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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0325

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MISCELLANEA

SPIGOLATURE.

Nuovi dipinti di Filippo e di Filippino Lippi.

— 11 primo dei due dipinti che oggi vedono la luce
adornò lungamente uno degli altari della chiesa di
Castelfranco di Sopra, presso Firenze. Soppressa quella
chiesa con decreto granducale negli ultimi anni del se-
colo xviii, la tavola fu ritirata in una cappella privata
di proprietà dei conti Baglioni, nella villa di Cerreto,
ed ivi rimase moltissimi anni ignorata e trascurata.
Dall’oblio e dal silenzio della tranquilla chiesuola
campestre la trasse il desiderio di uno straniero, il
sig. Harnisch di Filadelfia, che recentemente acquistò
dalla contessa Baglioni la divota rappresentazione.

L’esame del dipinto non può lasciare alcun dubbio
circa la sua attribuzione. Quella squisita imagine della
maternità, espressa con un sentimento tanto moderno,
quell’equilibrio della idealità del concepimento e della
efficace realtà della sua manifestazione, quello spre-
giudicato amore del vero, quell’indugiare in partico-
lari minuti, e la forma delle mani, e le pieghe civet-
tuole della trina che ricopre il capo della Vergine, e
la trasparenza del cielo azzurro, e le tinte chiaro-rosee
delle carni, e la qualità della tempera nei colori, ma,
sopra tutto, la somiglianza con alcuni dipinti che ver-
remo indicando, richiamano alla mente il nome di
Filippo Lippi. Onde, se bene restaurata e guastata in
molti tratti, convien ritenere che al frate gaudente e
fortunato appartenga per la maggior parte la tavola
della villa di Cerreto.

Come in altri dipinti di fra’ Filippo, nei quali la
Vergine e il Bambino costituiscono il motivo princi-
pale della composizione, anche qui un’intimità affet-
tuosa stringe i personaggi della graziosa rappresen-
tazione. Il puttino leva la destra a carezzare il volto
della giovane madre, mentre con infantile insistenza
alza la sinistra al seno di lei, quasi volesse abbrac-
ciarla. Ed ella intanto tien seduto il suo nato sulle
ginocchia, lo sostiene delicatamente, lo guarda con
tenerezza. Serena rappresentazione, che trovò la sua
espressione più squisita nell’altro quadro con la Ver-

gine e il Figlio, conservato nella Galleria di Monaco,
in cui il Bambino, con atteggiamento vivacissimo, si
rivolge anche con lo sguardo alla madre sua.1 E col
quadro di Monaco la tavola del signor Harnisch ha
riscontro specialmente nella testa del putto. Ma somi-
glianze di gran lunga più rilevanti essa presenta con
la celebre tavola della Galleria degli Uffizi, rappre-
sentante la Vergine col Figlio sostenuto da due angeli.

Anche nella tavola degli Uffizi la Madonna, atteg-
giata di dolce malinconia, contempla il Bambino che
posa sulle sue ginocchia. Ma qui la giovane madre
congiunge le mani a guisa di orante, mentre nel di-
pinto Harnisch, con sentimento più squisito, le tiene
a sostegno del putto. Diversa è inoltre la collocazione
degli angeli, come è agevole vedere dal confronto delle
riproduzioni. Simili nei due dipinti sono le sedie su
cui posa Maria, dai bracciuoli terminanti a spirale e ri-
coperti da un guanciale di stoffa a fiorami. Identico è
il fondo : roccioso a destra, con una città cinta di mura
sul lontano orizzonte, pianeggiante, cosparso d’alberi
e attraversato da una strada serpeggiante a sinistra.
In entrambi i dipinti, a metà coperta dalla bianca pez-
zuola elegantemente acconciata sul capo della Vergine,
si vede una casetta ; essa nella tavola degli Uffizi
riceve luce da due finestre ad arco; in quella del
signor Harnisch da una graziosa bifora.

Già questa stretta somiglianza della composizione
ci dice che i due quadri si debbono riportare presso
a poco allo stesso periodo dell’attività dell’artista. Del
resto, che la tavola della villa di Cerreto non appar-
tenga alla gioventù del maestro, ci è dimostrato anche
dal colorito debole e basso di toni, dalla esecuzione
facile e franca, propria di chi si era già esercitato
nella più diffìcile trattazione dell’affresco, dal vivo
amore per le forme reali, dalla collaborazione di frate

1 F. von Reber, Katalog der Gemdlde-Sammlung der Kgl.
Alteren Pinakothek in Munchen, n. 1006; Muther, Der Cicerone
in der Miinchner Alten Pinakothek, Munchen u. Leipzig1, 1898,
pag. 50.
 
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