DE GLI A N F I T E A T R 1
sion d’ uomini, quali a loro per onore sa-
grificati ; o si placaslèro almeno, appagan-
doli , come se fodero Renati per lor ven-
detta. Quell’ opinione fece cader molte vol-
te .su i prigioni di guerra tal crudeltà ; e
I//W.4. quanto d’ antico, si vede in Omero , nel
cui maggior Poema Achille uccide dodici
nobili giovani Troiani alla pira di Patroclo.
Troppo inumano parendo poi, come nota
Servio, l’ammazzar uomini in sì fatta gui-
sa, fu introdotto di conseguir l’istesiò per
die vifum via di combattimento : il che sembra ac-
cennarsi da Erodoto ne’Traci; ma quel luo-
go ha forsè diverso senso, parlandoli quivi
di que’ certami, e giuochi sunerali in cui
proponeasi premio, onde non crederei foibe
w da pigliar di là l’origine de’Gladiatori detti
frm' . I-'j’recij come parve a Lipsio. Scrive Diillo
predo Ateneo, aver Cadandro nel seppelire
Aiben. I. 4, Arideo Re di Macedonia , e la moglie ,
fatto duellare quattro soldati : ma non cre-
dali avverata per quello l’opinione di chi
tiene padàstèro i Gladiatori a Roma da’
Greci. Singolare è il fatto da Diillo mea-
tovato,nè in Grecia allignò tal’uso, e mol-
to meno in maniera di Ipettacolo vi prese
piede. Sappiamo, eòe fra tanti generi di
certami praticati ne’giuochi Olimpici, gla-
diatorie pugne non furon mai. Leggesi in
/. 5. c. 1. Vitruvio, che nell’Italia si faceano le piaz-
ze delle Città indifferente maniera da’Gre-
ci , per 1’ uso eh’ era qui tramandato da
Maggiori, di sare in elle così fatti spetta-
coli. Non si videro però alcuna volta in
Grecia, se non per edervi palsati da Ro-
i» Ttx‘ ma. Un luogo sovvienmi di Luciano, che
ha fatto credere a più d’ uno, Gladiatori,
e Fiere osferii costumate ad Atene in Tea-
tro fin ne’tempi antichi; ma quel racconto
di Todàri è favoloso, e finto, come ognun
può conoscere , Sappiamo da Tito Livio,
che il primo a far vedere in Grecia Gladia-
tori fu Perseo ultimo Re di Macedonia, il
W.v. cum quale gli sece venir di Roma, con terror più
b°n to^°> c'ie con piacere del popolo non avvez-
suetorum z° a tale Spettacolo. Ne continuò 1’ uso quel
ad tale spe- Re ? ma non per questo dopo lui, nè in al-
' acu.um par^e della Grecia fidàronsi ; il che se
fosse avvenuto, frequenti ne sarebbero le
menzioni negli Scrittori, e si vedrebbero
ne’ monumenti Greci sì fatte immagini.
Gli ricevè procedendo i tempi la Città di
Corinto; ma perchè? perchè quella Città
distrutta già interamente da Lucio Mura-
mio, fu ripopolata da Cesare con Colonie
i>ìo. ì. 43. di Romani, come si ha in Dione ; talché
in dille Pausania, che a suo tempo niun Co-
rintio era in Corinto, ma Romani, e man-
dati da elsi . Per l’emulazione con Corinto
chiamarongli dipoi alcuna volta gli A tenie-
si, dal che didùasègli Demonatte, come si ìnvtt D,-
vede in Luciano, e Dion Crisostomo biasi-
mò gli uni, e gli altri altamente d’ avergli
am medi.
Non da i Greci adunque presero i Ro-
mani questo costume, ma da gl’ Itali primi-
tivi, o sia dagli Etrusci, de’ quali imme-
morabil fu e speziale instituto. Però dille /. 5e. 1.
Vitruvio di tali spettacoli, edere in Italia
tramandati da’ Maggiori. Apparisce quella
verità singolarmente da’ monumenti sepol-
crali Etrusci, nelle figure de’ quali niente
più spesso s’incontra di così fatti certami,
e d’uomini che s’ammazzano con coltelli.
e spade, e ancora con armi varie, e strane;
come può osservar ciascuno nella gran rac-
colta publicatane ultimamente in Firenze.
Nè sidamente in uso funerale , ma costu-
marono di far duellare per diletto, e per
trastullo fin ne’conviti, come ‘de gli abita-
tori delia Campagna, che pur furono Etru-
sci, narra Ateneo. Dice Eratostene predo 4>
1’ ideilo , come solean gli Etrusci pugnare
a fuon dì flauto : la voce quivi usata parreb- H>. ir poi;
be doverli intender de’Pupilli, ma il con-u'w”‘*
teno indica Gladiatori ? e così intelela il
Casaubono. Quivi ancora riferifee Ateneo
le Tegnenti parole di Nicolò Damasceno an-
tico Storico ; gli fpettacoli de' Gladiatóri fi sa- va^tì Tvs-
ceano da Romani non fidamente nelle pudiche &c'
radunanze, e ne'Teatrì, prefone da gli Etru-
fci ilcofiume,ma ne'conviti ancora. Sospettò si1*- Vrm.
Lipsio a questo passo, Greco ne fosse in ori- ltb'x'c'
gine l’instituto, per aver detto Ermippo,
che de’Duelli inventori furono i Mantinei :
ma chi potrebbe dire, qual’autorità al det-
to di costui debba deferirli , e cossa voless’
egli intendere, per Duellanti in quel luogo ? vósiv ftove-
tute altro certamente che gladiatorii spetta- tia^vruv-
coli. Si è già per noi dimostrato a baldanza
nel Ragionamento fiopra gl' Itali primitivi annes-
so ali’ Ijìoria de' Diplomi, come gli Etrusci
non ebbero altramente gl’ inslituti, e Far-
ti da’ Greci. Aftèrmò Isidoro , anche il no- Orig. ito.
me di Lanista, dato da’ Latini a chi com- cs rf^cxlin
perava, nodriva, ed esercitava Gladiatori,^,
edere Etrusco,e lignificare in quella lingua
carnefice.
Astèrmò Isidoro parimente,di creder de- 4 l8.
nominati da una Città Etrusca i Gladiatori c. 57.
Veliti. Sfuggirono quelli a Lipsio, dove le
spezie di costoro eruditamente annovera, e
illustra; ma si veggono indicati con 1’ altre
dalli in una Lapida del Fabretti, e gli tro-
vo chiaramente nominati da Ovidio, ove in Ibin,
sòriVC è Utque petti
Qual da princìpio al fimi, di gialla arena
Coperto l'afta va del non ancora ventis are-
Riscaldato Velite-. . nw™
Doveano quelli dar principio al Giuoco 5 caìfatìi
come
sion d’ uomini, quali a loro per onore sa-
grificati ; o si placaslèro almeno, appagan-
doli , come se fodero Renati per lor ven-
detta. Quell’ opinione fece cader molte vol-
te .su i prigioni di guerra tal crudeltà ; e
I//W.4. quanto d’ antico, si vede in Omero , nel
cui maggior Poema Achille uccide dodici
nobili giovani Troiani alla pira di Patroclo.
Troppo inumano parendo poi, come nota
Servio, l’ammazzar uomini in sì fatta gui-
sa, fu introdotto di conseguir l’istesiò per
die vifum via di combattimento : il che sembra ac-
cennarsi da Erodoto ne’Traci; ma quel luo-
go ha forsè diverso senso, parlandoli quivi
di que’ certami, e giuochi sunerali in cui
proponeasi premio, onde non crederei foibe
w da pigliar di là l’origine de’Gladiatori detti
frm' . I-'j’recij come parve a Lipsio. Scrive Diillo
predo Ateneo, aver Cadandro nel seppelire
Aiben. I. 4, Arideo Re di Macedonia , e la moglie ,
fatto duellare quattro soldati : ma non cre-
dali avverata per quello l’opinione di chi
tiene padàstèro i Gladiatori a Roma da’
Greci. Singolare è il fatto da Diillo mea-
tovato,nè in Grecia allignò tal’uso, e mol-
to meno in maniera di Ipettacolo vi prese
piede. Sappiamo, eòe fra tanti generi di
certami praticati ne’giuochi Olimpici, gla-
diatorie pugne non furon mai. Leggesi in
/. 5. c. 1. Vitruvio, che nell’Italia si faceano le piaz-
ze delle Città indifferente maniera da’Gre-
ci , per 1’ uso eh’ era qui tramandato da
Maggiori, di sare in elle così fatti spetta-
coli. Non si videro però alcuna volta in
Grecia, se non per edervi palsati da Ro-
i» Ttx‘ ma. Un luogo sovvienmi di Luciano, che
ha fatto credere a più d’ uno, Gladiatori,
e Fiere osferii costumate ad Atene in Tea-
tro fin ne’tempi antichi; ma quel racconto
di Todàri è favoloso, e finto, come ognun
può conoscere , Sappiamo da Tito Livio,
che il primo a far vedere in Grecia Gladia-
tori fu Perseo ultimo Re di Macedonia, il
W.v. cum quale gli sece venir di Roma, con terror più
b°n to^°> c'ie con piacere del popolo non avvez-
suetorum z° a tale Spettacolo. Ne continuò 1’ uso quel
ad tale spe- Re ? ma non per questo dopo lui, nè in al-
' acu.um par^e della Grecia fidàronsi ; il che se
fosse avvenuto, frequenti ne sarebbero le
menzioni negli Scrittori, e si vedrebbero
ne’ monumenti Greci sì fatte immagini.
Gli ricevè procedendo i tempi la Città di
Corinto; ma perchè? perchè quella Città
distrutta già interamente da Lucio Mura-
mio, fu ripopolata da Cesare con Colonie
i>ìo. ì. 43. di Romani, come si ha in Dione ; talché
in dille Pausania, che a suo tempo niun Co-
rintio era in Corinto, ma Romani, e man-
dati da elsi . Per l’emulazione con Corinto
chiamarongli dipoi alcuna volta gli A tenie-
si, dal che didùasègli Demonatte, come si ìnvtt D,-
vede in Luciano, e Dion Crisostomo biasi-
mò gli uni, e gli altri altamente d’ avergli
am medi.
Non da i Greci adunque presero i Ro-
mani questo costume, ma da gl’ Itali primi-
tivi, o sia dagli Etrusci, de’ quali imme-
morabil fu e speziale instituto. Però dille /. 5e. 1.
Vitruvio di tali spettacoli, edere in Italia
tramandati da’ Maggiori. Apparisce quella
verità singolarmente da’ monumenti sepol-
crali Etrusci, nelle figure de’ quali niente
più spesso s’incontra di così fatti certami,
e d’uomini che s’ammazzano con coltelli.
e spade, e ancora con armi varie, e strane;
come può osservar ciascuno nella gran rac-
colta publicatane ultimamente in Firenze.
Nè sidamente in uso funerale , ma costu-
marono di far duellare per diletto, e per
trastullo fin ne’conviti, come ‘de gli abita-
tori delia Campagna, che pur furono Etru-
sci, narra Ateneo. Dice Eratostene predo 4>
1’ ideilo , come solean gli Etrusci pugnare
a fuon dì flauto : la voce quivi usata parreb- H>. ir poi;
be doverli intender de’Pupilli, ma il con-u'w”‘*
teno indica Gladiatori ? e così intelela il
Casaubono. Quivi ancora riferifee Ateneo
le Tegnenti parole di Nicolò Damasceno an-
tico Storico ; gli fpettacoli de' Gladiatóri fi sa- va^tì Tvs-
ceano da Romani non fidamente nelle pudiche &c'
radunanze, e ne'Teatrì, prefone da gli Etru-
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Lipsio a questo passo, Greco ne fosse in ori- ltb'x'c'
gine l’instituto, per aver detto Ermippo,
che de’Duelli inventori furono i Mantinei :
ma chi potrebbe dire, qual’autorità al det-
to di costui debba deferirli , e cossa voless’
egli intendere, per Duellanti in quel luogo ? vósiv ftove-
tute altro certamente che gladiatorii spetta- tia^vruv-
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nel Ragionamento fiopra gl' Itali primitivi annes-
so ali’ Ijìoria de' Diplomi, come gli Etrusci
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me di Lanista, dato da’ Latini a chi com- cs rf^cxlin
perava, nodriva, ed esercitava Gladiatori,^,
edere Etrusco,e lignificare in quella lingua
carnefice.
Astèrmò Isidoro parimente,di creder de- 4 l8.
nominati da una Città Etrusca i Gladiatori c. 57.
Veliti. Sfuggirono quelli a Lipsio, dove le
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illustra; ma si veggono indicati con 1’ altre
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vo chiaramente nominati da Ovidio, ove in Ibin,
sòriVC è Utque petti
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Coperto l'afta va del non ancora ventis are-
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Doveano quelli dar principio al Giuoco 5 caìfatìi
come