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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0019
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Volumi [I.

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

Tav. 8, 9.

TAVOLA IX.

R

imangono in questo cubicolo 6 due soli intramezzi di-
pinti, a destra l'uno, a sinistra 1' altro, e qua e là qualche
uccello che vola: inoltre sull' alto della parete a destra una
colomba che posa sopra un ramo di olivo.

Rimangono eziandio le due pitture del muro d'entrata
(n. 1). A sinistra Lazaro sta fuori della sua edicola sepol-
crale , involto in una sindone, e Gesù a destra, in tunica e
pallio bianco con la verga nella sinistra, è in atto di ele-
vare la destra.

Sull' intramezzo della parete dal lato medesimo è rappre-
sentata l'istoria di Giona (n. 2) : egli stende dalla prua le brac-
cia, ed è tanto fuori della nave, che sembra volersi gittare
nelle acque. Ivi appare il pistrice che si erge per divorarlo:
due marinai nudi, uno dei quali siede, sembrano manovrare
le vele. In poppa in luogo dell' aplustre è drizzato un palo
con antenna a traverso, da cui pende una striscia di tela.
Nel mezzo è 1' albero col pennone e la vela ammainata :
a prua si vede il dolone colla propria vela e antenna e le
funi degli alberi e delle vele ; il tutto diligentemente segnato.
A sinistra è dipinto il pistrice, quando vomita Giona sul

lido : poc' oltre il profeta si vede giacere sotto la pergola
delle cucuzze appoggiato al gomito destro, colla mano si-
nistra sul capo, avendo i piedi incrociati.

Sull' intramezzo della parete destra (n. 3) sette giovani
stanno a mensa, sulla quale erano messi tre deschi, ma
uno è perito ; e in ciascuno di essi un pesce. A destra e a
sinistra della mensa erano già dipinti dodici cofani di pane,
sei per parte, ma dell' estremo a sinistra poco ne rimane,
di quello che era a destra non resta forse neanche un in-
dizio.

A ridosso del muro d'entrata (n. 4), Cristo batte la rupe
che manda acqua copiosa.

Il nesso delle pitture, che ornano questo cubicolo, hassi
a cercare nella promessa di Cristo, che si legge in s. Gio-
vanni VI, 54: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
ha la vita eterna, ed io il risusciterò nel giorno estremo:
Qui manducai tneam cameni et bibit meum sanguinem
habet vitam aetemam, et ego resuscitato eum in novis-
simo die.

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