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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0016
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Volume II.

STORIA DELL' ARTE CRISTIANA

Pitture

e però che abbia tenuto quell' ordine che la natura delle
cose richiede. Stando a ciò, come concesso, non vi sarà
dubbio che al n. 2, prima della cena eucaristica, non siasi
voluto e dovuto esprimere quel sacramento, pel quale si
entra nella Chiesa: e le rappresentanze simboliche di quelle
pitture son tali, che al sacramento del battesimo ottima-
mente convengono. Il giovane batte la profetica rupe e ne
cava copiosa vena di acqua, volgesi a destra e accenna al
pescatore che ha già preso all' amo un pesce e il tira fuori
delle onde : le acque simboleggiano la fede, il pesce è l'uomo
pescato dai gorghi profondi, pel ministero di un di quegli
apostoli chiamati da Cristo piscatores hominum. L'uomo
pescato è equivalente all' uomo rinato pel battesimo, il quale
in altra pittura si rappresenta nell' attitudine di esser tratto
fuori delle onde, nelle quali egli ricevendo la vita è perciò
chiamato pesce. A queste allegorie fa seguito nella pittura
della stanza seguente la rappresentanza della cosa signifi-
cata, 1' uomo immerso nelle acque e 1' apostolo che ve 1' ha
immerso e gli tiene la mano sul capo, pronunziando 1' ar-
cana formola del battesimo. La qual figura, se qui è omessa,
non è perciò men chiaro che il pescatore allegorizzi que-
sto mistero. Intanto nella parete, che segue appresso, un
gruppo simile al già descritto vedesi essere stato dipinto,

e a qualcuno potrebbe parere che esso rappresenti il bat-
tesimo. Ma ciò non può concedersi, senza dar nell'assurdo-
Perocché fra questo gruppo e il pescatore v'è separazione,
a bello studio praticata dal pittore, il quale, avendovi messo
in mezzo la cena eucaristica, ci ha mostrato ad evidenza
che non volle rappresentare in questo gruppo quel sacra-
mento, senza del quale non può 1' uomo partecipare ai sacri
misteri. V è adunque 1' uomo nudo in sembiante di fan-
ciullo, v'è l'apostolo che gì'impone la mano sul capo;
manca però l'acqua, nella quale è sommerso il predetto
uomo, nella camera seguente rappresentato. L'apostolo è
inoltre vestito di tunica e di pallio, ed ha in mano il vo-
lume ; laddove nell' altro gruppo egli è solo cinto ai fianchi,
nel resto nudo. Che diremo noi dunque? Diremo che qui
si tratta di quella imposizione delle mani, per la quale ri-
cevesi lo Spirito Santo, che dalla Chiesa cattolica Confir-
mazione si appella. La quale quantunque fosse in uso di
amministrare immediatamente dopo il battesimo, pure in
molti casi si conferi separatamente e in tempo diverso. Il
pittore poi 1' ha messo qui dopo la cena, affinchè non si
confondesse dai meno esperti col sacramento del bat-
tesimo. Le due scene che seguono dopo, chiaramente si
intendono.

TAVOLA VI.*

Ve

edi qui espressa la volta del cubicolo terzo (De Rossi,
t. XVIII) e le tre rappresentanze della istoria di Giona,
dipinte una per parte sull' alto delle tre pareti : le pitture
del cubicolo medesimo, che sono al disotto di queste sulle
pareti medesime, saranno descritte nella tavola seguente.

La volta (n. 1) ha nel mezzo il buon pastore con due
pecore attorno e una sulle spalle : il campo è terminato da
due alberi. Ornano il campo intorno quattro pavoni a coda
spiegata, messi di fronte, ed otto uccelli che volano : ai quat-
tro pizzi due fanciulli alati con cornucopia alternano con
due figure muliebri, una delle quali è coronata di pampini
e solleva un calice colla destra ed ha nella sinistra un tirso;
1' altra ha un fiore nella sinistra elevata e un ramo verde
nella destra. Vestono ambedue tunica ricinta, ed hanno
sulle braccia uno stretto pallio. Sono le due stagioni del-
l' anno, la primavera e 1' autunno ; onde rimane che nei
due puttini siano significate le altre due, la state e l'inverno.

V istoria di Giona ha il primo dipinto (n. 2) sulla parete
a sinistra : la nave che il porta con albero nel mezzo,
antenna e vela ammainata, dolone con la piccola vela in
prora, due timoni in poppa, il pilota ivi sedente in atto di
governare la scotta. Un marinaio, che sembra mandato da
questo va per gittare dalla nave Giona, il quale è a metà
fuori e stende le braccia attendendo chi lo levi di peso e
Io travolga: a poca distanza appare il pistrice che viene
per ingoiarlo: un altro marinaio sta dritto sulla prora ed
ha le braccia aperte in atto di orare. Tutti e tre sono nudi
al pari di Giona. Notevole è 1' azione di Giona, e sembra
che in tal modo ci abbia voluto significare il pittore, che
non è per forza gittato in mare, ma di suo avviso.

La pittura che esprime Giona vomitato dal pistrice è
sulla parete destra del cubicolo (n. 3). Egli esce dal mostro,
stendendo le braccia verso la terra, in luogo della quale è
una torre tutta dentro le acque, in tre zone divisa, e con
 
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