di Panfilo Sasso, tefio a penna presso di
me, in cui si dice l’Arena gradila,, vacua.
Ma nel socolo del 1500 si pose mano a ri-
fiaurarla da vero, e nel 1545 ottimamen-
te fu preso d’elegger di tempo in tempo
un predante Cittadino, di cui forte cura
l’attendere alla sina confervazione. Venti-
tré anni dopo fu fatta una raccolta di de-
naro volontariamente contribuito da Citta-
dini per rifare i gradi, o rimettergli a luo-
go suo. Nel 1579 fu importa una gravezza
da esiggersi per quàrtr’ anni a fine di ripa-
rar l' Anfiteatro, e fu preso di supplicare il
Dominio, perchè vi forte impiegata an-
che una parte delle condanne, Altri limili
decreti furon poi più volte fatti nel Con-
siglio de’Dodici, e in quello de’Cinquan-
ta , che fanno fede del continuato fervore
in così nobil cura. Tra gli altri nel 1606
su stabilito di crescere in avvenire due sol-
di per lira le condanne pecuniarie nelle cau-
se Criminali del Considato , per applicar
tal somma all’ Anfiteatro, e di supplicare
col mezo de’Rettori il Dominio per la
confermazione di tal Decreto. Saggiamen-
te dopo qualche tempo fu messo in u-
so di raddoppiar la custodia, e l’attenzio-
ne al risarcimento , creando due Presiden-
ti dell’ Arena ; il qual ufizio dopo molti
degradimi Soggetti è sortenuto con atten-
zione , e con zelo da’Conti Gomberto
Giufii, ed Agortino Rambaldi, al qual
succede ora il Sig. Bertoldo Pellegrini.
E poiché al predente rimedi già sono e
defezionati dal fondo alla cima i giri tutti
pe i gradi, non sarebbe per certo fuor del
convenevole il rivolgerli alla gioventù Ve-
ronesè, ed alla fiorita e numerosa nobiltà
della nortra Patria , eccitandola a valerli
qualche volta di quello unico, e incompa-
rabil campo per far mostra del suo spirito ,
e per efercitar suo valore. Il rinovar qual-
che volta i solenni armeggiamenti a ca-
vallo per sì lunga età intermedi , ci fa-
rebbe godere della più bella e più super-
ba veduta, che oggi giorno in qualunque
parte, e in qualsisia occasione ammirar si
porta ; tale senza alcun dubbio ess'endo quel-
la del nostro Anfiteatro ripieno, e coperto
dal basso all’alto intorno di spettatori. Sì
fatta apparenza supera ogn’immaginazio-
ne , ed è l’unico saggio , che in oggi si
porta prendere dell'antiche idee , e della
grandezza Romana negli spettacolì. Non
potrebbe per certo miglior comodo deside-
tarsi, o eccitamento maggiore a celebrar
di tanto in tanto alcun publico divertimen-
to, in cui Virtù averte parte, echeuscen-
do delle miserabili costumanze de’giorni
nollri, non parelse con ispirare effemina’
Ver. Illufir, Parte IV.
tezza e mollizie fiudiosamente ordinato ad
anneghitire ed avvilir fempre più la mise-
ra nortra nazione . Nel passàto secolo di
due Tornei più degli altri solenni memo»
ria trovo ; l’uno nell’anno 1654, l’altro
nel 1622: in quello fu riportato il primo
premio dal. Marchese Alessàndro da. Mon-
te, di cui fanno menzione Orlando Pefeet-
ti nel Dialogo dell‘Onore, il Palladio nell’
Istoria del Friuli, e ’IBrusoni nell’Istorie
d’Italia, per esser riuseito poi gran Gene-
rale, come nella Vita publicatane dal Con-
te Gualdo può vederli ; e si vedrebbe as-
sai più "in molte sue lettere, e del Cardi-
nal Mazarini, e d’altri a lui, quali da chi
fcrive confervansi. Ma che altre Giortre
ancora nel passuto secolo si sien fatte, ben-
ché non fe ne trovino publicate le relazio-
ni, si può arguire da rarissima Stampa in
grande dell’Arena impressa nel 1627, in
cui vedesi figurata' dal vero una Giostra
d^incontro, e vi si veggono le comparse,
e i Cavalieri nell’armatura, ed abito che
portarono, con l’armi del lor calato sopra
gli seudi, e i due che con le lancie s’in-
contrano , feparati però dalla sbarra, e i
Rettori, che siedo.no sopra un palco co1
Giudici, e co’premi. Evcredibile, che ne-
gli anteriori tempi molti torneamenti si sa-
ranno fatti : d’uno nel 1222 fa menzione
il Saraina nell’ Istoria. Imperio d’amici, e
vivo desiderio di molti, hanno finalmente
ottenuto, che si rammenti qùi ancora
l’azione di lancia, e corsaall’anello, qua-
le con quell’apparato, che fù dal tempo
permelso, si fece nell’’Arena il dì 20 No-
vembre dell’anno 1716. per la venuta in
Verona dell’ inclito Principe al preserite E-
lettor di Baviera. La pioggia, che per
dìsgrazia perfeverò in quel giorno ostinata
benché minuta, nè impedì l’operazione,
ne tolfe gran numero di spettatori. Figura
di Martro di Campo vi fece il Conte Cozza
Cozzi Cavallerizzo che pochi pari ha avu-
to, in così nobil arte, e che da più Princi-
pi è però fiato onorato,e richiesto. Giudi-
ci eran deputati il Marchese Ottaviano
Spolverini, il Conte Gomberto Giusti, il
Marchese Gio: Carlo Malaspina, il Conto
Ricciardo Sanbonifacio.,
Attori surono
Conte Giugno Pompei
Conte Alberto Pompei .
Marchese Scipione Maffei
Conte Afeanio Maffèi
Conte Alelsandro Sanbafiiani
Conte Emilio Emilii Cav. di Malta
F 2. Conte
me, in cui si dice l’Arena gradila,, vacua.
Ma nel socolo del 1500 si pose mano a ri-
fiaurarla da vero, e nel 1545 ottimamen-
te fu preso d’elegger di tempo in tempo
un predante Cittadino, di cui forte cura
l’attendere alla sina confervazione. Venti-
tré anni dopo fu fatta una raccolta di de-
naro volontariamente contribuito da Citta-
dini per rifare i gradi, o rimettergli a luo-
go suo. Nel 1579 fu importa una gravezza
da esiggersi per quàrtr’ anni a fine di ripa-
rar l' Anfiteatro, e fu preso di supplicare il
Dominio, perchè vi forte impiegata an-
che una parte delle condanne, Altri limili
decreti furon poi più volte fatti nel Con-
siglio de’Dodici, e in quello de’Cinquan-
ta , che fanno fede del continuato fervore
in così nobil cura. Tra gli altri nel 1606
su stabilito di crescere in avvenire due sol-
di per lira le condanne pecuniarie nelle cau-
se Criminali del Considato , per applicar
tal somma all’ Anfiteatro, e di supplicare
col mezo de’Rettori il Dominio per la
confermazione di tal Decreto. Saggiamen-
te dopo qualche tempo fu messo in u-
so di raddoppiar la custodia, e l’attenzio-
ne al risarcimento , creando due Presiden-
ti dell’ Arena ; il qual ufizio dopo molti
degradimi Soggetti è sortenuto con atten-
zione , e con zelo da’Conti Gomberto
Giufii, ed Agortino Rambaldi, al qual
succede ora il Sig. Bertoldo Pellegrini.
E poiché al predente rimedi già sono e
defezionati dal fondo alla cima i giri tutti
pe i gradi, non sarebbe per certo fuor del
convenevole il rivolgerli alla gioventù Ve-
ronesè, ed alla fiorita e numerosa nobiltà
della nortra Patria , eccitandola a valerli
qualche volta di quello unico, e incompa-
rabil campo per far mostra del suo spirito ,
e per efercitar suo valore. Il rinovar qual-
che volta i solenni armeggiamenti a ca-
vallo per sì lunga età intermedi , ci fa-
rebbe godere della più bella e più super-
ba veduta, che oggi giorno in qualunque
parte, e in qualsisia occasione ammirar si
porta ; tale senza alcun dubbio ess'endo quel-
la del nostro Anfiteatro ripieno, e coperto
dal basso all’alto intorno di spettatori. Sì
fatta apparenza supera ogn’immaginazio-
ne , ed è l’unico saggio , che in oggi si
porta prendere dell'antiche idee , e della
grandezza Romana negli spettacolì. Non
potrebbe per certo miglior comodo deside-
tarsi, o eccitamento maggiore a celebrar
di tanto in tanto alcun publico divertimen-
to, in cui Virtù averte parte, echeuscen-
do delle miserabili costumanze de’giorni
nollri, non parelse con ispirare effemina’
Ver. Illufir, Parte IV.
tezza e mollizie fiudiosamente ordinato ad
anneghitire ed avvilir fempre più la mise-
ra nortra nazione . Nel passàto secolo di
due Tornei più degli altri solenni memo»
ria trovo ; l’uno nell’anno 1654, l’altro
nel 1622: in quello fu riportato il primo
premio dal. Marchese Alessàndro da. Mon-
te, di cui fanno menzione Orlando Pefeet-
ti nel Dialogo dell‘Onore, il Palladio nell’
Istoria del Friuli, e ’IBrusoni nell’Istorie
d’Italia, per esser riuseito poi gran Gene-
rale, come nella Vita publicatane dal Con-
te Gualdo può vederli ; e si vedrebbe as-
sai più "in molte sue lettere, e del Cardi-
nal Mazarini, e d’altri a lui, quali da chi
fcrive confervansi. Ma che altre Giortre
ancora nel passuto secolo si sien fatte, ben-
ché non fe ne trovino publicate le relazio-
ni, si può arguire da rarissima Stampa in
grande dell’Arena impressa nel 1627, in
cui vedesi figurata' dal vero una Giostra
d^incontro, e vi si veggono le comparse,
e i Cavalieri nell’armatura, ed abito che
portarono, con l’armi del lor calato sopra
gli seudi, e i due che con le lancie s’in-
contrano , feparati però dalla sbarra, e i
Rettori, che siedo.no sopra un palco co1
Giudici, e co’premi. Evcredibile, che ne-
gli anteriori tempi molti torneamenti si sa-
ranno fatti : d’uno nel 1222 fa menzione
il Saraina nell’ Istoria. Imperio d’amici, e
vivo desiderio di molti, hanno finalmente
ottenuto, che si rammenti qùi ancora
l’azione di lancia, e corsaall’anello, qua-
le con quell’apparato, che fù dal tempo
permelso, si fece nell’’Arena il dì 20 No-
vembre dell’anno 1716. per la venuta in
Verona dell’ inclito Principe al preserite E-
lettor di Baviera. La pioggia, che per
dìsgrazia perfeverò in quel giorno ostinata
benché minuta, nè impedì l’operazione,
ne tolfe gran numero di spettatori. Figura
di Martro di Campo vi fece il Conte Cozza
Cozzi Cavallerizzo che pochi pari ha avu-
to, in così nobil arte, e che da più Princi-
pi è però fiato onorato,e richiesto. Giudi-
ci eran deputati il Marchese Ottaviano
Spolverini, il Conte Gomberto Giusti, il
Marchese Gio: Carlo Malaspina, il Conto
Ricciardo Sanbonifacio.,
Attori surono
Conte Giugno Pompei
Conte Alberto Pompei .
Marchese Scipione Maffei
Conte Afeanio Maffèi
Conte Alelsandro Sanbafiiani
Conte Emilio Emilii Cav. di Malta
F 2. Conte