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Archivio storico dell'arte — 2.Ser. 3.1897

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Fasc. IV
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Carotti, Giulio: Gli affreschi dell'oratorio dell'antico Collegio fondato dal cardinale Branda Castiglioni in Pavia
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https://doi.org/10.11588/diglit.19209#0285

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GLI AFFRESCHI DELL'ORATORIO

DELL'ANTICO COLLEGIO FONDATO DAL CARDINALE BRANDA CASTIGLIONE

IN PAVIA

I.

Come ne ebbi cognizione.

N Pavia, nel piccolo edifìcio die un tempo era l'oratorio del
collegio che il celebre cardinal Branda Castiglioni aveva
fondato tra gli anni 1426 e 1437 per ventiquattro studenti
privi di ogni bene di fortuna, si conservano, in parte interi,
in parte rovinati, alcuni grandiosi affreschi eseguiti intorno
all'anno 1475, i quali mi sembrano degni del maggior inte-
resse tanto per l'importanza storica, che per il loro pregio
e la loro importanza artistica.

Quell'antico collegio aveva sede nella via, detta una volta
del Collegio Castiglioni, come leggesi ancora su di una can-
tonata, ed oggi di San Martino, in due case ed un'edicola
(l'oratorio), ove si discernono tracce di finestre a sesto acuto
e ad arco ribassato, tutte murate e sostituite da altre mo-
derne. La casa, che assieme con l'oratorio guarda verso
strada, porta i numeri 18 e tra parentesi 1375. Oggi appar-
tiene al comm. Tullio Brugnatelli, professore nell'Ateneo
pavese, che un giorno, perseguitato da un perspicace scovatore di anticaglie e di opere d'arte
perchè gli vendesse quegli affreschi, mi fece invitare a recarmi a Pavia, affinchè avessi ad
esaminarli e gli sapessi dire se era il caso di averne maggior cura di quella usata dai prece-
denti possessori della casa.

Eravamo nella primavera del 1893; venuto a Pavia, fattomi condurre in quella remota
e solitaria contradetta, entrai nella tranquilla magione, passando per l'odierna portineria,
senza dubitare che già mi trovavo vicino alle pitture che ero ansioso di vedere. Il chiaris-
simo prof. Brugnatelli mi faceva difatti nuovamente attraversare il cortile, nel quale notavo
pure altre tracce di antiche e belle finestre, e mi riconduceva in portineria. Penetrati in un
loeale terreno, cucina e camera da lavoro del portinaio ciabattino, salimmo al piano superiore
per una stretta scaletta di legno e sbucammo da una botola.

Oramai ho già provato tante sorprese ed emozioni artistiche da non aspettarmi più
di provarne altre, e se mai mi capiteranno mi troveranno molto calmo nei miei entusiasmi.
Eppure, lo confesso, sono stato colto da un vero stupore. Eravamo sbucati in un vasto
stanzone quadrato di circa sei metri di lato, alto ancor più, tutto occupato da una nidiata

Archivio Storico dell'Arte, serie 2% anno II, fase. IV,

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