Et
Ven«fii
,éft.
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI i79
XCVII.
L' AMORE DOMANDO UN LEONE
OPERA DI P ROT ARCO,
Scolpita in una Sardonica.
DEL MUSEO DI LEOPOLDO GRAN DUCA DI TOSCANA ARC. £>' AUST.
IL chiar. Baron Stofch così parla di quella gemma (i). Noi pubblichiamo una gemma Sardo-
nica /colpita in un Cammeo, che conferva/i nel Teforo del Gran Duca di Tofiana ■. fi legge in
effa il nome dell' Artefice Plotarco, in Dialetto Dorico, come ojfervò il Cav. P. Alefandro Maf-
fei , il quale la diede il primo alla luce (2). Sembra da una certa rajfomiglianza di lineamenti,
che quejlo celebre artefice j offe condifcepolo di Trifone (3), il quale efpreffe le nozze di Amore e Pfiche,
che noi dopo riporteremo. Io non fio per qua! fatalità gli Scrittori non fanno menzione di quefti due
artefici ; forfè, perchè come dice Plinio (4) , né grande è la fama di molti, nuocendo il numero
degli Artefici alla celebrità di certi nell'opere eccellenti, perchè né un folo acquifta la gloria,
né più parimente poiTono effer nominati.
Si vede nella gemma Amore fanciullo alato, fonando la lira, cavalcando un Leone, che rug-
gifce, per dimoflrare la forza , e la pojfanza d' Amore , che con gli allettamenti ammollifce, e
doma gli animi feroci . Narra Paufania (5) , che V antico pittore Paufia aveva dipi/ito amore,
che gettato 1'arco, e i dardi, tiene la lira. Pignoria (6) ancora ha pubblicato una gemma
amica, nella quale è ìricìfo Amore fuonando la lira . In molti Mufei fi trovano fimìlì gemme, che
pare, che gli artefici pofteriori V abbino prefa da quefia opera pia antica di Protarco .
Di queflo sì infigne artefice mi fcrifse in data dei 11. Ottobre 1755. una lettera il Dot-
tore Antonio Cocchi nelle Belle Arti , e nelle Scienze letterato fublime. Voi nella voflra opera
riporterete il nofiro bellifsimo Cammeo dell' Amore, che fuona la Lira fopra il Leone ; Voi potrete
correggere la lezione di HACOTAPXOS, che ne han data i famofi Antiquari , contro la fede della
pietra , e contro ogni ragione grammaticale, e di Storia . La vera Scrittura è HPflTAPX02 .
Non ci è nell'una Divinità , la quale abbia efercitato tanto gì' ingegni de' più celebri ar-
tefici dell' Antichità , quanto il potentiflìmo Domatore degli Uomini, e degli Dei, Cupido.
Imperocché non lo rapprelentarono in tante maniere per fervire alla loro propria fervida imma-
ginazione , ma per fecondare il capriccio di coloro, che commettevano le opere . Tra quefti
celebri pittori Zeuii (7) dipinfe in Atene nel Tempio di Venere un belliflìmo Cupido coronato
di rofe . Nicarco (8) dipinfe Venere traile Grazie, e gli Amori. Arcelilao (9) fece gli Amori, che
fcherzavano con una Leonella , alcuni dei quali la tenevano legata , altri la coftringevano a
bere in un corno, ed altri le calzavano i Tocchi . Fecero ancora dei Cupidi Lifippo, Pfaffi-
tele , Mio, Alcamene , Timilo, e Menedoro , che imitò l'opere di Prafiitele (io).
Se qualcuno bramaffe di conofcere in quante forme , e capricciofe invenzioni fia flato
rapprefentato dagli Antichi quello Nume il più potente di tutti, può efaminare tra i monu-
menti dell'Antichità, le Statue , i Baflirilievi , e le gemme innumerabili, e ne reitera appa-
gato il di lui defiderio. Noi baftantemente abbiamo parlato nel primo volume (11) di quello
argumento , quando abbiamo illuftrato la gemma di Aleiìandro, la quale rapprelenta Amore
Domatore del Leone .
Egregiamente Virgilio, ed Oppiano defcriflero la forza, e la poflanza d' Amore . Così
cantò Virgilio (12):
Senza dubbio ogni fpecie de' Viventi
Su quefia terra , e gli Uomini, e le Fere,
I Pefci, il Gregge , ed i dipinti Augelli
Accogliendo nel fen furiofe vampe
Ardon d' amore, ed è lo ftefso in tutti ,
Z 1
(1) Stofch Gem. p. 74.
(2) Maffei Gemme Tom. 3. n. 12.
(3) Certamente fi può congetturare, che quello Famo-
iifiìmo artefice fia vifiuto nel fecolo di Alefland. il Macedone.
(4) Plin. lib- 36*. cap. 5. pag. 306".
(%) Lib. 2. Corint. cap. 17.
(6) Aggiunte alle Immagini degli Deidei Cartari p. 317.
(7) Vedi lo Scoliafte di Ariftofane negli Acarnefi v. 991.,
EOp-
eSuidst alla parola Antpu» così dice. Zeufi Pittore dipìa/e
nel Tempio di Venere un Amore lellìjjimo coronato di Rofe.
(8) Plin. lib. 3J. cap. ir.
(9) Plin. lib. 36. cap. 5.
(io) Di quefti Artefici vedi Iunio de Pitturi &c.
(11) Voi. 1. pag. 46".
(12) Virgil. Georg, lib. 3. v. 242.
Ven«fii
,éft.
MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI i79
XCVII.
L' AMORE DOMANDO UN LEONE
OPERA DI P ROT ARCO,
Scolpita in una Sardonica.
DEL MUSEO DI LEOPOLDO GRAN DUCA DI TOSCANA ARC. £>' AUST.
IL chiar. Baron Stofch così parla di quella gemma (i). Noi pubblichiamo una gemma Sardo-
nica /colpita in un Cammeo, che conferva/i nel Teforo del Gran Duca di Tofiana ■. fi legge in
effa il nome dell' Artefice Plotarco, in Dialetto Dorico, come ojfervò il Cav. P. Alefandro Maf-
fei , il quale la diede il primo alla luce (2). Sembra da una certa rajfomiglianza di lineamenti,
che quejlo celebre artefice j offe condifcepolo di Trifone (3), il quale efpreffe le nozze di Amore e Pfiche,
che noi dopo riporteremo. Io non fio per qua! fatalità gli Scrittori non fanno menzione di quefti due
artefici ; forfè, perchè come dice Plinio (4) , né grande è la fama di molti, nuocendo il numero
degli Artefici alla celebrità di certi nell'opere eccellenti, perchè né un folo acquifta la gloria,
né più parimente poiTono effer nominati.
Si vede nella gemma Amore fanciullo alato, fonando la lira, cavalcando un Leone, che rug-
gifce, per dimoflrare la forza , e la pojfanza d' Amore , che con gli allettamenti ammollifce, e
doma gli animi feroci . Narra Paufania (5) , che V antico pittore Paufia aveva dipi/ito amore,
che gettato 1'arco, e i dardi, tiene la lira. Pignoria (6) ancora ha pubblicato una gemma
amica, nella quale è ìricìfo Amore fuonando la lira . In molti Mufei fi trovano fimìlì gemme, che
pare, che gli artefici pofteriori V abbino prefa da quefia opera pia antica di Protarco .
Di queflo sì infigne artefice mi fcrifse in data dei 11. Ottobre 1755. una lettera il Dot-
tore Antonio Cocchi nelle Belle Arti , e nelle Scienze letterato fublime. Voi nella voflra opera
riporterete il nofiro bellifsimo Cammeo dell' Amore, che fuona la Lira fopra il Leone ; Voi potrete
correggere la lezione di HACOTAPXOS, che ne han data i famofi Antiquari , contro la fede della
pietra , e contro ogni ragione grammaticale, e di Storia . La vera Scrittura è HPflTAPX02 .
Non ci è nell'una Divinità , la quale abbia efercitato tanto gì' ingegni de' più celebri ar-
tefici dell' Antichità , quanto il potentiflìmo Domatore degli Uomini, e degli Dei, Cupido.
Imperocché non lo rapprelentarono in tante maniere per fervire alla loro propria fervida imma-
ginazione , ma per fecondare il capriccio di coloro, che commettevano le opere . Tra quefti
celebri pittori Zeuii (7) dipinfe in Atene nel Tempio di Venere un belliflìmo Cupido coronato
di rofe . Nicarco (8) dipinfe Venere traile Grazie, e gli Amori. Arcelilao (9) fece gli Amori, che
fcherzavano con una Leonella , alcuni dei quali la tenevano legata , altri la coftringevano a
bere in un corno, ed altri le calzavano i Tocchi . Fecero ancora dei Cupidi Lifippo, Pfaffi-
tele , Mio, Alcamene , Timilo, e Menedoro , che imitò l'opere di Prafiitele (io).
Se qualcuno bramaffe di conofcere in quante forme , e capricciofe invenzioni fia flato
rapprefentato dagli Antichi quello Nume il più potente di tutti, può efaminare tra i monu-
menti dell'Antichità, le Statue , i Baflirilievi , e le gemme innumerabili, e ne reitera appa-
gato il di lui defiderio. Noi baftantemente abbiamo parlato nel primo volume (11) di quello
argumento , quando abbiamo illuftrato la gemma di Aleiìandro, la quale rapprelenta Amore
Domatore del Leone .
Egregiamente Virgilio, ed Oppiano defcriflero la forza, e la poflanza d' Amore . Così
cantò Virgilio (12):
Senza dubbio ogni fpecie de' Viventi
Su quefia terra , e gli Uomini, e le Fere,
I Pefci, il Gregge , ed i dipinti Augelli
Accogliendo nel fen furiofe vampe
Ardon d' amore, ed è lo ftefso in tutti ,
Z 1
(1) Stofch Gem. p. 74.
(2) Maffei Gemme Tom. 3. n. 12.
(3) Certamente fi può congetturare, che quello Famo-
iifiìmo artefice fia vifiuto nel fecolo di Alefland. il Macedone.
(4) Plin. lib- 36*. cap. 5. pag. 306".
(%) Lib. 2. Corint. cap. 17.
(6) Aggiunte alle Immagini degli Deidei Cartari p. 317.
(7) Vedi lo Scoliafte di Ariftofane negli Acarnefi v. 991.,
EOp-
eSuidst alla parola Antpu» così dice. Zeufi Pittore dipìa/e
nel Tempio di Venere un Amore lellìjjimo coronato di Rofe.
(8) Plin. lib. 3J. cap. ir.
(9) Plin. lib. 36. cap. 5.
(io) Di quefti Artefici vedi Iunio de Pitturi &c.
(11) Voi. 1. pag. 46".
(12) Virgil. Georg, lib. 3. v. 242.