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Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Oth.]; Berno, Pierantonio [Oth.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

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https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0018
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DE GLI ANFITEATRI

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(opra. Quella di Severo Alessandro ha due
figure, che sembrano andar nell’ Anfitea-
tro, e una terza indietro, cheparcufiodis-
ca 1’ingresso, e se bene oscura per corro-
sione ,dà indizio d’essèr’ Ercole. Ercole in
fatti con la clava par si rappresenti anche
dal Colosib che si vede nell’ ultima . Meda-
glione pur di Gordiano, illustratodalSena-
tor Bonarroti, mostra un Circo in Eraclea
di Ponto, e in esso altresì una statua d’
Ercole . Ho chiamata la nostra Colosso ,
perchè tale apparisce, ed è notabile, che
appunto nell’istesso sito tefla colossesca di
marmo si è disotterrata anche all’ ingresso
del nostro Anfiteatro di Verona quell’ anni
addietro.
L’ ultima è di Gordian Pio, Medaglio-
ne dato fuori parimente su l’istesiò origina-
le di Firenze, e celebrato dallo Spanemio,
il quale però non mostrò in esso statue siot-
to le arcate, ma le fece vacue. D’altro
conio, e con qualche cola di più, e molto
conservato possiede quello nobilissimo Me-
daglione il Sig. Cardinale Alessandro Alba-
ni. Essendosi lui degnato di mandarmene
un’ esatto disegno, e con 1’ assifienza diluì
stesiò lavorato, l’ho aggiunto nella Tavola.
E’ osservabile quella figura, che si vedetta
gli spettatori, e da cui sembra dinotarli 1’
Imperador sedente. Che un’ ombra di essa
si veda anche in quello del Gran Duca, ri-
cavo dallo Spanemio, il qual però men be-
ne disse, che vi si veggano i Senatori, e
quelli nell’ Orcbefira, di che si parlerà a
sino luogo. Il colosiò, eh’è da una parte,
ha raggi intorno al capo, onde mostrereb-
be essèr d’ Apollo; ma non però è da cre-
dere, che si a il cólosso di Nerone mutato
in Apollo da Vespasiano, perchè a quello
era già siata levatala tefia da Comodo,
che vi ripose in cambio la siua. Singolar-
mente osièrvo, come statue non ci si veg-
gono all’ intorno, ma bensì colonne indie-
tro nel mezo, quali si prendesse la vedu-
ta da un lato, e si mostrassèro anche quel-
le de’ secondi Archi, il che si compruova
dalle seconde porte nel pian terreno, che si
moflrano in iscorcio : l’interno però si rap-
presenta in facciata. Forsè tali seconde co*
lonne furon credute statue da chi disegnò
alcun’altro originale men conservato di que-
llo bel monumento. Molto osservabile an-
cora è lo seudo, che non si ha in quel di
Firenze. Vedesi in essò 1’ Imperadore che
marchia a cavallo, con la Vittoria innan-
zi, quale ha corona in mano, e un solda-
to dietro, che loseguita. In altro Meda-
gliene da me veduto dell’ istesso Gordiano
tali figure servono di roveseio , ed appare,
che di qua fu preso 1’ esempio per sigurar-

le poi nell-istesso modo anche nel clipeo di
Probo.
Non è da tacere dell’edilìzio, che si ve-
de nelle tre prime da una parte, e della Me-
ta dall’ altra : per due fontane le prele il
Volterrano. Di quelle cosenon si può per
verità render sicuro conto. L’una è fiata
da gli Antiquarj comunemente riferita alla
Meta sudante, cui attribuiseono quel torso
di muro per dir così, che ancor rimane a
Roma in poca distanza dall’Anfiteatro, e
credono ne Igorgasse acqua . La figura cer-
tamente che si vede qui, è molto limile a
quella che campeggia nel riverso d’una Me-
daglia di Tito col Considato ottavo: con
tutto ciò non ardirei d’asserir cosa alcuna,
mentre la Meta sudante si mette da Vitto-
re, e da Rufo in Region diversa dall’ An-
fiteatro. Aggiungali, che nel Cronico di
Cassiodorio si computa la Meta sudante con
insigni[fimi e principali edisizj, onde maggior
cosa par che fosse, e si annovera tra le fat-
te, o ristorate nel nono Considato di Do-
miziano: se fatta allora, non potrebb’ esse-
re in Medaglia di Tito, e se ristorata,non
dovrebbe crederli eretta sì di recente. Bo-
llo , e Arringhi citano Atti a penna di S.
Restituto, in cui si nomina la Meta sudan-
te; ma senza dire in qual sitofòsse. E’fia-
ta veduta quella Medaglia con una figura
in cima della Meta in vece del giglio.
Ma delle colonne sovraposte, quali Por-
tico a due piani, che si veggon dall’ altra
parte, nulla finora è siato detto. La preven-
zion comune, che mostrino edilizio sepa-
rato, come veramente talvolta nelle Me-
daglie apparisce, tirando me ancora seco,
in varj pensieri già mi condusse. Pareami
prima gran similitudineaver’essocon leBa-
siliche, come dalla Emilia di Paolo, che
abbiam nelle Consolari, si fa chiaro: eran
quelle publici, e sòntuosi Perticali, dove
concorrevano i Cittadini, per conferire, e
trattar negozj. Sospetto però mi nacque,
che passassero talvolta in quello luogo dall1
Anfiteatro le perlone di maggior conto,
quando il Sole era più ardente sacendo qui-
vi combattere qualche coppia di Gladiato-
ri; il che parea favorirli dall’ insegnar Dio-
ne , come quando il Sole si rendea insossri-
bile, lòlean valerli del Diribitorio in vece
del Teatro . Il Diribitorio , ampio e co-
perto luogo, servi va per le rassegne de’ sal-
dati : all’ uso flesso serviva 1’ edilizio detto
Villapublica per testimonianza di Marrone.
Ma la Villa publica si vede nelle monete
della Famiglia Didia in aspetto affatto li-
mile all’-Edilizio, che veggiam prosilino
all’Anfiteatro. Pensaida poi, se potesse tal
coperto luogo aver servito di ritiro a chi
volea
 
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