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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0315

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BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

I.

Dizionari, enciclopedie, trattati generali, atlanti, manuali.

Langton Douglas. A History of Siena.
London, John Murray, 1902.

A pochi mesi di distanza dalla pubblicazione della
2“ edizione del suo libro su Beato Angelico, così favo-
revolmente accolto dalla critica, e mentre lavora a pre-
parare una nuova edizione della History of painting in
Italy di Crowe e Cavalcasene, questo geniale studioso
della nostra arte e della nostra storia manda alla luce
un grosso volume sulla storia di Siena, un’opera che
non solo è documento dell’alacre ingegno dell’autore
e della sua felice attitudine alle ricerche, ma viene in
buon punto a colmare una lacuna che quanti sono tra
noi e fuori studiosi di storia municipale italiana di
certo hanno lamentato. Il D., innamorato quanto altri
mai della città meravigliosa che egli ha fatto oggetto
de’ suoi studi, deve avere avvertita, forse più che altri,
la mancanza di un’opera in cui si trovasse raccolto e
fuso organicamente ciò che da anni e anni una serie
di uomini benemeriti — tra cui a cagione d’onore
vanno ricordati coloro che si aggruppano intorno alla
Società Senese di storia patria e redigono il Bullettino
Senese — sono andati traendo intorno a Siena dalla
indagine degli archivi, delle biblioteche, dallo studio
dei monumenti e delle raccolte artistiche; ha com-
preso che i tempi incominciavano ad essere maturi
per ammainare le vele e si è accinto con ardire e con
amore all’opera. Non possiamo non riconoscere che
il compito era tutt’altro che agevole e dobbiamo es-
sere lieti di affermare che a nostro avviso egli è riu-
scito nell’intento.

Anzitutto il D. dimostra di aver avuto bene lim-
pido dinanzi agli occhi il disegno della sua opera e
di averne saputo ben definire i confini e proporzio-
nare le parti : molto opportunamente infatti, a parer
nostro, egli ha chiuso la sua Storia col racconto del
famoso assedio di Siena e della cessione della città
fatta nel luglio 1557 dagli Spagnuoli al duca Cosimo
de’ Medici, con gli avvenimenti, cioè, che segnano il

termine della vita autonoma della città e, con questo,
il dissolvimento di quelle energie che le avevano pro-
cacciato gloria nella politica, nelle arti, nelle lettere,
nei commerci.

L’opera è divisa in venti capitoli : i primi 15 con-
tengono la storia politica e civile di Siena, dalle ori-
gini al 1557, e in questa parte l’A., non limitandosi
alla esteriorità dei fatti, ma studiandone l’essenza,
rilevandone i nessi, indagandone le cagioni prossime
e remote, ci ha dato un quadro, se non completis-
simo, vivace e fedele di ciò che fu la complessa vita
comunale senese, degli elementi che la composero,
degli istituti che la ordinarono, delle passioni che l’a-
gitarono, delle lotte aperte o sorde che subì, degli
uomini, che essa produsse, rappresentativi di un certo
momento storico o di una certa corrente d’ idee o di
sentimenti.

Seguono, e chiudono il libro, cinque capitoli de-
dicati alle arti, alle lettere, alle scienze, cinque capi-
toli che, occupando però da soli poco meno della metà
del volume, mostrano come l’A. abbia giustamente
considerato l’arte esponente massimo della Siena me-
dievale e come allo studio di essa, sopra tutto, abbia
creduto di concedere la sua attenzione, anche a costo
di un apparente squilibrio tra le diverse parti del
libro. Dei cinque capitoli il primo tratta dell’archi-
tettura ecclesiastica e civile, il secondo della scultura,
il terzo della pittura, il quarto delle arti minori, il
quinto delle lettere e delle scienze. A parte quest’ul-
timo che sembrerà inadeguato all’argomento e insuf-
ficiente e nel quale l’A., anche perchè straniero, non
si è trovato in condizione di dire cose nuove o al-
meno di meglio lumeggiare le vecchie, gli altri capi-
toli sono all’altezza del soggetto e saranno letti con
grande piacere, sia che l’A, si limiti a un excursus un
po’ rapido, come nel campo della scultura; o sia che si
soffermi su questioni particolari, come nel capitolo del-
l’architettura ecclesiastica nel quale, venendo a par-
lare del Duomo, mostra come questo non fosse un pro-
dotto dell’arte dei Cisterciensi e rivendica il disegno e
la decorazione del monumento a maestri italiani del set-
tentrione.

L'Arte. VI, 36.
 
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