MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI
XC. XCI.
ACHILLE CITAREDO
OPERA DI P A A4 F I LO,
Incifa in Amatifta.
57
DEL MUSEO DEL RE DI FRANCIA.
l'Innegabile, che allorquando le Belle Arti fon pervenute alla fublimiti, e che quelli, che le
profetano, confeguifcono i premi dovuti delle loro fatiche, fi rifveglia negli animi di
tutti il defiderio, e 1' emulazione di pervenire al più alto grado di perfezione. Impe-
rocché, come dice Cicerone (i), V onore alimenta le arti, e tutti $ accendono al defiderio della gloria:
come li vedde principalmente nella Grecia, quando neh" ifteffo tempo fiorirono tanti celebri
Scultori, e Pittori. Tra quefti confeguì una principal gloria Pamfilo, facilmente pervadendomi
delle congetture di Stofch (2), eflere flato non folo fcultore, ma ancora incifore di gemme;
imperocché dice: Plinio (3) fa menzione di Pamfilo ài Macedonia, Maeftro di Apelte, che non era
meno erudito nella pittura, che nelle lettere ; /' altro Pamfilo, ( tralafciando di parlare d' un certo altro
Pamfi/o pittore, mentovato da Cicerone (4) ) fu infigne nella Scultura difcepolo di Praffitele, di cui
farla Plinio (5) ; Il Giove Ofpitaliere di Pamfilo difcepolo di Praffitele . Da ciò pub congettu-
rarfi, che s'applicaffe ad incidere nelle gemme, ed incideffe con maravigliofi artificio Achille, che fuona
la lira. Quefti fede fopra un faffo, fopra il quale ha pojla la fua vefte, della quale una parte li
copre quafi tutta la cofcia fìniftra, a cui è appoggiata la lira, che quefto Eroe fuona colla mano,
avendo il volto alzato verfo il cielo, e la bocca aperta, firmile ad uno che canta, a lato a lui è il Mo-
rtone, e a i fuoi piedi la Scudo-, nel quale è efpreffa la tejìa di Medufa, ed attorno la cor fa delle Bighe.
Quefto Scudo è ai piedi di un albero,, ad un ramo del quale è appefo il balteo, che foftiene il parazonio .
L' altra gemma del Mufeo del Duca di Devonshire poco differifce da quella del Mufeo del Rè
di Francia ; imperocché nello feudo è folamente la Tefta di Medufa ornata di ali fenza la cor fa delle
Bighe, la quale è nel Mortone . Il fentimento dell'incomparabile Incifore Gio. Pikler è, che quefto
Artefice Panfilo fi a de' tempi d' Aleflandro il Grande, e che Y altra Gemma incifa in una Cor-
niola del Duca di Devonshire fia folamente una copia di quella del Rè di Francia.
Si vede poi Achille fedente fopra i fafìì, conforme è deferitto da Giovenale (6) ; Cantava nei
putrii monti (cioè della Tenaglia). Nella noflra gemma è efpreffa la bellezza di Achille fecondo
la deferizione di Omero (7), quando dice .
il Troiano Priamo mirava attonito, E ben vedeva in quella fua fembianza,
Qual foffe il grand' Achille, e 'l fua valore, Che certamente egT era a un Dio filmile.
Già è noto , che Chirone Centauro infegnò ad Achille a fuonare la lira. Il Sig. de la Reyniere
Finanziere Generale ha un bellimmo intaglio, nel quale è efpreffo mirabilmente Chirone, che
infegna a fuonare la lira ad Achille , tale appunto come fi vede nella famofa pittura del
Mufeo Ercolanenfe. Omero fcriffe, che Achille fi dilettava del fuono della lira per follevare
1' animo fuo dalle cure, (8), e cantava fopra la lira le imprefe degli Eroi, dicendo (9) :
E tra-
11-
pt»"'
jO!
fi
ai" p?
»e°
t?
(1) Cic. Tufcul. Lib. 1. cap. 2.
(i) Gem. pag. 66.
(3) Lib. 35. cap. io.
(4) Cic. de Oratore Lib. 3. cap. ai. pag. 340.
(5) Lib. 36. cap. 5. p. 304.
(6) Sat. 7. v. aio.
(7) Iliaci, lib. 14. v. 619. vedi di Achille Citaredo
1' erudì ti dime fpiegazioni del Mul". Ercolan. Voi. 1. pag. 39.
e feg. Ed il Chiar. Manette Traité des Picrrcs T. 92.
(8) Così parla Valerio Maflìmo lib. 8. cap. S. pag. 455.
Omero ancora Poeta di divino ingegno » non altrimenti inteje con
adattar la [onora lira alle mani dì Achille, che per ricrear!
nel tempo piacevole della pace Vafprczze della guerra.
(9) Homer- Iliad. lib. 9. v. 1S6". Il cantare le lodi degli
Eroi al fuono della tibia , e della lira fu antichiflimo ,
come narra Cicerone Tufcul. lib. 4. cap. 2. pag. 4-4-
mentre dice. // graviamo autore nelle Origini Catone dijfe
ejjère fato appveffò gli antichi queflo cofiume tifi conviti , che
ili
XC. XCI.
ACHILLE CITAREDO
OPERA DI P A A4 F I LO,
Incifa in Amatifta.
57
DEL MUSEO DEL RE DI FRANCIA.
l'Innegabile, che allorquando le Belle Arti fon pervenute alla fublimiti, e che quelli, che le
profetano, confeguifcono i premi dovuti delle loro fatiche, fi rifveglia negli animi di
tutti il defiderio, e 1' emulazione di pervenire al più alto grado di perfezione. Impe-
rocché, come dice Cicerone (i), V onore alimenta le arti, e tutti $ accendono al defiderio della gloria:
come li vedde principalmente nella Grecia, quando neh" ifteffo tempo fiorirono tanti celebri
Scultori, e Pittori. Tra quefti confeguì una principal gloria Pamfilo, facilmente pervadendomi
delle congetture di Stofch (2), eflere flato non folo fcultore, ma ancora incifore di gemme;
imperocché dice: Plinio (3) fa menzione di Pamfilo ài Macedonia, Maeftro di Apelte, che non era
meno erudito nella pittura, che nelle lettere ; /' altro Pamfilo, ( tralafciando di parlare d' un certo altro
Pamfi/o pittore, mentovato da Cicerone (4) ) fu infigne nella Scultura difcepolo di Praffitele, di cui
farla Plinio (5) ; Il Giove Ofpitaliere di Pamfilo difcepolo di Praffitele . Da ciò pub congettu-
rarfi, che s'applicaffe ad incidere nelle gemme, ed incideffe con maravigliofi artificio Achille, che fuona
la lira. Quefti fede fopra un faffo, fopra il quale ha pojla la fua vefte, della quale una parte li
copre quafi tutta la cofcia fìniftra, a cui è appoggiata la lira, che quefto Eroe fuona colla mano,
avendo il volto alzato verfo il cielo, e la bocca aperta, firmile ad uno che canta, a lato a lui è il Mo-
rtone, e a i fuoi piedi la Scudo-, nel quale è efpreffa la tejìa di Medufa, ed attorno la cor fa delle Bighe.
Quefto Scudo è ai piedi di un albero,, ad un ramo del quale è appefo il balteo, che foftiene il parazonio .
L' altra gemma del Mufeo del Duca di Devonshire poco differifce da quella del Mufeo del Rè
di Francia ; imperocché nello feudo è folamente la Tefta di Medufa ornata di ali fenza la cor fa delle
Bighe, la quale è nel Mortone . Il fentimento dell'incomparabile Incifore Gio. Pikler è, che quefto
Artefice Panfilo fi a de' tempi d' Aleflandro il Grande, e che Y altra Gemma incifa in una Cor-
niola del Duca di Devonshire fia folamente una copia di quella del Rè di Francia.
Si vede poi Achille fedente fopra i fafìì, conforme è deferitto da Giovenale (6) ; Cantava nei
putrii monti (cioè della Tenaglia). Nella noflra gemma è efpreffa la bellezza di Achille fecondo
la deferizione di Omero (7), quando dice .
il Troiano Priamo mirava attonito, E ben vedeva in quella fua fembianza,
Qual foffe il grand' Achille, e 'l fua valore, Che certamente egT era a un Dio filmile.
Già è noto , che Chirone Centauro infegnò ad Achille a fuonare la lira. Il Sig. de la Reyniere
Finanziere Generale ha un bellimmo intaglio, nel quale è efpreffo mirabilmente Chirone, che
infegna a fuonare la lira ad Achille , tale appunto come fi vede nella famofa pittura del
Mufeo Ercolanenfe. Omero fcriffe, che Achille fi dilettava del fuono della lira per follevare
1' animo fuo dalle cure, (8), e cantava fopra la lira le imprefe degli Eroi, dicendo (9) :
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(1) Cic. Tufcul. Lib. 1. cap. 2.
(i) Gem. pag. 66.
(3) Lib. 35. cap. io.
(4) Cic. de Oratore Lib. 3. cap. ai. pag. 340.
(5) Lib. 36. cap. 5. p. 304.
(6) Sat. 7. v. aio.
(7) Iliaci, lib. 14. v. 619. vedi di Achille Citaredo
1' erudì ti dime fpiegazioni del Mul". Ercolan. Voi. 1. pag. 39.
e feg. Ed il Chiar. Manette Traité des Picrrcs T. 92.
(8) Così parla Valerio Maflìmo lib. 8. cap. S. pag. 455.
Omero ancora Poeta di divino ingegno » non altrimenti inteje con
adattar la [onora lira alle mani dì Achille, che per ricrear!
nel tempo piacevole della pace Vafprczze della guerra.
(9) Homer- Iliad. lib. 9. v. 1S6". Il cantare le lodi degli
Eroi al fuono della tibia , e della lira fu antichiflimo ,
come narra Cicerone Tufcul. lib. 4. cap. 2. pag. 4-4-
mentre dice. // graviamo autore nelle Origini Catone dijfe
ejjère fato appveffò gli antichi queflo cofiume tifi conviti , che
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