MEMORIE DEGLI ANTICHI INCISORI 227
Pietro Stefanonio Romano . Fu pubblicata dal Canini (7) , e feguitando 1' opinione del P. A-
tanafio Kirker, la dille una teda fimbolica, quali Genio della Salute, e le lettere greche in efla
incife , le giudicò Cofte , ovvero Egizziane, cioè S&xrocA , le quali formano la voce Swroc
cioè Sofis 1 quella poi nella noftra lingua lignifica fallite ; a cui aggiungano la lettera A, la
quale tratta dalla Gabbala degli Ebrei; denota HA , o Genio, come le dicerie SwitoìjA Sofoel, Nu-
me , o Genio della Salute , e della Profferita . Sebbene quella opinione ila molto ingegnofa , è
però del tutto inverifimile, e non merita la pena di confutarla, poiché non fi appoggia a ve-
-run fondamento, e le lettere greche efprimono evidentemente il nome dell'Artefice Sofocle.
Il Miifii (3) ancora raporefentò quella gemma , non già come Medufa , ma come
Minerva : Quefta gemina , egli dice (9), fu altre volte pubblicata dallo Stefanonio col nome di
Perfeo ; e Fortunìo Liccio nella riflampa (io), feguendo V ìflejfa opinione, fi valfe dell' autorità di
Igino, che Perfeo ebbe da Mercurio i talari, ed il petafo alato . Dipoi adduce le ragioni per con-
validare la fua ipoteil . Ma quelle, fia detto con pace del Ch. Antiquario, non hanno forza
veruna per dimoftrarla una Minerva . Imperocché chi mai direbbe alata Minerva? Chi la vidde
così effigiata ? Quelle ale certamente non hanno relazione alcuna con quefta Deità. Sembra
inoltre affatto incredibile , che un volto di femmina di una forprendente bellezza , come è
quello di Medufa, ila flato creduto un Perfeo . Niente poi parla dell' Ifcrizione .
Abbiamo già offervato nella Medufa di Solone , e nel Perfeo di Diofcoride (11) quello,
che di lei fi dice di favolofo. Della origine di quefta favola può confultarfì Efiodo (12).
Vediamo brevemente ciò, che d' idoneo può dirli . L' annoverare, e trasformare favolofa-
mente tra gli Dei la maggior parte degli uomini celebri per il valore delle armi, e ancora
le femmine, principalmente per la bellezza, fu antico collume , come è ben noto preffo gli
Eruditi , e lo abbiamo già veduto altrove . Medufa ancora giunfe a tal fegno : imperocché
fu un infigne e valorofa guerriera (13); ma era eziandio di fingolar bellezza, come abbia-
mo offervato nella precedente; e lo conferma Eraclito (14) con quelle parole: Fu Medufa una
meretrice sì bella , che quei, che la rimiravano, per lo ftupore quafi fi trasformavano in felce .
Di quefto famofiiììmo Artefice così mi fcrive il fempre lodatillimo Giovanni Pikler. Nella
Medufa di Sofocle vi è più maejlria ed arte , che in quella di Strozzi, e la fuppongo nel tempo
che fiorirono i Greci. Che le lettere non fiano ben fatte non mi fa fpecie, perchè abbiamo a' tempi
tiofiri avuto Carlo Coftanzi , che incideva bene, e le lettere le faceva abominevoli.
F f a CU-
(7) Imag. tav. 97. Il Canini fece efeguire l'impresone
fecondo la gemma . Quindi sbagliò Stofch nel fare incide-
re il K invece del Sigma , cioè C»««ai invece di Catecù.
(8) Gem. voi. 2. tav. 6$.
{9) Ivi p. 151-
(10) Ant. Schemm. Gem. Schem. 44,
(11) Voi. 1. pag. 38.
(11) Hefiod. Thegon. v. 271. e fé"'.
(13) Paufania lib. 2. cap. 21.
(14) De Inciedib. p. 69.
Pietro Stefanonio Romano . Fu pubblicata dal Canini (7) , e feguitando 1' opinione del P. A-
tanafio Kirker, la dille una teda fimbolica, quali Genio della Salute, e le lettere greche in efla
incife , le giudicò Cofte , ovvero Egizziane, cioè S&xrocA , le quali formano la voce Swroc
cioè Sofis 1 quella poi nella noftra lingua lignifica fallite ; a cui aggiungano la lettera A, la
quale tratta dalla Gabbala degli Ebrei; denota HA , o Genio, come le dicerie SwitoìjA Sofoel, Nu-
me , o Genio della Salute , e della Profferita . Sebbene quella opinione ila molto ingegnofa , è
però del tutto inverifimile, e non merita la pena di confutarla, poiché non fi appoggia a ve-
-run fondamento, e le lettere greche efprimono evidentemente il nome dell'Artefice Sofocle.
Il Miifii (3) ancora raporefentò quella gemma , non già come Medufa , ma come
Minerva : Quefta gemina , egli dice (9), fu altre volte pubblicata dallo Stefanonio col nome di
Perfeo ; e Fortunìo Liccio nella riflampa (io), feguendo V ìflejfa opinione, fi valfe dell' autorità di
Igino, che Perfeo ebbe da Mercurio i talari, ed il petafo alato . Dipoi adduce le ragioni per con-
validare la fua ipoteil . Ma quelle, fia detto con pace del Ch. Antiquario, non hanno forza
veruna per dimoftrarla una Minerva . Imperocché chi mai direbbe alata Minerva? Chi la vidde
così effigiata ? Quelle ale certamente non hanno relazione alcuna con quefta Deità. Sembra
inoltre affatto incredibile , che un volto di femmina di una forprendente bellezza , come è
quello di Medufa, ila flato creduto un Perfeo . Niente poi parla dell' Ifcrizione .
Abbiamo già offervato nella Medufa di Solone , e nel Perfeo di Diofcoride (11) quello,
che di lei fi dice di favolofo. Della origine di quefta favola può confultarfì Efiodo (12).
Vediamo brevemente ciò, che d' idoneo può dirli . L' annoverare, e trasformare favolofa-
mente tra gli Dei la maggior parte degli uomini celebri per il valore delle armi, e ancora
le femmine, principalmente per la bellezza, fu antico collume , come è ben noto preffo gli
Eruditi , e lo abbiamo già veduto altrove . Medufa ancora giunfe a tal fegno : imperocché
fu un infigne e valorofa guerriera (13); ma era eziandio di fingolar bellezza, come abbia-
mo offervato nella precedente; e lo conferma Eraclito (14) con quelle parole: Fu Medufa una
meretrice sì bella , che quei, che la rimiravano, per lo ftupore quafi fi trasformavano in felce .
Di quefto famofiiììmo Artefice così mi fcrive il fempre lodatillimo Giovanni Pikler. Nella
Medufa di Sofocle vi è più maejlria ed arte , che in quella di Strozzi, e la fuppongo nel tempo
che fiorirono i Greci. Che le lettere non fiano ben fatte non mi fa fpecie, perchè abbiamo a' tempi
tiofiri avuto Carlo Coftanzi , che incideva bene, e le lettere le faceva abominevoli.
F f a CU-
(7) Imag. tav. 97. Il Canini fece efeguire l'impresone
fecondo la gemma . Quindi sbagliò Stofch nel fare incide-
re il K invece del Sigma , cioè C»««ai invece di Catecù.
(8) Gem. voi. 2. tav. 6$.
{9) Ivi p. 151-
(10) Ant. Schemm. Gem. Schem. 44,
(11) Voi. 1. pag. 38.
(11) Hefiod. Thegon. v. 271. e fé"'.
(13) Paufania lib. 2. cap. 21.
(14) De Inciedib. p. 69.