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Garrucci, Raffaele
Storia della arte cristiana nei primi otto secoli della chiesa: corredata della Collezione di tutti i monumenti di pittura e scultura ; incisi in rame su 500 tavole ed illustr. (Band 2,1): Pitture cimiteriali — Prato, 1873

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https://doi.org/10.11588/diglit.1394#0023
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Volume II.

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

Tav. i3, i4, i5.

e in luogo dei pesci un mostro marino a testa di toro, con
branche e corpo simili a quelle del pistrice, animale imma-
ginario ancor esso: e poiché i pesci esprimono le acque ,
così non reca punto maraviglia che in lor vece i pittori
figurino l'oceano. E come gli uccelli simboleggiano l'aria
ed i pavoni il cielo stellato, del pari gli animali terrestri,
or mansueti or selvaggi, alludono alla terra, sulla quale
sono campi e valli e monti, e questi coperti di selve, piantati
di alberi, vestiti di prati verdi ornati di fiori e pianterelle.

Intorno ai sepolcri a cielo aperto sovente verdeggiavano
boschetti, coltivavansi giardini ; del qual costume scrisse dot-
tamente, dopo altri, il P. Secchi nella illustrazione del greco
epigramma di Patrono : a ciò vediamo che alludono le
canne ingraticolate dipinte intorno al cubicolo. L'uomo che
ha nella sinistra un volume e vi appoggia sopra la destra,
dinota il cristiano che vive nella Chiesa ed è fedele al ma-
gistero di essa, o sia alla dottrina celeste , della quale è
simbolo il Vangelo.

TAVOLA XV.a

1 ongo in primo luogo la pittura di un sottarco (De R.
t. XXIX ), ove fra gli ornati rifulge in un cerchio il mo-
nogramma costantiniano. Questo dipinto fu sovrapposto
ad una pittura anteriore, di cui appare una piccola parte
dove è caduto l'intonico secondo.

La pittura che è al n. 2 è di mano del Bossi, fatta
cavare dal P. Marchi, che me ne fé'dono, perchè la dessi
alla luce. A compirne la rappresentanza mancavano i due
pavoni, che vi ho fatto io aggiugnere. Una pessima copia
ne fu già stampata dal Marangoni (Acta S. Victorini, p. 113),
colle epigrafi diversamente lette in questo modo : DIONY-
SIAS IN PACE, VGENIO IN PACE, PROCOPIAE IN
PACE, TEVOORA IN PACE, ZOSIMI IN PACE. Pro-
copio è rappresentato come donna e Zoe come giovinetto.
Sulla parete dunque di questo cubicolo si vedon dipinti
due giovani e con essi tre donne, tutti atteggiati da oranti
in un paradiso o luogo piantato di alberi, fra i cui rami
svolazzano uccelli e si vede anche poggiato in alto un gallo.
La tomba, che questi fedeli si eran preparata, è disotto in
forma di arcosolio, ma posteriormente nel cubicolo furon
deposti altri morti, e per loro si apersero i loculi, che in tre
parti hanno danneggiato alla pittura. E notevole che tutte le
imagini abbiano il proprio nome, di che assai rari sono gli
esempii nei cimiteri di Roma. La prima persona, cominciando
da mano manca, è una donna di nome Dionisia, in ales-
sandrino dialetto Dionysas, alla quale, come alle altre per-
sone, nelle singole epigrafi si legge aggiunta la formola in
pace, il cui senso è che riposi in seno di Dio. Veste ella una
dalmatica addogata di porpora, con due strisce a modo di
spallini, fermati alle estremità con bottoni ornati di pezzuola
rotonda: in capo ha il velo e al collo un filo di perle. Il suo
atteggiamento è di orante, qual esser suole nelle pitture l'at-
teggiamento dei defonti. A Dionisia sta accanto Nemesio, gio-

vane orante, in tunica interiore orlata ai polsi di larghe strisce
di porpora, sopravi una dalmatica e una larga fascia, che dal
collo discende in due liste fino ad oltre mezza vita, e sembra
che sia il suo breve pallio, ripiegato a guisa dell'odierna
stola sacerdotale. Procopio, che è il terzo, veste una dal-
matica a lunghe e strette maniche, sopra della quale ha il
breve pallio che gli copre le spalle, e la cui falda dall' omero
destro egli ha raccolto sul braccio sinistro, stando come tutti
gli altri in atteggiamento di orante. Siegue appresso Eliodora,
avanti al cui nome con raro sbaglio manca l'aspirazione.
La sua dalmatica è ornata di sì larghe fasce di porpora,
che fa risovvenire della tunica di Silvia, madre del magno
Gregorio, di cui si legge in Giovanni diacono (in Vita
Gregorii, IV, 83), che vestiva una tunica duabus \onis ad
similitudinem dalmaticarum, sed latioribus omnìno distimia.
Essa è velata ed ha sulla spalla destra un panno, ripiegato
a modo di spallino, e sembra ritenuto da un bottone, e do-
veva vedersi anche sull' omero sinistro, se non fosse stato
distrutto. Zoe scritto col dittongo a;, Zoae, ancor essa velata
ed orante, è in estremo luogo a destra, e danneggiata di
molto pel loculo che posteriormente vi fu aperto. A tutte
costoro si acclama la felicità eterna Dionysas in pace,
Nemesi in pace, Procopi in pace, Heliodora in pace, Zoe
in pace. E questa una lormola accorciata, che col con-
fronto di altre epigrafi facilmente si compie, a modo di
e sempio : Nemesi te in pace Christus faciat.

In questa regione del cimitero di Callisto fu deposta
santa Sotere martire 1' anno 3o4, e in pari tempo vi furono
trasferiti i santi Calogero e Partenio : indi circa il 3ii vi
ebbe sepoltura S. Eusebio Papa e martire. Le pitture elic-
vi si trovano non son tutte ancora date alla luce: ione pub-
blico quel tanto che posso.

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