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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 1
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Bibliografia artistica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0096

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BIBLIOGRAFIA ARTISTICA

Pur troppo le più belle e monumentali opere che figu-
ravano* battaglie, i famosi cartoni che il Vinci e il Buo-
narroti lavorarono a gara per la sala del Consiglio
a Firenze, più non esistono, ma dalle descrizioni che
ne fa il Vasari possiamo conoscere quanta varietà di
colpi vi avessero studiato i due grandi artisti.

Non pochi codici delle nostre biblioteche e delle
straniere attendono una riproduzione ed uno studio
come quelli di cui ora ci ha dato esempio il prof. No-
vati. La storia del costume in Italia si potrà scrivere
con saldi fondamenti di verità, solo quando un buon
numero di ben scelti codici sarà degnamente pubbli-
cato.

G. Fogolari.

Giulio Bariola. Gabinetto nazionale delle
stampe in Roma. Qicaderno di disegni del
principio del secolo XV di un maestro del-
VItalia settentrionale. (Estratto da Le Gal-
lerie nazionali italiane. Per cura del Mini-
stero della pubblica istruzione. Volume V).
Roma, 1902.

Questo prezioso codice ch’è entrato da pochissimi
anni nel Gabinetto nazionale delle stampe in Roma, con-
sta di 30 carte recanti su ambo le faccie schizzi, abbozzi
e studi di un gentile artista che vi rivela tutta la finezza
e la minuzia di un miniatore o di un orafo. La maggior

parte dei disegni, che sono tutti a punta d’argento con
sottili tocchi di bianco e lievi velature ad acquarello,
sono studi per le storie della vita di Sant’Antonio abate,
ma con queste storie si alternano numerose scene del
vecchio e del nuovo Testamento e disegni d’animali e
episodi dì caccia e scene della vita del tempo.

Il dott. Bariola che ha studiato con amore il co-
dice e qui lo descrive accuratamente carta per carta,
chiarendo ogni rappresentazione, si addentra nell’e-
same delle peculiarità stilistiche che i disegni presen-
tano e dalla forma delle architetture, che appaiono
spesso nel quaderno nei fondi delle scene o come
studi isolati, dal modo di concepire le rappresenta-
zioni, anche quelle religiose, come scene della vita
cavalleresca e cortigiana, dal naturalismo onde sono im-
prontati gli episodi, in ispecie quelli di caccia, è tratto
ad assegnare i disegni ad un maestro di scuola ve-
ronese' dei primi anni del '400 e forse anche della fine
del '300. Con ciò l’A., che desidera giustamente pro-
cedere cauto, non vuole asserire senz’altro che debba
trattarsi di un artista veronese, precursore del Pisa-
nello, ma di un maestro che seguiva in tutto la cor-
rente d’arte che ebbe per centro di irradiazione Ve-
rona e di là si diffuse rapidamente in regioni più o
meno lontane. All’Italia settentrionale, però, dovette
senza dubbio appartenere l’autore dei nostri disegni,
come provano i caratteri delle figure, delle vesti, sopra
tutto il gotico fioritissimo delle architetture, frequentò
nel nord d’Italia e segnatamente nel Veneto.

ett. m.
 
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