Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Maffei, Scipione; Vallarsi, Jacopo [Bearb.]; Berno, Pierantonio [Bearb.]
Verona Illustrata (Parte Quarta Ed Ultima): Contiene Il Trattato In questa seconda edizione accresciuto anche di figure Degli Anfiteatri E Singolarmente Del Veronese — In Verona: Per Jacopo Vallarsi, e Pierantonio Berno, 1731

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.62320#0031
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
i. 19. c. 6-

BeU.JuJ.
1-7. e. lo.

49 -LIBRO
inutile cred’io però poter riuscire il far ri-
cerca de’fonti principali di quell’inganno ,
e de’motivi per cui tal’opinion s’introdulìè.
Posiiam dunque mettere in primo luogo il
non aver pensato, che Ansiteatri si fecero
anche di legno. Per aderire Arene perma-
nenti in ogni Città si suol subito ricordar
le molte , come altri scriye , edificate da
aiw./.ij. Erode in Giudea. Di due fa menzionGio-
«•io.e ir. una in Gerusalemme, altra inCesa-
rea. Ma come non rissettono, cheper adu-
lare i Romani con introdurre i lor colta-
mi, in tal Angolarità diede quel Rene’
tempi d’Augulto? vuol dire tanto innanzi,
che l’esemplare de gli Anfiteatri di pietra,
cioè quel di Tito si folle veduto ? tanto
ballava a far comprendere, che senzadub-
bio gli Anfiteatri d’Erode furon di legno:
perciò ne potè far due, e perciò nè in Au-
tori , nè in monumenti trovasene di poi
menzion veruna. L’islessòè da dir dell’al-
tro , che narra Gioseflò edificato dal Re
Agrippa in tempo di Claudio nella Città
diBerito. Quindi è, che nè in Cesarea, nè
in Berito dà cenno quellTstorico che fosse
Anfiteatro, quando poi narra, come Tito
vi celebrò il dì natalizio del padre, e del
fratello con varj spettacoli, in un de’ quali
tra perle beslie, e di fuoco, e dal com-
batter fra se , scrive morilsero 2500 Giu-
dei prigioni. Nè olla, ch’egli parli di que-
gli edifizj , come d’opere grandi, perchè
non era mediocre cosa un Anfiteatro anche
dì legno. L’edificato da Nerone vien ricor-
dato da Tacito come sontuosa mole , ben-
ché di legno fosse. Quel di Tidena pur di
legno era capace di cinquanta mila perso-
ne. Polliamo anche rissettere , che Gio-
seffo a magnificar le cose de’ suoi fu gran-
demente inclinato . Par molto a cagion d’
esempio, che il sudetto Re Agrippa avessè
in pronto per uno spettacolo 700 coppie di
malfattori da far combattere. Ma per l’uso
frequente de gli Anfiteatri di legno ossèr-
visi in Tacito , come Cecinna , e Valente
volendo per secondare il genio di Viteilio
far giuoco di Gladiatori in Cremona, e in
Bologna, ordinarono a’soldaci della legio-
ne decimaterza di collruìr gli Anfiteatri : ci
manìsirue. sara eni pentì , altro che di legno in una
re Amfhi- stagione, e per man di soldati potesfer fàr-
teatratujfi. ? ^bbjamo jn Sifilino , che Caracalla
nelle sue espedizioni volle si fàbricalsero An-
fiteatri, e Circhi in tutti que’luoghi, dove
passava l’inverno : crederem noi, che co-
testi lavori celeremente qua , e là eseguiti
fosser di pietra ? Fa bri avean le legioni ,
come le Lapidee’insognano, ma legnarii, e
ferrarli , non muratori , l’arte de’ quali
per le machine militari non veniva ad uso.
Km Illufir. Parte IV.

PRIMO.

50

Le Arene Municipali presio Giovenale,
nelle quali avean’operato coloro arricchiti
poi , e venuti in altro fiato, non debbonsi
già intendere per Teatri , come moderne
note mal vogliono centra la dichiarazione
dello Scoliasle antico , ma nè pure è ne-
cessario intendere d’.Ansiteatri di marmo.
Ma che Anfiteatro di qualunque sorte
mal si arguisea da giuochi Gladiatori!, si è
già toccato sopra. Vero sarà forsè, che ogni
mezana Città avrà voluto vederealcuna vol-
ta il combatter di cofioro, e qualche Caccia
altresì: ma quelli spettacoli si faceano ugual-
mente ne’ Circhi, e ne! Circo volle dar la sua
Caccia Lmperador Probo, che pur Vopisco
chiama ampli [lima. Si facean parimente nel-
lo Stadio, luogo deflinato a gli Atleti, che
vuol dire alle lotte ,e al combatter co’pu-
gni; qual giuoco essondo di facile appresta-
mento, e nelle parti Orientali usatilsimo,
ogni Città di considerazione il suo Stadio
avea. Si faceano altresì dentro steccati di
tavole con esse lavorandoli anche i gradi,
come gli Atti di S. Demetrio ci atteslano.
Altro motivo d’ errore fu il dedurli co-
munemente , che senza dubbio foibe alme-
no in ogni gran Città Anfiteatro dal veder-
lo in qualcuna non tanto grande. Così
Lipsio dille sa per di certo, ch’ebbero An-
fiteatri le Città più nobili della Gallia, non
per altra ragione, se non per averlo avuto
Nimes ; e Capere ancora, che furono mol- Ampso’i.
to più sontuosi, per essere slati in maggior ^i9
Città: nella qual opinione non un solo 0- mutava
quivoco s’involge ; poiché in primo luogo
l’ergere Un’Arena fiabile non dipendea sò-
lamento dalla ricchezza , e dall’ampiezza
della Città; ma potea molto contribuirvi
l’aver nel proprio distretto e vicino cave
di marmo , o di pietra : potea contribuir-
vi lo spirito grandioso, e nobile de'Citta-
dini, il fiorirvi l’Architettura, e lapassio-
ne più viva per gli spettacoli. Ma quan-
do in oltre parlando di quella materia, si
desiniseono le maggiori, e le minor Città,
non bisogna aver riguardo a’ presenti tem-
pi, e nè pure al secol basso, ma solamente
alle superiori età del Romano Imperio ,
poiché in esse solamente Anfiteatri s’intra-
presero. Quali tutte le Città , ch’ora son
più grandi, e chenell’Istoria del tempo in-
feriore son più rinomate , ebbero il lor
maggiore aumento nel terzo secolo , o do-
po il nuovo Alterna introdotto nel governo
da Collantino : non è però maraviglia se
non ebbero Anfiteatri.
Nuovo fonte d’inganno fu l’equivoco de’
nomi, Salmasio , Pagi , Baluzio ed altri
hanno inteso per Anfiteatro la voce Lufo- S trova sa>
rtum ; Lipsio intesela per ludo , cioè scuo-
D la
 
Annotationen