i7
LIBRO
Cal.c. 35.
ob egregi-
am torpo-
ri; ampli-
tudinem
O* ppeciem
Colafferai
disilli.
Var. I. 3.
Ep- 3- no-
mine vi-
ribujque
prapoten-
ti ■
l. io. c. 4.
X0X<9<7<7Z
XOTg^Ot
Onera.
c. 44. &’
73.qui in
Co/osio
moraban-
lur.
EgL 7.
originata io pensi tal denominazione, dirò
che da nuli’altro, se non dal comparir que-
llo edilìzio tra tutti gli altri, quel eh’ era
tra le siatile un Colossò, e dall’ uso antico
di chiamar così tutto ciò, eh’ eccedesse in
grandezza. Vennemi quello penderò gran
tempo fa nel leggere in Svetonio, come a
tempo di Caligola Elio Proculo per l'insigne
ampiezza, e bella sorma del [no corpo, veniva
chiamato Colo (fero-, oColpjfeo-, come forsè in
quel luogo dee scriversi. Osservai parimen-
te nell’ Epistole di Cassiodorio , come un
Personaggio per nome Colojfeo vien detto
prepotente di forze, cioè robuflissimo; onde
appare, che per l’istesfo motivo era ssato
così cognominato. In oltre Vitruvio chia-
ma peft più colosfeì i peli maggiori ; con che
dimoflra, che si usava il nome di colobo per
esprimer cosa grande , appunto come in
Greco usansì talvolta nelle voci composte
i nomi di cavallo, e di bue. Mi accertai del
tutto seorrendo poi l’Istoria d’ Erchemper-
to Monaco dell’edizione di Camillo Pelle-
grini, replicata ora nel tomo secondo delle
Cofe Italiche-, perchè due volte in essa chia-
mali Coloflo ( forsè è da legger Colosse'o ) 1’
Anfiteatro di Capua, dove non era certa-
mente il Colossò di Nerone . Appar però
manifestamente, come si dava tal nome a
gli Anfiteatri dal popolo, per la lor mara-
vigliosa altezza: di quella del Romano af-
fermò Calpurnio nell’ Egloghe, che supe-
rava la cima del monte Tarpeo, e parea
giungesse al Cielo. Tanto io avea scritto
meli sono ; quando mi arriva da Capua ,
speditomi gentilmente dal Magiflrato de-
gnissimo di quella Città, e dal nobil Capo
di esso Giuseppe di Capua Capece , il libro
novamente useito del Canonico Alessio Ma-
zochio sopra quell’ Anfiteatro . Quello li-
bro è così dótto, e così elegante, che deb-
bon rallegracene quegli animi nobili, iqua-
li godono in vedere a qual segno sian’ oggi
in Italia le lettere. Ora nel punto del no-
me di Colosséo dato ali’ Anfiteatro Roma-
no, trovo tener quell’ Autore tal’opinione
adèrti va mente, e provarla co’ passi di Vi-
truvio, e d’Erchemperto, e Angolarmen-
te coll’interpretazione data da Esichio del-
la voce xoAcxra-la, per lo che mi sono am-
piamente confermato in quefla sentenza.
Poiché però non sarebbe anche del tut-
to incredibile , che da un Colossò , come
volgarmente flimasi , avelie per qualche
accidente desunta l’Anfiteatro sua denomi-
nazione , aggiungerò qui, che quando pur
così fosse, non certamente di Nerone, ma
l’avrebbe più toflo presa da Colosso di Ti-
to . Ne abbiam forsè un indizio dinanzi
agli occhi nelle due prime Medaglie della
Ver. Illussr. Parte IV.
P R I M O. 18
premessa tavola, che ci dimossrano figura
con ramo d’ulivo in mano, sedente in se-
dia curule, e quefla collocata sopra varie
armi. E’ probabile rappresentarsi per essa
un Colosso di Tito. Figura similiffima , e
pur sedente sopra sedia curule si vede nella
Medaglia battuta a onor di Tiberio, con
le parole Civìtatìbus Asnc Reflit atis-, nella
quale il volto di Tiberio ottimamente si ri-
conosce, solendosi trovar tal Medaglia da
ottimo e valente artesice; onde credo mani-
festo rappresentarsi inessa una Statua,eret-
tagli per aver sovvenute le Città d’Asia mi-
nate dal terremoto. Che tale flatua fosse
colossescst, si può arguire dalla baie mar-
morea d’altra Amile seoperta nel 1693 in
Pezzuole , con le immagini di quelleCittà
scolpite all’ intorno, e Iscrizione in sronte
data suori dal Bulifone , e dal Fabretti, e
sopra la quale un libro scrisse Lorenzo Gro-
novio. Non crederei però da porli in du-
bio, che Colosso non sosse anche la slatua
somigliante di Tito. Tornava bene agli ar-
tesici di fare i Cololsi sedenti, potendo in
tal modo dar più fàcilmente considenza a
quelle machine, e Acutezza: d’ un Colosso
di Marte sedente fa menzion Plinio. Potrà 4
intenderli con quello lume il lignificato in eft
alcune Medaglie delle figure sedenti. Una
Amile pur con ramo in mano, e con insegne sssseut.
di divinità, corona radiata,ed alla, o deb-
ba dirli seettro, ha intorno Di-via Auguflas
Vespafianus; onde par chiaro, rappresenti
una slatua di lui, erettagli per decreto del
Senato, come indica il riverso, che non al-
tro ha in mezo, se nonSC. e che fofse colof-
sea può arguirsi da chi l’ordinò, e in gra-
zia di chi fu ordinata. In quella tanto vol-
gare d’ Augnilo, ove Amil figura si vede,
e pur come quella di Tito sopra sedia cura-
le, e con ramo d’ ulivo in mano, quando
sia confervata perfèttamente, la saccia d‘
Augnilo si ravvila ; ond’ è chiaro ,che una
slatua di lui ci moflra parimente consetta-
tagli dopo morte confenfu Senatas et Equefris
Ordina, Populìque Romani. Così gliene fu-
rono erette lui vivente, contribuendo ognuno
il denaro, come si ha in Dione. Colosso d’ /. 54.
Augnilo nomina Marziale, di Domiziano
Stazio. Tra di marmo, e di metallo ottan-
totto Colossi afferma follerò in Roma Pu-
blio Vittore; e tali furono per lo più le so»
lenni (latue degl’ Imperatori. Così avea
ordinato Caligola, che si ponesse a lui nel
Tempio di Gerusalemme, e così in Giam- Legm. ai
nia altra Città di Giudea, come riferisee
Filone. Ad Elio Vero comandò Adriano, jiattfs
si ponessero fiat uè colo[fe[che da per tutto . Coiossc^
Che tal folle la flatua di Tito figurata dall"
altra parte dell’ Anfiteatro, e che folle co-
B sa
LIBRO
Cal.c. 35.
ob egregi-
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ri; ampli-
tudinem
O* ppeciem
Colafferai
disilli.
Var. I. 3.
Ep- 3- no-
mine vi-
ribujque
prapoten-
ti ■
l. io. c. 4.
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Onera.
c. 44. &’
73.qui in
Co/osio
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lur.
EgL 7.
originata io pensi tal denominazione, dirò
che da nuli’altro, se non dal comparir que-
llo edilìzio tra tutti gli altri, quel eh’ era
tra le siatile un Colossò, e dall’ uso antico
di chiamar così tutto ciò, eh’ eccedesse in
grandezza. Vennemi quello penderò gran
tempo fa nel leggere in Svetonio, come a
tempo di Caligola Elio Proculo per l'insigne
ampiezza, e bella sorma del [no corpo, veniva
chiamato Colo (fero-, oColpjfeo-, come forsè in
quel luogo dee scriversi. Osservai parimen-
te nell’ Epistole di Cassiodorio , come un
Personaggio per nome Colojfeo vien detto
prepotente di forze, cioè robuflissimo; onde
appare, che per l’istesfo motivo era ssato
così cognominato. In oltre Vitruvio chia-
ma peft più colosfeì i peli maggiori ; con che
dimoflra, che si usava il nome di colobo per
esprimer cosa grande , appunto come in
Greco usansì talvolta nelle voci composte
i nomi di cavallo, e di bue. Mi accertai del
tutto seorrendo poi l’Istoria d’ Erchemper-
to Monaco dell’edizione di Camillo Pelle-
grini, replicata ora nel tomo secondo delle
Cofe Italiche-, perchè due volte in essa chia-
mali Coloflo ( forsè è da legger Colosse'o ) 1’
Anfiteatro di Capua, dove non era certa-
mente il Colossò di Nerone . Appar però
manifestamente, come si dava tal nome a
gli Anfiteatri dal popolo, per la lor mara-
vigliosa altezza: di quella del Romano af-
fermò Calpurnio nell’ Egloghe, che supe-
rava la cima del monte Tarpeo, e parea
giungesse al Cielo. Tanto io avea scritto
meli sono ; quando mi arriva da Capua ,
speditomi gentilmente dal Magiflrato de-
gnissimo di quella Città, e dal nobil Capo
di esso Giuseppe di Capua Capece , il libro
novamente useito del Canonico Alessio Ma-
zochio sopra quell’ Anfiteatro . Quello li-
bro è così dótto, e così elegante, che deb-
bon rallegracene quegli animi nobili, iqua-
li godono in vedere a qual segno sian’ oggi
in Italia le lettere. Ora nel punto del no-
me di Colosséo dato ali’ Anfiteatro Roma-
no, trovo tener quell’ Autore tal’opinione
adèrti va mente, e provarla co’ passi di Vi-
truvio, e d’Erchemperto, e Angolarmen-
te coll’interpretazione data da Esichio del-
la voce xoAcxra-la, per lo che mi sono am-
piamente confermato in quefla sentenza.
Poiché però non sarebbe anche del tut-
to incredibile , che da un Colossò , come
volgarmente flimasi , avelie per qualche
accidente desunta l’Anfiteatro sua denomi-
nazione , aggiungerò qui, che quando pur
così fosse, non certamente di Nerone, ma
l’avrebbe più toflo presa da Colosso di Ti-
to . Ne abbiam forsè un indizio dinanzi
agli occhi nelle due prime Medaglie della
Ver. Illussr. Parte IV.
P R I M O. 18
premessa tavola, che ci dimossrano figura
con ramo d’ulivo in mano, sedente in se-
dia curule, e quefla collocata sopra varie
armi. E’ probabile rappresentarsi per essa
un Colosso di Tito. Figura similiffima , e
pur sedente sopra sedia curule si vede nella
Medaglia battuta a onor di Tiberio, con
le parole Civìtatìbus Asnc Reflit atis-, nella
quale il volto di Tiberio ottimamente si ri-
conosce, solendosi trovar tal Medaglia da
ottimo e valente artesice; onde credo mani-
festo rappresentarsi inessa una Statua,eret-
tagli per aver sovvenute le Città d’Asia mi-
nate dal terremoto. Che tale flatua fosse
colossescst, si può arguire dalla baie mar-
morea d’altra Amile seoperta nel 1693 in
Pezzuole , con le immagini di quelleCittà
scolpite all’ intorno, e Iscrizione in sronte
data suori dal Bulifone , e dal Fabretti, e
sopra la quale un libro scrisse Lorenzo Gro-
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bio, che Colosso non sosse anche la slatua
somigliante di Tito. Tornava bene agli ar-
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tal modo dar più fàcilmente considenza a
quelle machine, e Acutezza: d’ un Colosso
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alcune Medaglie delle figure sedenti. Una
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di divinità, corona radiata,ed alla, o deb-
ba dirli seettro, ha intorno Di-via Auguflas
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Senato, come indica il riverso, che non al-
tro ha in mezo, se nonSC. e che fofse colof-
sea può arguirsi da chi l’ordinò, e in gra-
zia di chi fu ordinata. In quella tanto vol-
gare d’ Augnilo, ove Amil figura si vede,
e pur come quella di Tito sopra sedia cura-
le, e con ramo d’ ulivo in mano, quando
sia confervata perfèttamente, la saccia d‘
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tagli dopo morte confenfu Senatas et Equefris
Ordina, Populìque Romani. Così gliene fu-
rono erette lui vivente, contribuendo ognuno
il denaro, come si ha in Dione. Colosso d’ /. 54.
Augnilo nomina Marziale, di Domiziano
Stazio. Tra di marmo, e di metallo ottan-
totto Colossi afferma follerò in Roma Pu-
blio Vittore; e tali furono per lo più le so»
lenni (latue degl’ Imperatori. Così avea
ordinato Caligola, che si ponesse a lui nel
Tempio di Gerusalemme, e così in Giam- Legm. ai
nia altra Città di Giudea, come riferisee
Filone. Ad Elio Vero comandò Adriano, jiattfs
si ponessero fiat uè colo[fe[che da per tutto . Coiossc^
Che tal folle la flatua di Tito figurata dall"
altra parte dell’ Anfiteatro, e che folle co-
B sa