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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 1
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Seidlitz, Woldemar von: Zenale e Butinone
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0040

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WOLDEMAR VON SEIDLITZ

Treviglio, dunque verso il 1480, e a datare le altre due opere di stile squarcionesco verso
il 1450? Contro tali ragioni d’ordine intrinseco anche le più belle e le più chiare iscrizioni non
possono tener fermo. In questo punto la critica diplomatica la deve cedere a quella artistica.

Per finire mi permetto di accennare ad un’opera del fiutinone che già da lungo tempo
si trova a Milano, XAdorazione del Bambino (fig. 2) esposta all’Ambrosiana sotto il nome del
Bramantino. La pittura dalle forme lunghe e magre, ma non ossute, ripiena d’un profondo sen-
timento religioso e rimarchevole per il suo fondo architettonico di carattere grande e serio,
appartiene senza dubbio alla vecchia scuola lombarda e ne forma una delle produzioni più inte-
ressante. Ma nessuno che abbia ben presente la carriera artistica del Bramantino, cominciando
dalle sue opere bramantesche di carattere energico e di disegno angoloso ma largo, e prose-
guendo fino alla sua ultima maniera molle e gonfia, potrà presumere che questo artista abbia
creato la sua prima opera in modo così magro, tranquillo e riposato, direttamente opposto
alla sua maniera conosciuta. Invece tutte le singolarità che saltano fuori da quella pit-
tura, i corpi slanciati e modellati come se fossero di bronzo, le pieghe dei panni lunghe e
fortemente marcate, una grazia compunta e nello stesso tempo ritrosa, nei movimenti, le
fronti lunghe e sporgenti, le dita ossute e distintamente articolate, in genere quella fattura
sculturale che ci rammenta le opere dell’Omodeo trattante la pietra come legno : tutto ciò
trova il suo paragone nella Madonna Castelbarco (riprodotta dal Malaguzzi sotto il n. 1): gli
angeli suonanti nell’angioletto presso il trono della Madonna, i tre frati inginocchiati nel
San Bernardo, l’angelo accanto a san Giuseppe nella Madonna stessa in trono. A cagione
dell’aspetto generale più arcaico si può presumere che l’opera sia stata eseguita alcuni anni
prima dell’ancona del Treviglio.

Un po’ più soddisfacenti delle ricerche critiche sono nel libro del Malaguzzi le notizie
tratte dagli archivi e relative a un gran numero d’artisti minori del tempo degli Sforza, ripro-
dotte secondo l’ordine cronologico. Qui l’autore si trova su un terreno fermo ed a lui cono-
sciuto, dove non ha che a seguire il testo, senza essere costretto a formarsi una idea delle
personalità artistiche secondo le loro opere più o meno sicure. Notevoli anche riescono le
notizie relative ai rapporti della corte ducale con la pittura fiamminga. Nel 1456 si trova
fra gli stipendiati un Pietro di Burges ; nel 1476 si pensa di sostituire come ritrattista al
Bugatto, morto in quell’anno, un pittore siciliano (Antonello da Messina); lo stesso Bugatto,
ancora adolescente, era stato mandato nel 1460 a Bruxelles, per meglio impararvi l’arte di
dipingere ritratti.



Dresda, febbraio 1903.

WOLDEMAR VON SEIDLITZ.
 
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