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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 3
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0316

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290

BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

Le pagine relative alla pittura sono certo le mi-
gliori. L’A. che vi si sente su terreno più sodo e più
familiare vi studia a grado a grado lo sviluppo di
quell’arte a Siena: lo svolgersi delle forme bizantine,
il sorgere, il rigoglioso fiorire, il decadere dell’arte lo-
cale, indugia su i grandi maestri, Duccio, Simone, i
Lorenzetti, Sodoma..., studiandone le caratteristiche,
rilevandone gl’influssi che risentirono, quelli che eser-
citarono al di dentro e al di fuori della città, mettendo
nella giusta luce l’importanza della scuola pittorica se-
nese, finora forse non considerata per ciò che essa
realmente vale ed è.

Un campo pieno di attrattive, e forse di sorprese,
era quello offerto dallo studio delle arti così dette mi-
nori ; ma l’A. non ha creduto di trattenersi qui quanto
sarebbe stato opportuno e utile: egli si è contentato
di darci quasi esclusivamente in questo capitolo una
buona monografia sulla maiolica a Siena, che tanto più
ci fa rimpiangere il mancato sviluppo delle altre parti
del l’argomento.

Ma a quanto non ha qui fatto potrà por mente un
giorno l’A. desideroso dì completare l’opera sua. E
in una seconda edizione o in una traduzione non gli
sarà difficile ritoccare qua e là il lavoro e togliervi
qualche leggiera menda che è stata giustamente rile-
vata perchè l’A. abbia a tenerne conto, ma di cui si
è ingiustamente esagerata l’importanza, come se essa
toccasse l’organismo del libro. Perchè noi crediamo
che voler giudicare l’opera di sintesi con i criteri che
si seguono per i lavori di analisi sia assurdo ; non su
di esse deve esercitarsi l’erudizione degli specialisti per
cogliere al varco l’autore per la dubbia interpretazione
o applicazione di un documento o per un’attribuzione
arrischiata..., cose tutte che quando rappresentano nel
libro fatti sporadici non infirmano il valore dell’opera
di sintesi. Dobbiamo aggiungere una parola ancora re-
lativamente alla forma di questo libro: forma agile,
piacevole e colorita che sa nascondere l’erudizione onde
è intessuta e non farne sentire il peso, e tributare
lode all’editore Murray di Londra il quale ha dato al
volume una bella veste tipografica e l’ha arricchito di
numerose e nitide riproduzioni che accompagnano il
lettore attraverso le pagine del libro come una tenue
voce lontana che gli ricordi le glorie artistiche della
nobile città.

E. Modigliani.

3-

Estetica, iconografia, etnografia, fisiologia artistica, rap-
porti tra la letteratura e l'arte.

Adolph Bayersdorfer. Leben und Schrift-
en aus seinem Nachlass herausgegeben von
Hans Mackowsky, Angustus Pauly, Wil-
helm Weigand. Mìinchen Brnckmann, 1902.

Lo spirito finamente indagatore di Adolfo Bayers-
dorfer, dell’esteta geniale, pronto a sollevarsi dai

singoli problemi della forma all’universalità del pen-
siero filosofico, ma chiuso nella propria superiorità
intellettuale e disdegnoso delle vane parole, vive nei
ritratti qui riprodotti del BOcklin e del Toma, ed è
celebrato in ogni pagina di questo volume, che amici
e discepoli hanno dedicato alla memoria del compianto
direttore del Museo di Monaco. Mentre con tanto tre-
pido desiderio di nome gli studiosi oggi s’ affrettano
ad affermare in pubblicazioni le conquiste della loro
indagine, o a misurarsi in opere illustrative dei grandi
periodi dell’arte, l’apparente improduttività del Bayers-
dorfer, infaticabile nei viaggi, nelle letture, nelle di-
scussioni, e divenuto uno dei più profondi conoscitori
del patrimonio artistico di tutta Europa, è un segno
di distinzione e una prova di quanto egli amasse più
l’arte che la propria fama. Ma a rivendicarne e ri-
cordarne i meriti ha pensato il Weigand nella sua
introduzione biografica ; mentre i devoti amici con la
pubblicazione postuma degli scritti del maestro non
hanno guastato quel carattere di signorile riserbatezza
che lo elevava. Perchè gli appunti del Bayersdorfer
sulla pittura fiorentina del Quattrocento, che aprono
il volume, sono cosi brevi, così freschi e dettati dalla
immediata visione del quadro che ben mostrano di
essere stati scritti dallo studioso più per sè che per il
pubblico, e le altre pubblicazioni qui raccolte sono
tutte apparse sotto lo stimolo dell’occasione che non
permetteva di tacere.

A mostrarci l’anima del critico-artista è stata data
larga parte, nonché agli scritti sulle opere di musica,
anche alle lettere private, la maggior parte scritte
dall’ Italia e piene d’amore per la nostra terra. Gli
studiosi italiani si associano certamente al tributo di
affetto reso al defunto maestro.

Inventari di monumenti d’arte, cataloghi di Musei e Gallerie
guide nazionali e cittadine, illustrazioni di luoghi.

Ioseph-Hyppolite Franchi-Verney della
Valetta. (Ippolito Valetta). H Ac a démie
de France à Rome. Turiti, Bocca Frères, édi-
teurs, 1903.

In occasione del centenario dell’Accademia di Fran-
cia a Villa Medici il conte Franchi-Verney della Valetta
ha raccolto in un elegante volume, edito dai fratelli
Bocca di Torino e dedicato al Presidente della Re-
pubblica francese, la storia dell’Accademia di Francia
a Roma, dall’istituzione fattane da Colbert sino ai
giorni nostri. È una storia interessantissima ed intima,
perchè l’A. penetra entro tutta la vita dell’Accade-
mia seguendola passo per passo, da Charles Errard,
de Noél Coypel e da Lebrun sino a Vernet ed a In-
gres, nelle sue varie peregrinazioni di luoghi, di idea-
ità, di uomini. Palazzo Capranica, Palazzo Mancini e
 
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