MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI
181
g. U*'
HV
E Oppiano (i 3) :
Potente Amor , quanto fei grande , quanta
La tua infinita poffa ! quante intendi
Mai cofe, in quante imperi, e in quante, 0 Nume,
Scherzi !
Di quefla gemma, così fi efprefle il Chiar. Gori (14): LaTefta d1 un Amore , che fuona la
Lira, perchè fon fottopofte al di lui impero tutte le cofe, e fon moderate con varie forte di armo-
nia , ha coronata la tefla di un Diadema Reale, il di cui ornamento è defcritto da Filo/Irato , e da
Anacveonte (15). Avendo bene riguardato /' originale di quefta gemma fi veggono chiaramente i ca-
pelli legati e ftretti dal medefimo Diadema. Benché ficuro , e tranquillo fieda, ha ancora le alifpìe-
gate, e fintili ad uno, che vola . La Lira di quattro corde , che pofa come una bafe fopra il dorfo
del domato Leone, la fuona con le dita da ambedue le mani . Argentario Poeta in un elegante
Epigramma ingegnofamente efprefle la generofìffima Belva domata da Amore, così cantando (16):
Qual nella gemma io miro ? Egli è Cupido ,
Che fui Leone fiede, e'I guida, ed al fmio
La fttperba fronte col morfo incurva;
La sferza al capo con la destra volge,
L'altra con briglia a fio voler lo guida .
E oh qual grazia nel pargoletto fplende !
Ma quei, che facil sì le fiere doma,
Timor m' incute. All'uomo fral che fia ?
Una Medaglia molto (ingoiare è riportata dal Gefnero (17), nella quale da una parte è la teda
di Aleflandro il Macedone, nel rovefcio Cupido cavalca un Leone ; non folo , come dice Lu-
ciano (18), gì' iftefsi Leoni già mi fono familiari, e fpeffo li cavalco, e gli regolo prefa la loro
giuba, come per briglia , ma perchè ( fecondo Ateneo (19) ) è il Dio degli Amanti, e de' forti
Eroi ec.
Non folo 1' artefice Protarco ha voluto efprimere la potenza d' Amore fopra il Leone
Rè degli animali, ma ancora come Amore infegna a cantare, e produce in noi f'peflb delle
Angolari Metemlicofì. Plutarco ci fervirà di guida in quefta fpiegazione, il quale nelle Que-
itioni Convivali L. 1. fympof. quaeft. 5. fa una queftione dicendo. Perche fia fiato detto,
che la Mufica infegna Amor, benché fia flato rozzo prima . Fu detto adunque , che Amore fa l' uomo
ardito ad ogni imprefa, e ci fpinge a tentar cofe nuove ; Per la qualcofa Platone dijft, che egli
niente tralafciava da non tentare : Imperocché di taciturno fa V uomo loquace , e di verecondo
officiofo , di negligente induflriofo , di pigro follecito , e quello , che particolarmente a ciafcuno
parrà maravigliofo , che fé un uomo avaro e fordido s' innamorerà , nella guifa , che il ferro
diviene tenero e molle , e più trattabile, così diventerà V avaro innamorato e affabile ec.
Fa molto a propofito di far menzione di una Medaglia di Fauftina Iuniore(ao), battu-
ta dai Popoli della Nicea , così defcritta da Avercampio (21). Medaglia Greca dì Fauftina
hmiore coli' iscrizione dalla parte della tefta «5AT2TEINA 2EBA.2TH . Fauftina Augtifta. Nel rovefcio
V ifcrizione NlKAIEflN . Si vede Ercole nudo ftando col corpo mezzo fdraiato fopra un Leone, che
cammina, colla clava nel braccio finiftró, colla de/ira prende Cupido pofto fopra un ginocchio, e con
quello piacevolmente fcherza . Mi pare che quefta Medaglia non pofla altro dimoftrare , che la
potenza d' Amore fopra Ercole domatore dei Moftri.
(13) Oppiano della Caccia lib. 1. v. 410.
(14) Muf. Fiorent. voi. i. p. 6. Senza dubbio la tetta
dell' Amore da me attentamente beniflìmo riguardata non
è coronata di un Diadema Reale , come ancora altri
ofTervaronO .
(15) Clemente Aleflandrino cita Anacreonte lib. 6.
Strom. ;. Filoftrato lib. 1. de Amore , Begero nelle gem-
me del Teforo di Brandemburgo pag. 80.
ALES-
(16) Antholog. lib. 1. cap. 17. n. 5.
(17) Gefner. Numifm. Macedon. Tav. 4. n. 13.
(18) Lucian. dialog. Veneris & Cupid. voi. 1. p. 134.
(19) Athen. Lib. 13. pag. %6i.
(io) Gefner. Numifm. Imp. Tav. ny. n. 10.
(21) Nummophylacium Reginae Chriftinae Tab. io.
Pag- «'3.
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g. U*'
HV
E Oppiano (i 3) :
Potente Amor , quanto fei grande , quanta
La tua infinita poffa ! quante intendi
Mai cofe, in quante imperi, e in quante, 0 Nume,
Scherzi !
Di quefla gemma, così fi efprefle il Chiar. Gori (14): LaTefta d1 un Amore , che fuona la
Lira, perchè fon fottopofte al di lui impero tutte le cofe, e fon moderate con varie forte di armo-
nia , ha coronata la tefla di un Diadema Reale, il di cui ornamento è defcritto da Filo/Irato , e da
Anacveonte (15). Avendo bene riguardato /' originale di quefta gemma fi veggono chiaramente i ca-
pelli legati e ftretti dal medefimo Diadema. Benché ficuro , e tranquillo fieda, ha ancora le alifpìe-
gate, e fintili ad uno, che vola . La Lira di quattro corde , che pofa come una bafe fopra il dorfo
del domato Leone, la fuona con le dita da ambedue le mani . Argentario Poeta in un elegante
Epigramma ingegnofamente efprefle la generofìffima Belva domata da Amore, così cantando (16):
Qual nella gemma io miro ? Egli è Cupido ,
Che fui Leone fiede, e'I guida, ed al fmio
La fttperba fronte col morfo incurva;
La sferza al capo con la destra volge,
L'altra con briglia a fio voler lo guida .
E oh qual grazia nel pargoletto fplende !
Ma quei, che facil sì le fiere doma,
Timor m' incute. All'uomo fral che fia ?
Una Medaglia molto (ingoiare è riportata dal Gefnero (17), nella quale da una parte è la teda
di Aleflandro il Macedone, nel rovefcio Cupido cavalca un Leone ; non folo , come dice Lu-
ciano (18), gì' iftefsi Leoni già mi fono familiari, e fpeffo li cavalco, e gli regolo prefa la loro
giuba, come per briglia , ma perchè ( fecondo Ateneo (19) ) è il Dio degli Amanti, e de' forti
Eroi ec.
Non folo 1' artefice Protarco ha voluto efprimere la potenza d' Amore fopra il Leone
Rè degli animali, ma ancora come Amore infegna a cantare, e produce in noi f'peflb delle
Angolari Metemlicofì. Plutarco ci fervirà di guida in quefta fpiegazione, il quale nelle Que-
itioni Convivali L. 1. fympof. quaeft. 5. fa una queftione dicendo. Perche fia fiato detto,
che la Mufica infegna Amor, benché fia flato rozzo prima . Fu detto adunque , che Amore fa l' uomo
ardito ad ogni imprefa, e ci fpinge a tentar cofe nuove ; Per la qualcofa Platone dijft, che egli
niente tralafciava da non tentare : Imperocché di taciturno fa V uomo loquace , e di verecondo
officiofo , di negligente induflriofo , di pigro follecito , e quello , che particolarmente a ciafcuno
parrà maravigliofo , che fé un uomo avaro e fordido s' innamorerà , nella guifa , che il ferro
diviene tenero e molle , e più trattabile, così diventerà V avaro innamorato e affabile ec.
Fa molto a propofito di far menzione di una Medaglia di Fauftina Iuniore(ao), battu-
ta dai Popoli della Nicea , così defcritta da Avercampio (21). Medaglia Greca dì Fauftina
hmiore coli' iscrizione dalla parte della tefta «5AT2TEINA 2EBA.2TH . Fauftina Augtifta. Nel rovefcio
V ifcrizione NlKAIEflN . Si vede Ercole nudo ftando col corpo mezzo fdraiato fopra un Leone, che
cammina, colla clava nel braccio finiftró, colla de/ira prende Cupido pofto fopra un ginocchio, e con
quello piacevolmente fcherza . Mi pare che quefta Medaglia non pofla altro dimoftrare , che la
potenza d' Amore fopra Ercole domatore dei Moftri.
(13) Oppiano della Caccia lib. 1. v. 410.
(14) Muf. Fiorent. voi. i. p. 6. Senza dubbio la tetta
dell' Amore da me attentamente beniflìmo riguardata non
è coronata di un Diadema Reale , come ancora altri
ofTervaronO .
(15) Clemente Aleflandrino cita Anacreonte lib. 6.
Strom. ;. Filoftrato lib. 1. de Amore , Begero nelle gem-
me del Teforo di Brandemburgo pag. 80.
ALES-
(16) Antholog. lib. 1. cap. 17. n. 5.
(17) Gefner. Numifm. Macedon. Tav. 4. n. 13.
(18) Lucian. dialog. Veneris & Cupid. voi. 1. p. 134.
(19) Athen. Lib. 13. pag. %6i.
(io) Gefner. Numifm. Imp. Tav. ny. n. 10.
(21) Nummophylacium Reginae Chriftinae Tab. io.
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