ver avuto imposte, nè altro serraglie; ma
l’altra , che conduce in camere destinate
solamente, o a riporvi qualche cosa, o ad
altr’ usi particolari, ha nella pietra della
soglia presiò gli stipiti due buchi rotondi
un per parte, e due altri corrispondenti nel
suo traverso di sopra, che mostrano, co-
me in essì si rivolsero i cardini di due parti-
te d’uscio, cioè due legni, o pezzi di me-
tallo rotondi, ch’entravano sopra e sotto
ne’ buchi, e giravano , facendo giocar le
imposte. Scopriamo da questo il modo del-
le imposte antiche, dette pofles da i Latini,
e il vero lignificato delle voci carda ì e po-
lii! , in Greco s-poptu; che viene a dir gire-
vole rutulw nelle antiche Glose; però Vi-
truvio chiamò cardini quelli, intorno a’ qua-
li immaginiamo aggirarli il Mondo , da’
Greci detti poli, e però Isidoro chiamò il
cardine un cuneo,
Torniamo al num. cinque . Da quel ri-
piano proseguendo dirittamente , per gra-
dini 6 si siale sui portico ovale, e voltando
a dritta si osserva prima , come nella sipon-
da interiore tra i pilastri, che corrisipondo-
no alle due sopranominate stanze, segno
vedesi di muro, o ladre all’altezza di mez’
uomo, che serravano, servendo di para-
petto, e lalciando per di sopra libero adito
al lume. Si trova poi al num. z. una scala
in due rami, il primo di gradini sei, 1’ al-’
tso di otto, cavati ambedue nella larghez-
za dello fletto spazio. Quella scala mette
nella piccola fianza, eh’ è sopra la porta
maggiore dove l’arco è più alto . Non è
per altro più alta la volta, ma l’arco sola-
mente; quale al contrario degli altri si con-
centra nella muraglia, e fa con questo tre
piedi più di luce, Nella punta interiore di
tal camera è la porta co’ gradini che met-
tono a quel Vomitorio della quarta linea,
il quale è situato su la punta dell’ ovato.
Dalla parte di fuori dell’istessa camera si
vede il principio d’una volta, che montava
in alto co’vestigi della scala, che vi era so-
pra, e di porta in essa, quale è di sufficien-
te altezza per ragion dell’arco, che quivi
come abbiam detto si alza più degli altri.
Dove tale scala conducesse diremo poi.
Osserviam’ ora sidamente, come una del-
le quattro arcate citeriori di questo secondo
piano per buona sorte conservate , ci fa
manifestamente conoscere , che in quelli ot-
to liti pareti di marmo erano di qua e di
là, che attraversando toglieano la sicaia in
mezo , e correano da i pilastri del primo re-
cinto a quei del secondo, vedendoli taglia-
to il capitello per di dentro, e le pietre bat-
tute, e compianate, e co’seghi della con-
giunzione. Indizj si hanno ancora, che que-
lle pareti avellerò arcata, o porta nel me-
zo per dar palsaggio. Ma vedesi di più, co-
me da parete dell’ istesse pietre era ancora
serrato in fronte il vacuo dell’ arco esterno,
e come tal parete non era più grotta d’ un
piede, ed era situata a mezo il pilastro :
tanto insegna il capitello fèllo, e spianato
del pilastro stelso, Si è però aiutata la pian-
ta con segnarvi quelli traversi, e con addi-
tarvi anche quelle sicaie, staptet il vedersie-
ne sicuri indizj, e manifesti vestigi.
Ora dopo desicritti i primi cinque Ipazìi
del secondo piano, pattiamo al settimo, nel
quale appare un ripiano, su cui metteva il
ramo deliro della sicaia doppia , e che ha
una porta su la sinistra. Chi dovea riuseire
all’ordine terzo de gli sbocchi, entrava per
etta, e trovava l’istessò che si ha al num.
4. Chi dovea montare all’ ordine ultimo de’
quarti sbocchi, siali va sui portico, e nel
prottimo ipazio a dritta trovava una scala,
che ha per termine la porta, e 1’ usicita del
Vomitorio; cade quella scala sopra quella
di mezo delle doppie. Al num. 9. non si ha
nulla, ettendo lo stanzone del pian terreno
a tutta altezza fino alla volta, che sostiene
i gradi. Nelle muraglie di questo laterali
si veggon due incavi nel muro a perpendi-
colo, che serviron di condotti per immon-
dizie, e per l’acqua che cadeasul tetto dell*
alta loggia, essendovi già flati trovati grossi
tubi di metallo, I cenni, e vestigi del mu-
ro di riparo a chi camminava sui portico son
da per tutto. Dopo i nominati gradini del
num. 7. chi piegava a sinistra, trapattati
sui portico due spazii, nel decimo trovava
una sicaia'in due rami, limile a quella del
num. 2. sie non che quella piega a dritta, e
quella a sinistra. Il rimanente di questo sipa-
zìq è sienza pavimento, come il prossìmo
del num, 9, Perla detta sicaia entrali in pic-
cola fianza n, 11, limile a quella del num.
1, con la porta d’ un Vomitorio da una par-
te, e sicaia dall’ altra, che s’ alzava versio
il recinto primo, tra due pareti parimente,
Quelle separazioni divideano il portico cite-
riore in otto presie, tutte limili alla finor
deseritta.
Il num, 12, ha il secondo ramo d’una sica-
ia seempia, dal ripiano del quale, voltan-
do a sinistra per porta archeggiata, si va
nella stanza diretta ad un. de’ terzi Vomi-
toti ; e salendo sui portico, si potea pattare
e alla scala n. io. trapassando le porte di
traverso,e allascala num. 15. Amile a quel-
la del num, 6.1’ una e 1’ altra delle quali
mette a sbocchi dell’ ultim’ ordine. Lo spa-
zio 14- è di tutta altezza, come il 9. Il num.
16. e mette allo sbocco della terza linea ,
che ha su la dritta, e a quello della quarta
che