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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 1
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La Grassa, Francesco: Opere dei delle Robbia in Sicilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0046

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42

FRANCESCO LA GRASSA-PA TTI

Andrea preferisce quasi sempre mettere Gesù alla parte destra della Madonna e la
Vergine dell’altare di Santa Maria delle Grazie ad Arezzo e quella della cattedrale di Prato
dànno l’esempio di Gesù seduto sul braccio destro. Inoltre il motivo del Bambino che tiene
in bocca, appoggiato, l’indice della mano, non ha riscontro in alcuno dei Della Robbia fuorché
in Andrea che tanto bene lo seppe rappresentare. Infine il gesto di Gesù che tiene il pol-
lice della mano destra della Madre lo vediamo in parecchie opere d’Andrea, e mentre questo
motivo è stato usato qualche volta da Giovanni, l’altro scomparve affatto.

Considerando allo stesso modo i cherubini scorgiamo anche la mano di Andrea. I che-
rubini di fra Mattia nulla hanno di comune coi nostri : in essi il tipo si conserva diverso e
al pari dei Bambini Gesù, sono meno paffuti e non ritraggono negli atteggiamenti il sorriso
e la grazia dei nostri che sembrano intessere una festa gaia e vivace.

Luca rarissimamente fece uso dei cherubini. Essi non circondano mai il quadro come
nella Madonna degli Angeli, ma qualche volta compaiono come decorazione del fregio di
qualche trabeazione. Ma se si vuole analizzare questi cherubini si vede che differiscono da
quelli della terracotta di Trapani sia pei lineamenti che per l’espressione.

Andrea decorò coi cherubini i fondi dei quadri plastici o più spesso ancora ne circondò
il soggetto, vivificando la scena del sorriso soave e grazioso di questi esseri celesti.

Benché questo motivo si ripeta nel figlio Giovanni si hanno certe differenze notevoli.
I cherubini di Giovanni, a prescindere dalla meschina parte sentimentale, hanno l’asse nor-
male alla curva di contorno del quadro e mostrano ciascuno sei ali, quattro spiegate e due
incrociate come nella Natività di Bibbiena e in quella di Barga. Andrea circonda il quadro
con cherubini il cui asse delle testine è verticale, come nella Crocifissione della cattedrale
d’Arezzo o in quella della Verna, e se abbiamo qualche esempio in cui l’asse delle testine è
normale alla linea di contorno, le ali spiegate sono sempre due e non quattro, come si mani-
festa costantemente in Giovanni.

Del resto sono nel quadro plastico della Madonna degli Angeli le stesse forme, i mede-
simi atteggiameuti dei cherubini della Crocifissione d’Arezzo e della Crocifissione della Verna.

Il motivo della colomba con le ali spiegate e le mani dell’Eterno sono simboli che com-
paiono per la prima volta in Andrea e cessano in Giovanni.

Andrea li adoperò spesso sopra la sola immagine della Madonna col Figlio, Giovanni
invece li usò semplicemente, come nella Natività della chiesa di San Lorenzo a Bibbiena,
per arricchire vieppiù la composizione e, all’opposto di Andrea, mai cercò di servirsene in
quei lavori che rappresentavano la sola Vergine col Bambino.

Nella rappresentazione della natura vegetale sappiamo come Andrea non abbia prodotto
nuove forme oltre quelle del suo maestro ; mentre però Luca si limitava a contornare i me-
daglioni e alle volte qualche timpano di porta con una corona di foglie, fiori o frutta, Andrea
spesso, servendosi della disposizione in mazzetti, riproduceva i festoni di frutta insieme con
le rispettive foglie e facendoli partire da due vasetti posti lateralmente in basso al quadro
plastico e facendoli incontrare alla parte superiore. Sebbene questo motivo sia .anche adottato
da Giovanni è da osservarsi (facendo astrazione da una maniera più stentata e da una ese-
cuzione meno perfetta), che mentre in Andrea le qualità delle frutta si mantengono le stesse
nei due mazzetti simmetrici e vengono spesso alternati con gruppi di pini, Giovanni nei
festoni trascura la simmetria delle parti e fa succedere senza criterio alcuno le frutta nei
mazzetti. Il lavoro della Crocifissione della Verna, nella forma e nella disposizione delle frutta
ed anche quasi nella forma del vaso è la più perfetta produzione di Andrea che presenta i
maggiori punti di contatto con quelli di Trapani.

Abbiamo sopra accennato alla policromia usata da Giovanni nelle vestimenta delle figure,
ed altresì sappiamo che per usare molte tinte si contentò spesso di dipingere invece di
smaltare; perciò dobbiamo escludere il suo nome, non avendo la Madonna degli Angeli alcuna
traccia di policromia nelle figure smaltate interamente in bianco sul fondo azzurro privo di
paesaggio. Anche le dorature nel manto e le nubi orizzontali in fondo al quadro ci mostrano
 
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