Ro-
man- t. io
in Rsief,
Cab.
E$Ì‘ 7-
/-37^-3.
LIBRO
S È G O N DO
H4
Pollino, seguitato dal Grevio, Ma io ri po-
li tempo fa nel mio esemplare Sandapila-
ria ; della quale emendazione ora ho preso
miglior concetto, poiché ho veduto aver
così giudicato anche il Canonico Mazochio :
potea certamente così elser detta la Libiti-
nenie, per le fand apile, o cataletti, sopra
de’quali per elsa i morti si, portavàn fuori.
Sopra l’orlo del muro, che ricingea la
piazza, era un pogginolo, il qual serviva
d’ornamento, e di riparo, e dava nome di
Podio a quel sico : era alquanto più am-
pio degli altri gradi, e vi sedeano intor-
no sopra panche di legno, e sopra piumac-
cetti i Senatori, ed i Graduati. Il muro
era citeriormente adornato di marmi nobi-
li . L’ argomento prima da i molti pezzi
/cavati nel? Arena noltra in varj tempi d’
Africano, di Verde, di Serpentino; e l’ar-
gomento ancora dal cenno, che ne dà un
Poeta, ove chiama quello muro marmoreo.
Come il tempo, e i risarcimenti hanno
tutto guaito, così nel muro, eh’ or riman
sepolto, non ho osservati se non pezzi d’
un basamento lavorato, che pare esser già
slato a ragguaglio del piano. Lastricato di
marmo sarà slato il pavimento,del Podio
slesso, e varj frammenti di Patio, e d’A-
fricano assottigliati in piccole lastre, che si
sono andati (coprendo, me ne fanno fede.
Il pogginolo non è verisimile, che avesse
proiettura fuori del muro, perchè sarebbe
slato tanto spazio perduto per la piazza,
e per chi riguardava d’ alto, nè se n’ ha
indizio veruno, benché per averlo detto Li-
psio, venga ora data quella lignificazione
alla voce Podium. Qualche pezzo di colo-
netta si è scavato di marmi, oltramarini,
ma non tale , che se ne sia potuto ritrar
con sicurezza la milura, e la forma de' ba-
laustri, che saranno Itati all’ intorno.
Ora è da vedere, come fossero sicuri dal-
le bestiequei che stavan sui Podio. Disse
Lipsio, che il pian del terreno era più basso
dodici, o quindici piedi; ma in quello mo-
do 1’ area sarebbe Hata un pozzo, e una
gran parte, se ne sarebbe ' coperta a chi se-
dea nella sommità. Abbiam veduto avan-
ti, come il terreno non era più basso del
pavimento del Podio che quattro piedi e
mezo : eravi in oltre b altezza del poggino-
lo, che sarà slato di piedi tre, in tre e me-
zo : ma perchè non ballava 1’ altezza di
sette in otto piedi per alsicurare dal salto d’
una Tigre, o d’ un Pardo, era prò veduto
nel Circo a tempi di Cesare prima con can-
celli di ferro, poi con un fosso; nell’An-
fiteatro con più ripari, cioè di reti, di
punte, e di palizate vergatili. Le reti, che
difèndeano il Podio, son nominate da Pii-
Ver. Illuflr. Parte IV
nio, ove narra, che in Giuoco di Nerone
si annodarono col succino , Son nominate
anche da Calpurnio, il qual dice, che ne-
gli spettacoli da lui veduti fur d’ oro, o sia
indorate. Non è certo per quelli palfì, se
fodero ramate di metallo, o reti di corde;
quand’altri non volelse intendere \'auro tor-
ta di Calpurnio per lavorate d’oro filato.
E' credibile s’innalzassero sopra i poggino-
li; ma ricavo dallo stelso Poeta quel che
dovea servir più di tutto; cioè che unita
alle reti era una serie di punte molto lun-
ghe in forma di denti, che sporgeano ben’
avanti nell’ Arena, e com’ io credo, $’ in-
curvavano verlp essa, con che s’impediva
alle bestie il lanciarli. Erano ancora prelso
al muro legni rotondi, e mobili, che im-
pedivan loro il far forza in elsi, e l’aggrap-
parli. Non so s’ era nell’ Ansiteatro, che
slava dietro tal palizata a vedere turba di
plebei, onde mancando alcune volte i con-
dannati alle Fiere, Caligola ne fece pren-dìo.7.59,
dere alquanti, e gli fece servire di condan-^™^*-
nati. Gli oseuri versi di Calpurnio, in cuisa-
tutti i sudetti ripari s’ imparano , e l’in-
tendere i quali senza una piena contezza
dell’ Anfiteatro non sarebbe polsibile, ad-
durrò qui, e la versione insicine , con cui
ho procurato di fargli chiari. Nel quinto
verso leggo secondo 1’ ottima emendazion
del Salmasio sopra Vopisco. Che debba in-
tenderli per la Cinta, e Portico nel verso
primo sarà dichiarato fra poco. Leggo tota
nel settimo , e tortis nell’ ottavo , perche
totìs dentìbus in quello luogo mi par conve-
nire alquanto meno,
Ralteus en gemma, en 'ditta porticus auro
Certatim radiant ; nec non ubi sinis Arene?
Proxima marmoreo peragit fpeff acuta muro,
Sternìtur adiunflis ebur admirabile tranciò,
Et cols in r ut ulani, ter et
Impofitos fabita vertigine
Excuteretque seras : auro
Retta, qua tortis in Arenam .dentìbus extant,
Dentibus aquatis : et erat , iridi crede ,Lycota 9
Si qua sides ,nofiro dens longior omnis aratro.
I ’
Splendono a gara il Portico, e la Cìnta,
Quefia di gemme, e d'or quel: don mena
Presio al marmoreo, dove il Campo ha sine ,
Muro, avorio mirabile rijplende
A i palli intorno, e a sormar vien cancelli
Girevoli, ne'quai lubrico inganno
T r ovati le Fiere, che afferrar non panno,
Delafe l'unghie lor dal volger pronto.
D'oro splendono ancor le reti tutte,
Che fi fpingon co'denti uguali, e adunchi
Verfo il Campo-, e ogni dente {abbimi sede}
Non era lungo me a de’noftri aratri.
I j CAPO
i qui lubrica! axe
sallerei lingue!',
quoque tota resulgent
man- t. io
in Rsief,
Cab.
E$Ì‘ 7-
/-37^-3.
LIBRO
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H4
Pollino, seguitato dal Grevio, Ma io ri po-
li tempo fa nel mio esemplare Sandapila-
ria ; della quale emendazione ora ho preso
miglior concetto, poiché ho veduto aver
così giudicato anche il Canonico Mazochio :
potea certamente così elser detta la Libiti-
nenie, per le fand apile, o cataletti, sopra
de’quali per elsa i morti si, portavàn fuori.
Sopra l’orlo del muro, che ricingea la
piazza, era un pogginolo, il qual serviva
d’ornamento, e di riparo, e dava nome di
Podio a quel sico : era alquanto più am-
pio degli altri gradi, e vi sedeano intor-
no sopra panche di legno, e sopra piumac-
cetti i Senatori, ed i Graduati. Il muro
era citeriormente adornato di marmi nobi-
li . L’ argomento prima da i molti pezzi
/cavati nel? Arena noltra in varj tempi d’
Africano, di Verde, di Serpentino; e l’ar-
gomento ancora dal cenno, che ne dà un
Poeta, ove chiama quello muro marmoreo.
Come il tempo, e i risarcimenti hanno
tutto guaito, così nel muro, eh’ or riman
sepolto, non ho osservati se non pezzi d’
un basamento lavorato, che pare esser già
slato a ragguaglio del piano. Lastricato di
marmo sarà slato il pavimento,del Podio
slesso, e varj frammenti di Patio, e d’A-
fricano assottigliati in piccole lastre, che si
sono andati (coprendo, me ne fanno fede.
Il pogginolo non è verisimile, che avesse
proiettura fuori del muro, perchè sarebbe
slato tanto spazio perduto per la piazza,
e per chi riguardava d’ alto, nè se n’ ha
indizio veruno, benché per averlo detto Li-
psio, venga ora data quella lignificazione
alla voce Podium. Qualche pezzo di colo-
netta si è scavato di marmi, oltramarini,
ma non tale , che se ne sia potuto ritrar
con sicurezza la milura, e la forma de' ba-
laustri, che saranno Itati all’ intorno.
Ora è da vedere, come fossero sicuri dal-
le bestiequei che stavan sui Podio. Disse
Lipsio, che il pian del terreno era più basso
dodici, o quindici piedi; ma in quello mo-
do 1’ area sarebbe Hata un pozzo, e una
gran parte, se ne sarebbe ' coperta a chi se-
dea nella sommità. Abbiam veduto avan-
ti, come il terreno non era più basso del
pavimento del Podio che quattro piedi e
mezo : eravi in oltre b altezza del poggino-
lo, che sarà slato di piedi tre, in tre e me-
zo : ma perchè non ballava 1’ altezza di
sette in otto piedi per alsicurare dal salto d’
una Tigre, o d’ un Pardo, era prò veduto
nel Circo a tempi di Cesare prima con can-
celli di ferro, poi con un fosso; nell’An-
fiteatro con più ripari, cioè di reti, di
punte, e di palizate vergatili. Le reti, che
difèndeano il Podio, son nominate da Pii-
Ver. Illuflr. Parte IV
nio, ove narra, che in Giuoco di Nerone
si annodarono col succino , Son nominate
anche da Calpurnio, il qual dice, che ne-
gli spettacoli da lui veduti fur d’ oro, o sia
indorate. Non è certo per quelli palfì, se
fodero ramate di metallo, o reti di corde;
quand’altri non volelse intendere \'auro tor-
ta di Calpurnio per lavorate d’oro filato.
E' credibile s’innalzassero sopra i poggino-
li; ma ricavo dallo stelso Poeta quel che
dovea servir più di tutto; cioè che unita
alle reti era una serie di punte molto lun-
ghe in forma di denti, che sporgeano ben’
avanti nell’ Arena, e com’ io credo, $’ in-
curvavano verlp essa, con che s’impediva
alle bestie il lanciarli. Erano ancora prelso
al muro legni rotondi, e mobili, che im-
pedivan loro il far forza in elsi, e l’aggrap-
parli. Non so s’ era nell’ Ansiteatro, che
slava dietro tal palizata a vedere turba di
plebei, onde mancando alcune volte i con-
dannati alle Fiere, Caligola ne fece pren-dìo.7.59,
dere alquanti, e gli fece servire di condan-^™^*-
nati. Gli oseuri versi di Calpurnio, in cuisa-
tutti i sudetti ripari s’ imparano , e l’in-
tendere i quali senza una piena contezza
dell’ Anfiteatro non sarebbe polsibile, ad-
durrò qui, e la versione insicine , con cui
ho procurato di fargli chiari. Nel quinto
verso leggo secondo 1’ ottima emendazion
del Salmasio sopra Vopisco. Che debba in-
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primo sarà dichiarato fra poco. Leggo tota
nel settimo , e tortis nell’ ottavo , perche
totìs dentìbus in quello luogo mi par conve-
nire alquanto meno,
Ralteus en gemma, en 'ditta porticus auro
Certatim radiant ; nec non ubi sinis Arene?
Proxima marmoreo peragit fpeff acuta muro,
Sternìtur adiunflis ebur admirabile tranciò,
Et cols in r ut ulani, ter et
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Retta, qua tortis in Arenam .dentìbus extant,
Dentibus aquatis : et erat , iridi crede ,Lycota 9
Si qua sides ,nofiro dens longior omnis aratro.
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Quefia di gemme, e d'or quel: don mena
Presio al marmoreo, dove il Campo ha sine ,
Muro, avorio mirabile rijplende
A i palli intorno, e a sormar vien cancelli
Girevoli, ne'quai lubrico inganno
T r ovati le Fiere, che afferrar non panno,
Delafe l'unghie lor dal volger pronto.
D'oro splendono ancor le reti tutte,
Che fi fpingon co'denti uguali, e adunchi
Verfo il Campo-, e ogni dente {abbimi sede}
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