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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0015
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Volume II.

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

Tav. 4, 5.

TAVOLA V.a

L

a pittura che era a sinistra, dietro al muro d'ingresso
di questo cubicolo (De R. t. XI, XV), è ora perduta; stima il
eh. De Rossi che vi fosse dipinto un cavatore (n. i), del quale
si è trovato un frammento (id. tav. d' agg. C, D, Cub. A',
n. 3). Sulla parete sinistra del cubicolo vedonsi tre rappresen-
tanze (n. 2). La prima ritrae un giovane, che batte la rupe ;
egli è vestito di tunica, ed involto nel manto guarda a sini-
stra verso dove distende la mano : ivi è un pescatore che
siede nudo, se non che ha il capo coperto di verde drappo,
ed un breve pallio tragittato sulla coscia, ed ha già preso
all' amo un pesce e lo sta tirando fuori delle onde: dietro
e senza intervallo siedono a mensa sette giovani nudi. Nei
due deschi sono messi loro innanzi due pesci, e davanti alla
tavola nel lacero intonico sono superstiti sette cofani colmi
di pane. La parete di fronte aveva tre dipinti, ma il primo
a sinistra ora manca. Il secondo (n. 3) rappresenta un gio-
vane in pallio bianco con volume nella sinistra, che pone
la destra sul capo di un nudo fanciullo. Appresso è un
uomo vestito del pallio bianco alla esomide, che assiso sopra
un sasso stende la destra come chi parla.

In una lunetta, che è disopra a queste rappresentanze
e si allarga quanto la parete, vedesi ritratta (n. 4) 1' allego-
ria di una nave sbattuta dalle acque, entrovi un giovane
di bianca tunica vestito, che presso a naufragare ha levate
le mani al cielo, ove appare da una nuvola un messaggero
celeste, tutto nudo, che il prende per i capelli. Un compa-
gno di lui, che si è gittato a nuoto, lotta fra le onde del
mare. Sulla prua della nave è un terzo giovane in piedi e
colle braccia aperte orante, del quale rimane nella pittura
appena 1' ombra.

A mano dritta della camera (n. 5) è dipinto Lazaro in piedi
fuori del sepolcro involto nella funebre sindone, che nude
gli lascia le braccia e una gamba : a lui è volto un uomo,
del quale rimane mezza figura, e non si può dire se vestita,
perocché dell' abito niente si vede sulla parte del busto che
sembra nudo: e i segni di un pallio alla esomide, non mi
sembrano essere di fatti sulla originai pittura. Si noti intanto
il gesto della destra che va davanti al corpo, verosimilmente
per ritenere il seno del pallio che l'involgeva. Egli guarda
Lazaro, come ho osservato nella originai pittura, ed eleva

al pari della testa il braccio sinistro, che è dipinto sull'in-
tonico medesimo dopo una fenditura. L'attitudine ne è tale,
qual suole essere nelle figure che si appoggiano ad un'asta;
ma con altro esempio può dirsi che elevi una verga (V. la
tav. 69). A mano destra vedesi una colomba o uccello, che
posa sopra un ramo di olivo, volta a sinistra; e deve esserne
stata dipinta un'altra alla opposta parte, che é perita. Qui
termina la composizione chiusa in ovale. Fuori di essa (n. 6)
è dipinto un delfino aggruppato ad un tridente, e pare che
un simile gruppo dovesse essere a destra. Un delfino è pure
(n. 7) dipinto sulla parete medesima, ma a nuoto e non
accoppiato all' àncora. E volendo uscire dal cubicolo trovasi
al ridosso del muro di entrata (n. 8) un uomo stante, con
volume nella sinistra, e la destra distesa.

Frequenti sono nella Scrittura le allegorie della tempe-
sta , del naufragio e della mano celeste, che prende dal-
l' alto il naufrago e il cava luori delle acque, facendogli
porre i piedi sopra solida pietra. Basti citare le parole del
salmo 17, che fan bene a proposito della pittura di questo
cubicolo, ove è espresso un messaggero celeste che esce
fuori di un turbine fiammeggiante di tetri lampi, e prende
pei capelli 1' uomo, che sta per essere colla navicella tra-
volto e inghiottito dalle onde: Misit de summo et accepit
me et assumpsit me de aquis multis. Salva Iddio dalle
tempeste e dai flutti di questa misera vita, e ci pone in
sicuro.

Nella dichiarazione delle pitture di questo cubicolo grande
è il vantaggio, che possiamo trarre dal confronto colle
pitture del cubicolo seguente: ma incomparabilmente mag-
giore il proviamo, perchè sono esse in beli' ordine disposte
1' una appresso I' altra di modo, che sia troncata ogni via
ai cavilli, ciò che in questi scrii studiil è desiderabile al
sommo. Il nome che a queste stanze, sin dal principio, diede
il padre Marchi, di stanze dei sacramenti, ha guadagnato
oggimai 1' assenso universale, tanta ne è e sì palpabile l'evi-
denza. Si è adunque convenuto, né io debbo rifarmi su
questo argomento. Ciò che rimane a me si è il dichiarare
quali e quanti siano i sacramenti, che in queste stanze si
trovano rappresentati. Ciascuno mi concederàdi leggieri che
il pittore in ciò fare ha seguito la dottrina della Chiesa,
 
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