SCOPERTE ARTISTICHE IN OR/STANO
23
* * *
Il mistero che avvolge le vicende
politiche e intellettuali dell’isola nel
medio evo, la scarsità nei nostri ar-
chivi di documenti anteriori al xvi
secolo, che non ci permisero fino ad
ora di stabilire la destinazione della
statua, nè a qual santo o prelato essa
sia stata dedicata, non ci danno nean-
che modo di determinare se Nino fu
in Sardegna, oppure se la statua
venne trasportata da Pisa, lasciando
ad altri la cura di porla a posto. Non
emetterò al riguardo alcuna opinione
od ipotesi ; ma accennerò ad alcune
circostanze che possono connettersi
alla questione, e che, per essere an-
cora inedite e riguardanti un illustre
artista, non riesciranno — sono
certo — discare agli studiosi d’arte.
Nella cattedrale d’Iglesias, l’an-
tica Villa di Chiesa, si conserva una
campana bronzea con gli stemmi di
Pisa e di Arborea e con la seguente
iscrizione :
f A. D. MCCCXXXVII DÙS
PETRUS VICE COMES DE BAS-
SO DEI GRA IUDEX ARBOREE
ANDREAS PISANUS FE.
la quale ci fa conoscere che essa
venne fusa da Andrea Pisano, il
padre di Nino, e donata alla chiesa
episcopale dal giudice Pietro d’Arborea nel 1337. Palesano la maniera artistica della scuola
dello stesso Andrea alcune sculture da me rinvenute nello scorso gennaio, le quali esami-
neremo più dettagliatamente in appresso.
Nel Museo di Cagliari conservasi una lastra tombale, tolta dalla distrutta chiesa medioe-
vale di San Francesco di Cagliari, la quale ricorda una gentildonna pisana di nobile pro-
sapia, donna Vannuccia Orlandi, morta nel 1345. Questa lastra è ornata di un bassorilievo,
finamente scolpito, in cui l’anima della defunta è rappresentata sotto forma di una figurina
portata in cielo da due angeli.
Questo motivo fu di frequente usato nelle lastre funerarie e nelle tombe del XIV secolo
e non presenterebbe alcuna spiccata particolarità, se la figurina della defunta, avente le mani
al seno congiunte, i due angeli sostenenti il lenzuolo, dalle forme tuttora arcaiche, e la
lucidatura del marmo, non ricordassero la tecnica di Nino ed in special modo il bassorilievo
d’eguale concepimento e d’identica esecuzione che è scolpito nel coperchio del monumento
sepolcrale del cardinale Saltarelli nella chiesa di Santa Caterina in Pisa.
Certo non asseriremo che questa scultura sia in modo certo dovuta allo scalpello del
nostro artista — benché i caratteri stilistici c’ inducano a ciò ritenere, — ma questa consta-
tazione, messa in correlazione con quanto precedentemente abbiamo esposto, ci permette
di asserire che doveano esistere stretti rapporti artistici fra Andrea Pisano ed i giudici
San Francesco e San Domenico
Particolare delle sculture d’ Oristano
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Il mistero che avvolge le vicende
politiche e intellettuali dell’isola nel
medio evo, la scarsità nei nostri ar-
chivi di documenti anteriori al xvi
secolo, che non ci permisero fino ad
ora di stabilire la destinazione della
statua, nè a qual santo o prelato essa
sia stata dedicata, non ci danno nean-
che modo di determinare se Nino fu
in Sardegna, oppure se la statua
venne trasportata da Pisa, lasciando
ad altri la cura di porla a posto. Non
emetterò al riguardo alcuna opinione
od ipotesi ; ma accennerò ad alcune
circostanze che possono connettersi
alla questione, e che, per essere an-
cora inedite e riguardanti un illustre
artista, non riesciranno — sono
certo — discare agli studiosi d’arte.
Nella cattedrale d’Iglesias, l’an-
tica Villa di Chiesa, si conserva una
campana bronzea con gli stemmi di
Pisa e di Arborea e con la seguente
iscrizione :
f A. D. MCCCXXXVII DÙS
PETRUS VICE COMES DE BAS-
SO DEI GRA IUDEX ARBOREE
ANDREAS PISANUS FE.
la quale ci fa conoscere che essa
venne fusa da Andrea Pisano, il
padre di Nino, e donata alla chiesa
episcopale dal giudice Pietro d’Arborea nel 1337. Palesano la maniera artistica della scuola
dello stesso Andrea alcune sculture da me rinvenute nello scorso gennaio, le quali esami-
neremo più dettagliatamente in appresso.
Nel Museo di Cagliari conservasi una lastra tombale, tolta dalla distrutta chiesa medioe-
vale di San Francesco di Cagliari, la quale ricorda una gentildonna pisana di nobile pro-
sapia, donna Vannuccia Orlandi, morta nel 1345. Questa lastra è ornata di un bassorilievo,
finamente scolpito, in cui l’anima della defunta è rappresentata sotto forma di una figurina
portata in cielo da due angeli.
Questo motivo fu di frequente usato nelle lastre funerarie e nelle tombe del XIV secolo
e non presenterebbe alcuna spiccata particolarità, se la figurina della defunta, avente le mani
al seno congiunte, i due angeli sostenenti il lenzuolo, dalle forme tuttora arcaiche, e la
lucidatura del marmo, non ricordassero la tecnica di Nino ed in special modo il bassorilievo
d’eguale concepimento e d’identica esecuzione che è scolpito nel coperchio del monumento
sepolcrale del cardinale Saltarelli nella chiesa di Santa Caterina in Pisa.
Certo non asseriremo che questa scultura sia in modo certo dovuta allo scalpello del
nostro artista — benché i caratteri stilistici c’ inducano a ciò ritenere, — ma questa consta-
tazione, messa in correlazione con quanto precedentemente abbiamo esposto, ci permette
di asserire che doveano esistere stretti rapporti artistici fra Andrea Pisano ed i giudici
San Francesco e San Domenico
Particolare delle sculture d’ Oristano