Volume II.
DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE
Tav. 54, 55,56.
tunica, sulla quale veste la dalmatica di essa tunica più corta
ed ha coperto il capo col velo. Alla sinistra di lei pendono
dal muro annodati insieme quattro serti, un quinto è stac-
cato e giace sul terreno. Di questo particolare nulla dice il
Bottari. Sull'albero che è presso la donna posano due uc-
celli e un ceppo di fiori spunta dal suolo. La volticina è
tutta ornata a fiori di rosa, a festoni e rami di olivo. Nel
centro di essa, in un cerchio fregiato di un serto, è espresso
Daniele in mezzo ai due leoni orante. Sul muro esterno son
dipinti due uccelli librati a volo.
2. Bottari CXXVI. cf. CXXIV. D. Dietro la parete d'in-
gresso di questo cubicolo XIV sono dipinti quattro quadri
due a destra e due a sinistra. A destra è la Vergine SS. in
dalmatica, listata di porpora, coi capelli in due nodi raccolti
sul vertice, che assisa in sedia che ha spalliera e stringendo
al seno il celeste bambino è in atto di ricevere i doni dai tre
Magi, ciascuno dei quali dovrebbe recarli nel bacino, ma
due di essi bacini sembran vuoti e solo il primo vi porta
una corona. Essi vestono tuniche listate di porpora e certi
calzoni sparati per lungo sulla coscia e sulla tibia, quali
si vedono talvolta indosso al frigio Ati, senza per altro i
nastri coi quali sono queste aperture allacciate. Mancano
poi dei loro palili e solo portano in capo il frigio berretto.
Nel quadro a questo sottoposto Cristo percuote la rupe
docciarne e mostra a dito l'acqua che ne spiccia. Egli è in
tunica addogata a larghe maniche e indossa un pallio, sul
cui lembo è la lettera I. Il quadro superiore a sinistra rap-
presenta una donna in dalmatica coi capelli a due nodi le-
gati sulla fronte ed il capo velato, la quale orando alza le
braccia che due personaggi imberbi in tunica e pallio in
bell'atteggiamento sostengono ai gomiti o piuttosto mostrano
voler sostenere. Sui lembi dei loro palili si vede il segno X.
Si vuol dire, scrive il Bottari (p. 166), che questa fosse una
matrona ricca e questi fossero due suoi servi o liberti.
Tutt'altro : e il Bottari non si è avveduto che i servi o liberti
non si sarebbero mai figurati alla maniera degli Apostoli e
degli uomini apostolici, in tunica e pallio. Nel quadro in-
feriore vedesi Adamo ed Eva, e in mezzo l'albero. Am-
bedue coprono la loro nudità colla foglia, sostenendola con
tutte due le mani. Il serpe non è attortigliato all'albero, ma
strisciando sul terreno a pie dell' albero volgesi indietro a
destra, ov' è figurata Eva.
TAVOLA LVI.»
Bc
)ottari CXXVII. La tavola di quest'arcosolio, sul
quale Pomponio Leto e i suoi amici lasciarono graffiti i loro
nomi, è stata in più parti da me emendata, ma segnata-
mente nella pittura di fondo, che ho disegnata da una buona
fotografia, supplendo la metà inferiore del coppiere e della
donna a destra dalla stampa, perchè questa parte ora è
perduta. Il pittore del Bosio l'interpretò assai male. Nel
centro della volticina è rappresentato il buon pastore con
pecora sulle spalle e siringa nella destra, tra due alberi da
me corretti. Questa pittura è chiusa da due cerchi e inter-
namente da un terzo che è formato da un bastoncello, at-
torno al quale é attortigliata una pianta di ellera. Il pa-
store veste tunica cinta e immanicata e alti calzari a fasce
ingraticolate : ha la pecora sulle spalle , la verga nella si-
nistra e la siringa nella destra Le altre rappresentanze sono:
a sinistra Giona vomitato dal mostro, dalle cui fauci esce
colle mani aperte ed orante ; la qual pittura è da me stata
corretta : a destra Giona è all' ombra della cucuzza colla
mano destra sul capo, e siede a mezzo appoggiando il braccio
sinistro ad un sasso. Tra mezzo alla pittura del centro e
a queste laterali sono effigiate due teste entro corona di
lauro con una filza di perle attorno alle tempie e un'al-
tra attorno al collo, e questo collo finisce in foglia di vite.
A destra e a sinistra di queste due teste arinovi due curve
zone, entro alle quali son dipinti uccelli sopra viticci. Nel
muro di fondo è il quadro che ho riprodotto coli'aiuto di
una buona fotografia: ma poiché le proporzioni sono assai
ridotte, mi è sembrato che sarebbe utile dare dalla mede-
sima fotografia preso a lucido il pesce coli' apparato che
lo circonda (n. 2), affinchè sia più agevole indagarne la na-
tura. Nelle aree esterne al quadro volano due uccelli. Entro
è una mensa, alla quale banchettano tre uomini: il primo
a destra barbato, gli altri due imberbi. Il pittore del Bosio
erroneamente pose una donna nel mezzo, e fece tutti e tre
gli uomini barbati. Neil' uomo che è a destra di chi guarda
è assai strano un colpo di pennello che dà l'idea- d' un
orecchio di cavallo e fu copiato anche dal pittore del Bosio.
Ma essa è ivi accidentalmente e non è a tarne caso. As-
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DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE
Tav. 54, 55,56.
tunica, sulla quale veste la dalmatica di essa tunica più corta
ed ha coperto il capo col velo. Alla sinistra di lei pendono
dal muro annodati insieme quattro serti, un quinto è stac-
cato e giace sul terreno. Di questo particolare nulla dice il
Bottari. Sull'albero che è presso la donna posano due uc-
celli e un ceppo di fiori spunta dal suolo. La volticina è
tutta ornata a fiori di rosa, a festoni e rami di olivo. Nel
centro di essa, in un cerchio fregiato di un serto, è espresso
Daniele in mezzo ai due leoni orante. Sul muro esterno son
dipinti due uccelli librati a volo.
2. Bottari CXXVI. cf. CXXIV. D. Dietro la parete d'in-
gresso di questo cubicolo XIV sono dipinti quattro quadri
due a destra e due a sinistra. A destra è la Vergine SS. in
dalmatica, listata di porpora, coi capelli in due nodi raccolti
sul vertice, che assisa in sedia che ha spalliera e stringendo
al seno il celeste bambino è in atto di ricevere i doni dai tre
Magi, ciascuno dei quali dovrebbe recarli nel bacino, ma
due di essi bacini sembran vuoti e solo il primo vi porta
una corona. Essi vestono tuniche listate di porpora e certi
calzoni sparati per lungo sulla coscia e sulla tibia, quali
si vedono talvolta indosso al frigio Ati, senza per altro i
nastri coi quali sono queste aperture allacciate. Mancano
poi dei loro palili e solo portano in capo il frigio berretto.
Nel quadro a questo sottoposto Cristo percuote la rupe
docciarne e mostra a dito l'acqua che ne spiccia. Egli è in
tunica addogata a larghe maniche e indossa un pallio, sul
cui lembo è la lettera I. Il quadro superiore a sinistra rap-
presenta una donna in dalmatica coi capelli a due nodi le-
gati sulla fronte ed il capo velato, la quale orando alza le
braccia che due personaggi imberbi in tunica e pallio in
bell'atteggiamento sostengono ai gomiti o piuttosto mostrano
voler sostenere. Sui lembi dei loro palili si vede il segno X.
Si vuol dire, scrive il Bottari (p. 166), che questa fosse una
matrona ricca e questi fossero due suoi servi o liberti.
Tutt'altro : e il Bottari non si è avveduto che i servi o liberti
non si sarebbero mai figurati alla maniera degli Apostoli e
degli uomini apostolici, in tunica e pallio. Nel quadro in-
feriore vedesi Adamo ed Eva, e in mezzo l'albero. Am-
bedue coprono la loro nudità colla foglia, sostenendola con
tutte due le mani. Il serpe non è attortigliato all'albero, ma
strisciando sul terreno a pie dell' albero volgesi indietro a
destra, ov' è figurata Eva.
TAVOLA LVI.»
Bc
)ottari CXXVII. La tavola di quest'arcosolio, sul
quale Pomponio Leto e i suoi amici lasciarono graffiti i loro
nomi, è stata in più parti da me emendata, ma segnata-
mente nella pittura di fondo, che ho disegnata da una buona
fotografia, supplendo la metà inferiore del coppiere e della
donna a destra dalla stampa, perchè questa parte ora è
perduta. Il pittore del Bosio l'interpretò assai male. Nel
centro della volticina è rappresentato il buon pastore con
pecora sulle spalle e siringa nella destra, tra due alberi da
me corretti. Questa pittura è chiusa da due cerchi e inter-
namente da un terzo che è formato da un bastoncello, at-
torno al quale é attortigliata una pianta di ellera. Il pa-
store veste tunica cinta e immanicata e alti calzari a fasce
ingraticolate : ha la pecora sulle spalle , la verga nella si-
nistra e la siringa nella destra Le altre rappresentanze sono:
a sinistra Giona vomitato dal mostro, dalle cui fauci esce
colle mani aperte ed orante ; la qual pittura è da me stata
corretta : a destra Giona è all' ombra della cucuzza colla
mano destra sul capo, e siede a mezzo appoggiando il braccio
sinistro ad un sasso. Tra mezzo alla pittura del centro e
a queste laterali sono effigiate due teste entro corona di
lauro con una filza di perle attorno alle tempie e un'al-
tra attorno al collo, e questo collo finisce in foglia di vite.
A destra e a sinistra di queste due teste arinovi due curve
zone, entro alle quali son dipinti uccelli sopra viticci. Nel
muro di fondo è il quadro che ho riprodotto coli'aiuto di
una buona fotografia: ma poiché le proporzioni sono assai
ridotte, mi è sembrato che sarebbe utile dare dalla mede-
sima fotografia preso a lucido il pesce coli' apparato che
lo circonda (n. 2), affinchè sia più agevole indagarne la na-
tura. Nelle aree esterne al quadro volano due uccelli. Entro
è una mensa, alla quale banchettano tre uomini: il primo
a destra barbato, gli altri due imberbi. Il pittore del Bosio
erroneamente pose una donna nel mezzo, e fece tutti e tre
gli uomini barbati. Neil' uomo che è a destra di chi guarda
è assai strano un colpo di pennello che dà l'idea- d' un
orecchio di cavallo e fu copiato anche dal pittore del Bosio.
Ma essa è ivi accidentalmente e non è a tarne caso. As-
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