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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Toesca, Pietro: Ricordi di un viaggio in Italia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0245

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RICORDI DI UN VIAGGIO IN ITALIA

Lorenzo Monaco — La Madonna del Buio. — Uno stucco veronese del xv secolo. — Don Bartolomeo della
Gatta. — Il maestro del «Trionfo della castità». — Antonio Vivarini. — Girolamo Mazzola.

ONO qui insieme raccolte alcune impressioni di opere disperse in
molti luoghi lontani : fra i tentativi di ricomporre l’impronta este-
tica delle città visitate, varie tutte fra loro e sparse in contrade
mutevoli esse pure di aspetto, ove come il parlare e l’inflessione
delle voci anche l’arte appariva con caratteri locali persistenti a
traverso i secoli ; fra gli sforzi di rievocare la fervida vita di un
tempo, di rianimare gli edifici, le cattedrali ora deserte come
meravigliose abitazioni di esseri spenti ; fra i piacevoli studi di
scrutare l’animo ed i sensi degli antichi artefici per meglio av-
vicinare le opere loro, queste impressioni rimangono la parte
meno soggettiva dei ricordi di un recente viaggio.

Esposta con la denominazione di « Scuola di Giotto » trovasi nel Museo del Louvre, tra
le opere degli antichi maestri italiani (n. 1315), un’anconetta che forse un giorno fu parte
del corredo nuziale di qualche donna degli Alberti, dei quali si vede l’impresa con le catene
nella base della vaga cornice (fig. 1). L’atto della Vergine che vi è dentro dipinta induce a
sognare di un’ intima pace domestica : sedutasi a terra sopra un cuscino, la madre sta sola
col figlio, ma questi, chiamato da qualche voce di preghiera, si volge attento altrove, pur non
lasciando con le mani il seno materno. Sul fondo dorato le tinte si accendono nelle carni,
sfumano sulle vesti della Vergine, si spengono in ombre fosche entro le pieghe profonde
della rossa vesticciuola del Bambino.

La pìccola ancona, che rapisce veramente lo sguardo, non rientra del tutto nelle tradi-
zioni giottesche, ma è opera di un artista che quelle animò del primo soffio dell’arte del
secolo xv: con tanta tenerezza e delicata cura la dipinse don Lorenzo monaco miniatore.

Nel trittico della Galleria degli Uffizi (n. 41, fig. 2), recante la data dell’anno 1410, opera
certa del monaco camaldolese, come è dimostrato dal raffronto con la grande pala firmata dal
pittore (Uffizi, n. 1309), il viso della Vergine, pure assai somigliante, è modellato con mag-
giore secchezza che nell’ancona del Louvre, ma la forma della mano con la palma allungata
(e specialmente quelle dita della sinistra appiattite e terminate in punta in modo affatto
identico nei due quadri), la mossa del drappeggio che forma qualche piega ad occhio e
copiosi risvolti, ogni più minuto particolare del vestire, la struttura così semplificata e carat-
teristica dell’orecchio, rendono evidente nelle due tavole l’opera di un solo artefice il quale
vi adoperò il medesimo caldo sfumar delle tinte, trasfuse in ambedue la sua anima pia.

L'Arte. VI, 28.
 
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