venissè , mentre quel Re ebbe particolar |
cura degli edifizj singolarmente in Roma,
come lì vede nelle Varie di Cassiodorio : ma
tal Lapida tra quelle del Ciampini non fu
mai, di che m’assicura il nostro Monsignor
Bianchini, che fu suo amicisfimo , e che
dopo la sua morte andò con somma diligen-
za a raccoglierle, per farle acquistare all’
incomparabil Museo del Cardinale Alessan-
dro Albani. In una Iscrizion di Fabretti si
lusc. p.3. haVilicus Ampbìtheatri-, ufizio non per avan-
ti veduto, e vuol dir colui, chen’aveacu-
stodia, e cura. Per difensore, e conserva-
Var. 1.5. tore si trova usato il nome di Vilico a5 tem-
39- pi di Cassiodorio. Ufizio di Subvilicus Sotto-
cuftode vedesi in una insigne lapida , publi-
cata dal pur’ or nominato Bianchini nel si-
ne delle Ifcri^ioni Sepolcrali d' Ufiliali della
cafa d' Auguflo.
Averà già osservato il Lettore accorto
quanto si ricavi dalle Medaglie in quella
materia , e avvertirallo nel decorso altre
volte ancora . Da quelle però dovea far
principio chi ne ha trattato , benché il Co-
lo Panvinio,il quale avea in animo di trat-
tarne, di ciò si avisasse, ponendo insicine
nel Trattato de’Giuochi Circensi non sola-
mente quelle , eh’ hanno il Circo, ma quel-
le di Tito, di Domiziano, e d’Alessandro
con l’Anfiteatro : 1’ altra di Gordiano non
era in quel tempo ancor data fuori. Niuna
ne registrò egli di Vespasiano vivente, ma
ben’ una di lui già deificato, che non è pun-
to incredibile, benché non si vegga in oggi.
Ho dunque creduto a proposito , già che
d'Anfiteatri non cirestano più che reliquie,
di mettere prima d’altro innanzi a gli occhi
l’immagine dell’edilìzio intero, e di met-
terla in tutte quelle Medaglie, ove si ritro-
va , perchè si possa anche per 1’ ifioria ri-
trarne lumi. Sono nell’istessa grandezza de
gli originali. La prima, che apparisee nel-
la premessa tavola, non è più fiata veduta,
nè publicata. Quella di Tito Divo conser-
vasi in non pochi Studj, ma questa fu co-
niata lui vivente, e nell’ultimo suo Conso-
lato, che fu 1’ ottavo . E'grolla più dell’
ordinario, talché sarebbe Medaglione , se
corrispondesse la larghezza, ma in quello è
all’ incontro minore dell’ altre grandi. Per
Sincerità è indubitata, ed è unica per quan-
to sinor si sappia, degnamente posfedutain
Venezia dal NobiluomoCristinMartinelli,
alla gentilezza del quale dovranno averne 1’
obligo gli eruditi. La seconda di Tito,che
trovali anche mezana, benché assai rara ,
è però la men rara d’ogn’altra: ma rarissi-
mo diventa l’originale, ch’io conservo del-
la qui rappresentata per l’incomparabil con-
servazione, per essere alquanto più grande
Illufir. Parte ZK.
PRIMO. - 22
dell’ altre, e per esser di piombo, Il più si-
curo Pratico, che forsè a nostri giorni si sia
veduto, nella stima, che per semplice in-
struzione del possessore, e non già per oc-
• casion di contratto, fece d’uno Studio, ap-
prezzò questa assai più d’altra bellissima di
metallo, che pur vi era. Primo e infalli-
bil testimonio di verità è la leggerezza in
paragone d’altrettanto piombo non antico;
secondo è la patina inimitabile, che la ve-
de . A tal patina dee attribuirli la conser-
vazione centra l’uso de’piombi veramente
antichi ; e aFresì il non esser però la Me-
daglia tanto leggera , come altre sono, a-
vend’io un Mitridate di piombo, la cui leg-
gerezza è incredibile; ma in quella di cui
parliamo si è dalla patina impedita in par-
te l’evaporazione.
L’altre tre Medaglie si custodiscono nel
Museo del Gran Duca, che senza dubbio
è il più depurato e sicuro, che si trovi in
nissuna parte, e che ha però anche la secon-
da di Tito, ma non quella in Vespasiano,
nè altre che si vantano. A’ disegni ha assl-
uito il Signor Bastiano Bianchi , degno cu-
fiode di quel tesoro, e non men commen-
dabile per l’intelligenza, che per la corte-
sia. So che molti fi maraviglieranno, per-
chè quelle sole io abbia poste, mentre più
altre sene veggon ne’libri: undici ne regi-
strò il Mezabarba. Ma abbiali per indubi-
tato, che fuor di queste cinque difficilmen-
te si troverà l’Ansiteatro in Medaglia sin-
cera; e che l’altre finora pretele, o sono
imposture, o sono equivoci di chi vede 1’
■ Anfiteatro dove non è. In alcuni mi son’
5 avvenuto, che dando, nell’ estremo oppo-
j fio, per la quantità di copie che vanno in
« girò, e che anche in famolc raccolte si ten-
j gono, hanno opinione, che non si trovi 1’
ì Anfiteatro in Medaglia antica. Ma Raffàel
di Volterra, il qual fiorì avanti che la see-
lerata generazion de’ faisarii a tai lavori po-
nesse- mano, afsermò d’avere osservato nelC()WOT_
riverso d* antica Medaglia F Anfiteatro .Urb.i.^
Le qui esibite son pallate- per la trafila de’
pratici più rinomati. Le quattro di Firen-
ze furono approvate, e registrate tutte an-
co dal Vaillant, e spezialmente quella di
Domiziano rarissima, che si rende incon-
trastabile per una forte patina quali nera,
della quale non hanno i faisarii trovato an-
cora il secreto. Il Consolato settimo, e il
non vedervisi iltitol d’ Augusto, la mostra-
no battuta avanti la morte di Tito , co-
municato anche a lui l’onor del sratello per
tanto edilìzio. L’ altro due mostrano Far-
ti già decadute. Si fa in esse veder la piaz-
za, e nell’una uomo che combatte con bel-
, va, nell’altra toro, ed elefante con uomo
B z> sopra,