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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 1
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Scano, Dionigi: Scoperte artistiche in Oristano: contirbuto alla storia dell'arte in Sardegna$nElektronische Ressource
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0020

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DIONIGI SCANO

da superare ogni altra provincia non solo
in ricchezza ed influenza, ma anche nelle
arti liberali, svolte con innato e squisito
sentimento dovunque la Potestà apponeva
le sue armi e gli artefici suoi scolpivano
la Madonnina, non poteva, rispetto all’arte
scultorica, fare eccezione per la nostra
isola, che i suoi architetti ornarono di
leggiadre chiese e fortificarono con po-
derosi baluardi.

Dovettero anche in Sardegna — come
dappertutto — scolpirsi pergami, altari,
sarcofagi, e se le nostre più belle chiese,
erette sotto l’influenza artistica di Pisa,
non conservano che poche e mediocri
opere scultoriche, non dobbiamo dedurne
senz’altro che nell’isola non siansi eseguiti
lavori che dieno ragione di un’emanazione
di scultura toscana o locale. A mio parere
ciò sarebbe inesatto, od almeno prematuro
allo stato presente delle ricerche artistiche,
poiché questa deficienza d’opere sculto-
riche può avere altre cause, e, non ultima,
la manìa del nuovo, che, fino a quando
non si fermò una nuova coscienza intel-
lettuale, dilaniò il nostro patrimonio d’arte
più che non le irruenze ed i vandalismi
delle orde barbariche.

D’altra parte possiamo noi asserire che tutti i nostri monumenti sieno stati sottomessi
all’esame dello studioso, dell’artista o dell’intenditore? La risposta non può esser dubbia
per chi è a cognizione delle condizioni in cui sono i nostri monumenti, contro i quali con-
giurarono l’incuria degli uomini, l’ignoranza, l’apatia, e molto spesso la mala fede di chi
fu preposto alla loro custodia.

Malgrado ciò, malgrado il lavoro di un’astuta speculazione che dal nostro suolo asportò
i ricordi più insigni e più suggestivi della nòstra vita intellettuale, quante opere d’arte saranno
conservate nelle nostre chiese, non apprezzate e non conosciute da alcuno !

Questa convinzione, basata in parte.su notizie storiche e su elementi di fatto ed in
parte sul buon senso, mi spinse a sistematiche ed accurate ricerche nelle nostre chiese,
rivolgendole non solo alle opere d’arte messe in evidenza, ma estendendole agli oggetti
fuori d’uso, ai rottami, scrutando magazzini, ripostigli e sotterranei. Il mio compito fu
coronato da risultati che recano un contributo di nuove notizie e d’, ignorate opere alla storia
dell’arte scultorica in Sardegna e per esse il nostro patrimonio artistico s’arricchisce di sculture
medievali, le quali, sfuggite all’attenzione degli studiosi e degli antiquari, costituiscono nel
genere quanto di più pregevole oggi si conosca nell’isola.

i\< *

Dove queste ricerche ebbero esito superante ogni previsione si fu ad Oristano, l’antica
sede dei giudici d’Arborea, alla quale, prima che ad altre città, volsi la mia attenzione. E ciò
perchè, da diverse circostanze e dalla stessa storia del giudicato, sorse in me la convinzione
che, governando la provincia di Arborea gentiluomini d’illustre prosapia, quali Ugone e

Oristano. Avanzi dell’antica chiesa di San Francesco
 
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