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498 Zur Geschichte d. Wegführung d. Heidelb. Bibliothek.
Spediti i miei negotii in Milano, le feci condurre per terra
sü i carri infino ä Pavia, da Pavia per acqua, e giü per il Po in-
sino al Lago oscuro, indi per terra ä Ferrara, da Ferrara per
acqua insino ä Malalbergo, dove bisogno aspettare alcuni di, ehe
si restituisse l’acqua del Canale di Bologna, la quäl era levata.
Per tutto questo viaggio hö havuto piü fastidii, e travagli
con li Gabellieri, e Datieri, ehe non ho havuto frä gli heretici,
alli quali bastava mostrare la patente del Principe, et ä questi non
era bastanti, nb il Breve del N. S., ne altro, mä ä torto, o ä
ragione cercavano di cavillar ogni cosa, e rovinarmi, con mandarmi
hör qua, hör lä per i caldi, senza niuna compassione, e quando
non potevano rilevar altro, almeno godevano d’havermi stratiato,
cavatane almeno (?) poca cortesia, ehe si b data per non farli piü
biasemare, e rinegare.
50. Subito resa l’acqua nel Canale, vennero le casse ä Bologna,
e perche Mons. Cesis il quäle baveva havuti gli ordini, era partito,
senza haverli laseiati, ne feci capo al nuovo Vicelegato, il quäle
con la sua autoritä, suppli ä quello ehe mancava.
Qui di nuovo bisogno disarcir le casse, e poi insieme con
Mons. Vicelegato, si fece l’accordo del prezzo della condotta da
Bologna ä Roma. E giä essendosi inviato una parte, io sollecitai
di arrivar prima di loro in Roma, per causa ehe non potevo assi-
stere, poiche andavano a sperzoni, e tanto era il mio star in Roma,
quanto in altro luogo, e cosi giunsi la Vigilia di san Pietro la
sera, e mi presentai innanzi ai Superiori, e Padroni, i quali giu-
dicando meglio ch’io mene tornassi via, e mene venissi con l’ulti-
mo, per assistere, et esser presente ä tutto quello ehe potesse
occorrere.
51. Il di seguente dopo san Pietro mi partii di Roma, e mi
condussi ä Fiorenza, dove aspettavo ehe le casse passassero. In
questo mentre, per la morte di Santa memoria di Gregorio XV.,
non essendosi fatto certo pagamento, et percid impedite le casse
quä et in lä, per accommodar questo negotio, bisogno, ch’andassi
a Bologna, dove aggiustato il tutto, mene tornai ä Fiorenza donde
poi ai 24 di Luglio mene tornai in Roma, et il terzo giorno mi
posi in letto con febre acuta, e con pericolo grande di lasciarci
la vita, et insin ä questo giorno 22 di Settembre non mi sono
rihavuto affatto. 1623.

Laus Deo.
 
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