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dipingere piaceva a Pao!o);e ritrovandosi taìora ad
un suo viììaggio nel Trivigiano, dilettavasi di ri-
trarre i pastori, le pecore, Perbette, i Aori, e ogni
villesco stromento; buon numero de'quali disegni,
conservati daì signor Caliari nipote, dimostrano la
beìiezza delì ingegno di quel giovinetto.
Or tra le opere prime ci/ egli iece in pubbiico,
fu un'azione di san Nicolò, posta sopra i vòiti del-
ia sua chiesa in Venezia, che libera daiie mani del
carnehce tre giovani condannati ingiustamente aiia
morte da Eustachio prefetto di Mirrea.
Nell'anno diciassettesimo circa di sua età fece
due invenzioni: di Adone estinto, e Venere piangen-
te^ con Cupido che sdegnato spezzava i'arco per la
perdita di sì bei garzone. V'erano altri Amoretti che
raccogiievano la squarciata sbarra, Ja faretra e gii
strali. Neii'altro Angeiica e Medoro incidevano nei
tronchi delie piante i nomi loro, ad onta dei for-
sennato Orlando; poichè Amore non sa trattar ai-
tre armi che saette d'oro, e con quelle impiagare
ì cuori. Le quali invenzioni furono vedute con gio-
ja dal padre, rafhgurando in esse un'idea di sè me-
desìmo. Da un Cavaiiere oitramontano furono tras-
portate in Germania, e il Medoro si vede in istam-
pa di Rafaelio Sadeier.
Mancato Paoio i'anno i588, Carlo e Gabriele,
incamminati nella maniera del padre, diedero com-
pimento a moite opere da lui non fìnite, ioro pre-
stando quaiche ajuto lo zio, in particolare nelie ar-
chitetture. E diedero anco fìne ai quadro della zzzzzn-
rzzz nella Cappeiia del Sacramento nelia chiesa dei
santi Apostoli.
dipingere piaceva a Pao!o);e ritrovandosi taìora ad
un suo viììaggio nel Trivigiano, dilettavasi di ri-
trarre i pastori, le pecore, Perbette, i Aori, e ogni
villesco stromento; buon numero de'quali disegni,
conservati daì signor Caliari nipote, dimostrano la
beìiezza delì ingegno di quel giovinetto.
Or tra le opere prime ci/ egli iece in pubbiico,
fu un'azione di san Nicolò, posta sopra i vòiti del-
ia sua chiesa in Venezia, che libera daiie mani del
carnehce tre giovani condannati ingiustamente aiia
morte da Eustachio prefetto di Mirrea.
Nell'anno diciassettesimo circa di sua età fece
due invenzioni: di Adone estinto, e Venere piangen-
te^ con Cupido che sdegnato spezzava i'arco per la
perdita di sì bei garzone. V'erano altri Amoretti che
raccogiievano la squarciata sbarra, Ja faretra e gii
strali. Neii'altro Angeiica e Medoro incidevano nei
tronchi delie piante i nomi loro, ad onta dei for-
sennato Orlando; poichè Amore non sa trattar ai-
tre armi che saette d'oro, e con quelle impiagare
ì cuori. Le quali invenzioni furono vedute con gio-
ja dal padre, rafhgurando in esse un'idea di sè me-
desìmo. Da un Cavaiiere oitramontano furono tras-
portate in Germania, e il Medoro si vede in istam-
pa di Rafaelio Sadeier.
Mancato Paoio i'anno i588, Carlo e Gabriele,
incamminati nella maniera del padre, diedero com-
pimento a moite opere da lui non fìnite, ioro pre-
stando quaiche ajuto lo zio, in particolare nelie ar-
chitetture. E diedero anco fìne ai quadro della zzzzzn-
rzzz nella Cappeiia del Sacramento nelia chiesa dei
santi Apostoli.