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Repertorium für Kunstwissenschaft — 25.1902

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Malaguzzi Valeri, Francesco: Artisti lombardi a Roma nel Rinascimento: (nuovi documenti su Cristoforo Solari, Bramante e Caradosso)
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https://doi.org/10.11588/diglit.61695#0067

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Artisti Lombardi a Roma nel Rinascimento.

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avremo ad occuparci altra volta, sulle basi di un ricco materiale inedito di
notizie e di ricerche.
* *
*
Un altro grande artista ehe dopo una lunga permanenza a Milano
si stabil! a Roma e vi lavorö e Bramante. Egli sembra anzi compendiare
da solo i caratteri artistici delle due regioni poiche in entrambe, con
la sua potente individualitä, creö un nuovo indivizzo e lasciö una scuola
importante.
Si sa ch’ egli abbandonb Milano nel 1499, quando la caduta della
signoria di Lodovico il Moro sciolse i legami ehe fra lo splendido mece-
nate e i numerosi artisti e letterati ehe arricchivano la sua corte s’erano
andati formando da lungo tempo. II Moro parti da Milano ai 2 di
settembre, per ritornarvi per poco l’anno successivo: ma e probabile
ehe la sua corte si sciogliesse anche prima. Si sa ehe il Vasari, parlando dell’
epoca dell’ arrivo di Bramante a Roma si contraddice; sembra giusto chy
egli vi giungesse „innanzi lo anno santo del MD“ cioe sullo scorcio del
1499. E la cosa e probabile se vogliam credere col Vasari ehe il primo
suo lavoro in Roma fosse la pittura di uno stemma del papa, con figure
d’angioli sulla Porta Santa di San Giovanni in Laterano, ehe doveva
appunto aprirsi nell’ Anno Santo.20) Basandosi su ciö e sull’ esame dili-
gente del monumento, Domenico Gnoli tolse dall’ elenco delle opere ro-
mane ehe si davano all’ architetto urbinate il palazzo detto della Cancella-
ria costrutto da Raffaele Riario, cardinale di S. Giorgio, intorno al 1495,
quindi prima dell’ arrivo di Bramante. Anzi, se si crede al Ciacconio,
sulla porta di mezzo del palazzo un’ iscrizione faceva risalire la costru-
zione al 1489. Fra quei due anni deve esser stato eretto il palazzo.
Piü recenti studi conforterebber l’opinione del Gnoli, mettendo innanzi
altri nomi d’architetti o costruttori del palazzo, ehe ad ogni modo
nella nuditä severa e grandiosa delle linee e nella timidezza delle parche
decorazioni si avvicina piuttosto al nuovo Stile fiorentino ehe in Roma
stessa aveva valenti interpreti in quel tempo, ehe non alla festivitä, al
movimento ricco di combinazioni pittoriche, al lusso delle decorazioni proprie
20) A proposito di pitture attribuite giä al Bramante e dal Mongeri al Bra-
mantino si sa ehe lo Scannelli nel suo Microcosmo gli ascrisse i quattro Evan-
gelist! ehe vedonsi nei pennacchi della cupola di S. Satiro in Milano; noto ehe in
un istrumento del 10 novembre 1483 del notaio B. Gira nell’ archivio notarile di
questa cittä e detto ehe i pittori Antonio da Pandino e Antonio Raimondi si obbli-
gano a dipingere entro quell’ anno „totum cellum seu totam vultam seu fassam
factam in archu existentem de supra ecclesiam veterem S. Sattari Mediolani et
juxta tiburium existentem de supra altare magnifici Sancti Sattari, suis propriis
sumptibus et expensis de bono auro fino et azuro, bene et diligenter.“ — Quanto
alle pitture ehe il Calvi ascrisse al 1482 nell’ atrio di S. Ambrogio e quindi an-
teriormente alla venuta di Bramante a Milano, trovo ehe il Caffi vi lesse invece
la scritta „pictura haec facta est 1498 opera venerandi cap. canonicorum istius
almae ecclesiae“ (Nota ms. al vol. del Calvi eit. presso la Societä Sto. Lomb.)
 
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