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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 1
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0097

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MISCELLANEA

SPIGOLATURE.

Un bastone pastorale del tesoro della catte»
drale di Treviso. — Della copiosissima suppellettile
di sacri arredi descritta negli antichi necrologi ed in-
ventari della cattedrale trivigiana, solo una minima
parte si conserva ancora nel vetusto gazofìlaeio. Tra
i pochi oggetti di alto valore artistico sopravanzati
alla lenta dispersione di quanto la pietà degli avi era
venuta accumulando nel corso dei secoli, primeggia
il bastone pastorale d’argento dorato, rimasto fin qui
affatto ignoto ai cultori dell’arte; del quale siamo
lieti di poter offrire una eccellente riproduzione da
fotografie eseguite, col consenso dell’onorando Capi-
tolo, dall’egregio tesoriere sac. Marco Cappello.

Una tradizione locale lo voleva offerto al Capitolo
dal vescovo Zanetto che, morendo nel 1485, beneficò
largamente la cattedrale, cui lasciò fra l’altro il pre-
zioso suo spoglio.

L’origine di questa che è pura leggenda, va attri-
buita alla rappresentazione del vescovo genuflesso con
le mani giunte innanzi la Vergine ed il Bambino, nel
mezzo della voluta del bastone, che presenta qual-
che analogia col gruppo marmoreo del vescovo, pure
con le mani giunte, e d’un chierico tenente fra le
mani un bastone pastorale di bronzo, genuflessi avanti
il Dio Padre benedicente, sopra il sarcofago del ve-
scovo Zanetto nel coro della cattedrale. Non si pose
mente che la rappresentazione del vescovo genuflesso
avanti la Vergine ed il divino Infante è un elemento
decorativo che ricorre di frequente nelle volute dei
bastoni pastorali dei secoli xiv e xv, e che d’altronde
la figura giovanile e bene nutrita del vescovo del pa-
storale non poteva raffigurare frate Zanetto promosso
vescovo in età senile, col corpo affranto dagli acciac-
chi ed il volto emaciato, quale si vede ritratto dallo
scalpello di Pietro Lombardo sopra il sarcofago e
quale lo stesso Zanetto si dava a conoscere nelle sue
lettere a Sisto IV. 1

1 G. Biscaro, Note storico-artistiche sulla cattedrale dì Tre-
viso, in Nuovo Archivio veneto, tomo XVII, parte II.

La provenienza del pastorale risulta nel modo il
più sicuro dall’inventario del tesoro della chiesa tri-
vigiana, compilato nel 1427, essendo vescovo il dome-
nicano Giovanni Benedetti di Venezia; trascritto nel
grande libro segnato A, dell’archivio capitolare. La
registrazione è la seguente : 1

Pastorale argenteum. — Unus baculus Pasto-
ralis sive pastorale, argenteuiìi deauratum pulcrum cum
Imagine beate Virginìs et Imaginem Episcopi genu-
ftectentìs, divisum in quatuor frusta, quod est in una
capsa de corio, et fuit d.ni fr. N. proximi preteriti
Episcopi Tervisini,

Più brevemente appare descritto nell’inventario re-
datto in tutta fretta nell’agosto 1511, quando, per ti-
more del saccheggio per parte delle soldatesche ne-
miche'ed un po’ anche delle amiche, durante la guerra
della lega di Cambrai, i pezzi più importanti del te-
soro della cattedrale furono riposti in due casse per
essere spediti in salvo a Venezia: «un pastoral in
quatro pezi, zoe in vide (viti), de arzento dora, in la
so cassa de cuoro ». 2

Il vescovo ricordato nell’inventario del 1427 colla
sola iniziale del nome, è frate Nicolò Beruti dell’or-
dine dei predicatori; il quale veramente non fu l’im-
mediato predecessore di Giovanni Benedetti, essendo
quest’ultimo stato preceduto, per non tener conto del
decano Giovanni Muttoni eletto, ma non confermato,
da frate Giacomo da Treviso (1409-1416) e questi alla
sua volta da Lotto Gambacorta di Pisa (1394-1409)
succeduto al Beruti. Non vi è dubbio che si tratti pro-
prio del Beruti, sia perchè la iniziale del nome col ti-
tolo di frate non corrisponde ad altri che a lui, sia
anche perchè nello stesso inventario poche linee sopra
havvi quest’altra registrazione, ove il Beruti è nomi-
nato in tutte lettere come l’originario possessore di
una mitra riccamente adorna di perle e di pietre pre-

1 c. 187.

2 Archivio notarile di Treviso, protocollo del notaio Gio. Pietro
da Nogarè.
 
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