che ha fcritto il Chiàr. Bar.
Stofch , fé non che io fon di opinione , che quello Artefice non fia da annoverarli
tra i più celebri incifori di gemme. Una riprova fi è, che egli per far la fua opera fi
è fervito di un Diafpro, gemma molto ordinaria , e di pochiffima fìima, quando, come ab-
biamo veduto, e faremo per vedere , i più illuftri artefici fempre fi fon ferviti di belliflime,
e preziofe gemme . Ecco la fpiegazione del Bar. Stofch (i) . Tra i celebri antichi pittori Greci
è fatta menzione di Micone, il quale dipinfe in Atene una parte del Portico , che fi chiamava il
Pecile , come riferisce Plinio (2). Dipinfe ancora nella medefima città i templi di Caflore, e Polluce,
conforme dice Paufania (3) ; fu quefti anche infigne neWarte Statuaria; imperocché fece la Statua
dì Calila Atleta Ateniefe (4). Sì trova ancora un altro Micone dì Siracufa, il quale fece la Statua
equeflre , e pedeftre dì Ierone (5) ,• Ma è incerto fefia il medefimo Micone refi celebre per i fuoi
Atleti , del quale parla Plinio (6) . Ma farebbe temerità , fenza nefsuno altro argumento , di
decidere fé uno di quejli Artefici abbia incifo quefta gemma , fui fondamento della rajfomi-
glianza del nome, che fpejfo s' incontra tra ì Greci , come molto bene ojfervò Spon (7), che la
riprodujfe dalle memorie di Fulvio Orfini , ma poco efattamente difegnata . Quefta che noi pubbli'
chiamo, V abbiamo prefa da un impresone di Gafpero Gevart , che ci comunicò il Sig. van Erkel
di Rotterdam periti/fimo Antiquario . Noi /' abbiamo confrontata con quella , che è difegnata a mano
alla fine delle immagini illuftri di Fulvio Orfini nella Biblioteca dell' Illu/lrifs. e Reverendifs.
Francefco Bianchini uomo infigne nella faenza, ed in ogni forte di erudizione. L'incifore rappre-
fentò in quefta gemma 1' immagine di un uomo avanzato in età , un poco calvo, e tofati i
capelli all' ufo dei Romani, ma il di cui volto, come dice Nazario (8), maeftofo per la gravita
mefcolata con la gioja, rifplende un certo che di venerabile, e di amabile. Facilmente quello Artefice
rapprefentò 1' effigie di qualche illuftre Romano .
S 2 TE-
, 34?1
.j?*
(i) Stofch Gem. p, ;8.
(2) Pliti. lib. 3;. cap. 9.
(3) Paufan. lib. i. cap. 17. e iS.
(4) Paufan. lib. 6. cap. 6. Pittore e ftatuario.
(<;) Paufan. lib. 6. cap. ia.
(6) Plin. lib. 34. cap. 8.
(7) Spon Mifcell. Ant. feci. 4. pag. Spi.
(8)Nazarius Panegyr. Conftantino Auguiloc. 34 p. =54.
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI i39
LXXXIII.
TESTA SENILE-
OPERA DI MIC ONE,
Incifa in un Diafpro.
FU DI FULVIO ORSINI,
NUlla ho da aggiungere di quefta incognita tetta di quello, che ha fcritto il Chiàr. Bar.
Stofch , fé non che io fon di opinione , che quello Artefice non fia da annoverarli
tra i più celebri incifori di gemme. Una riprova fi è, che egli per far la fua opera fi
è fervito di un Diafpro, gemma molto ordinaria , e di pochiffima fìima, quando, come ab-
biamo veduto, e faremo per vedere , i più illuftri artefici fempre fi fon ferviti di belliflime,
e preziofe gemme . Ecco la fpiegazione del Bar. Stofch (i) . Tra i celebri antichi pittori Greci
è fatta menzione di Micone, il quale dipinfe in Atene una parte del Portico , che fi chiamava il
Pecile , come riferisce Plinio (2). Dipinfe ancora nella medefima città i templi di Caflore, e Polluce,
conforme dice Paufania (3) ; fu quefti anche infigne neWarte Statuaria; imperocché fece la Statua
dì Calila Atleta Ateniefe (4). Sì trova ancora un altro Micone dì Siracufa, il quale fece la Statua
equeflre , e pedeftre dì Ierone (5) ,• Ma è incerto fefia il medefimo Micone refi celebre per i fuoi
Atleti , del quale parla Plinio (6) . Ma farebbe temerità , fenza nefsuno altro argumento , di
decidere fé uno di quejli Artefici abbia incifo quefta gemma , fui fondamento della rajfomi-
glianza del nome, che fpejfo s' incontra tra ì Greci , come molto bene ojfervò Spon (7), che la
riprodujfe dalle memorie di Fulvio Orfini , ma poco efattamente difegnata . Quefta che noi pubbli'
chiamo, V abbiamo prefa da un impresone di Gafpero Gevart , che ci comunicò il Sig. van Erkel
di Rotterdam periti/fimo Antiquario . Noi /' abbiamo confrontata con quella , che è difegnata a mano
alla fine delle immagini illuftri di Fulvio Orfini nella Biblioteca dell' Illu/lrifs. e Reverendifs.
Francefco Bianchini uomo infigne nella faenza, ed in ogni forte di erudizione. L'incifore rappre-
fentò in quefta gemma 1' immagine di un uomo avanzato in età , un poco calvo, e tofati i
capelli all' ufo dei Romani, ma il di cui volto, come dice Nazario (8), maeftofo per la gravita
mefcolata con la gioja, rifplende un certo che di venerabile, e di amabile. Facilmente quello Artefice
rapprefentò 1' effigie di qualche illuftre Romano .
S 2 TE-
, 34?1
.j?*
(i) Stofch Gem. p, ;8.
(2) Pliti. lib. 3;. cap. 9.
(3) Paufan. lib. i. cap. 17. e iS.
(4) Paufan. lib. 6. cap. 6. Pittore e ftatuario.
(<;) Paufan. lib. 6. cap. ia.
(6) Plin. lib. 34. cap. 8.
(7) Spon Mifcell. Ant. feci. 4. pag. Spi.
(8)Nazarius Panegyr. Conftantino Auguiloc. 34 p. =54.