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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 4
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0400

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BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

6.

Inventari di monumenti d’arte, cataloghi di Musei e Gallerie

guide nazionali e cittadine, illustrazioni di luoghi.

Ing. Dionigi Scano: Cagliari medioevale -

Impressioni d’arte. Cagliari, Valdès, 1902.

Alle numerose e pregiate sue monografie sull’arte
della Sardegna, l’ing. Scano aggiunge ora questa,
che è la prima completa e degna illustrazione dei mo-
numenti, che rimangono in Cagliari, dell’architettura
e della scultura medioevale. Completa, ho detto, ma
non mi è dato dir completissima ; avendo tralasciato
l’A. di parlarci dei cospicui monumenti d’oreficeria
medioevale, che Cagliari conserva ancora ; e la lacuna
parmi di qualche momento, perchè, data l’importanza
e lo sviluppo che ha avuto in Sardegna l’arte dell’o-
rafo, questa nella storia generale dell’arte dell’ isola,
presenta uno speciale interesse, maggiore a mio avviso
che non altrove.

La storia della scultura sarda è rappresentata nelle
sue più caratteristiche manifestazioni, da opere di
orafi appunto e d’intagliatori del legno ; e i primi in
particolar modo ebbero importanza e valore, tali che
la fama ne andò oltre i confini dell'isola; come le
tracce dell'attività loro che abbiamo in Sicilia, e a
Roma istessa, dimostrano.

La lacuna non scema tuttavia pregio all’opera che
è in ogni sua parte utile e buona. Al dilettantismo
delle impressioni artistiche del La Marmora e del Va-
léry ; all’accolta affrettata di dati e di notizie che è la
« Guida di Cagliari » dello Spano, fonti sinora pres-
soché uniche di chi cercava una scorta pei monumenti
di Cagliari, Io Scano ha sostituita l’opera sua di os-
servatore paziente e sagace, sorretta da una salda
preparazione storica ed artistica ; e ha dato a Cagliari
medioevale una guida quale possiamo augurare simile
a ogni città italiana.

Le conclusioni, cui l’A. perviene nell’esame dei
singoli monumenti di Cagliari e delle vicinanze, po-
tranno con nuove ricerche e con nuovi studi, rag-
giungere forma completa e precisa ; ma pensiamo che
saranno, in massima accolte da tutti gli studiosi.

Non credo, soltanto, che possa accogliersi l’opinione
dello Scano, che identifica in Guglielmo d’Agnolo il
Guglielmo che scolpi il pulpito del duomo. Anziché
un’opera giovanile del discepolo di Nicola Pisano,
quel pulpito è a mio avviso una tarda opera romanica
d’un ben diverso Guglielmo. Non forse il Guglielmo
che un’iscrizione pisana ricorda, quale scultore del
pergamo di Santa Maria?

E. B.

Andrea Moschetti: Il Museo civico di Pa-
dova. Padova, Prosperini, 1903.

Il volume che il solerte direttore del Museo civico
di Padova ha pubblicato in occasione del Congresso
storico internazionale di Roma, raggiunge pienamente
lo scopo che l’autore si è prefisso ; dimostrare cioè
non solo l’importanza del Museo comunale padovano,
ricchissimo di preziose rarità bibliografiche, storiche,
artistiche, archeologiche, numismatiche, ma anche le
cure dell’Amministrazione civica e l’amore della cit-
tadinanza per quelle raccolte, che molti Istituti, anche
maggiori, invidierebbero. Infatti il volume di ben
174 pagine in grande formato, illustrato da 34 tavole
e da un grande numero di altre riproduzioni, tutte
veramente magnifiche, è il risultato del concorso volon-
teroso di cospicui cittadini, uniti nel desiderio di veder
universalmente noti agli amatori del bello i pregi delle
loro collezioni.

Precedono alcuni cenni storici intorno alla prima
formazione e alle vicende del Museo, il quale si divide
in tre maggiori sezioni : la Biblioteca, gli Archivi, le
Raccolte* artistiche, archeologiche e varie ; a queste è
poi aggiunto il Museo Bottacin, comprendente parec-
chie bellissime opere di artisti moderni. Quindi, co-
minciando dalla Biblioteca, il Moschetti procede nella
descrizione di ogni singola collezione.

Per limitarci al campo strettamente artistico, ricor-
deremo che nella biblioteca, insieme con moltissimi
altri manoscritti riccamente e artisticamente miniati,
figurano quel Codice capodilista, che Antonio di Ales-
sio giudice e cittadino padovano scrisse nel 1246, e
 
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