ARTE CONTEMPORANEA
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vive nell’universo, onde, senza, nascondersi l’importanza del problema della luce e del colore,
il pittore sente che la linea resterà sempre il limite fra due toni. Così egli ricerca e trova
il suo successo in quella semplicità e in quella verità che si vorrebbero ritrovare non solo in
molti altri paesaggi esposti nella mostra della « Promotrice », ma anche nella maggior parte
dei ritratti che vi si ammirano.
Poiché, per quanto il Balla profonda tesori di intuizione psicologica nelle sue tele, di
un rilievo veramente magistrale, nessuno vorrà mai sostenere che non è possibile ottenere
tanta luminosità e tanta evidenza senza quella ridda di striscioline multicolori attraverso le
quali la figura si mostra spesso come dietro una rete variopinta. Tanto più che un ritratto
Giovanni Prilli : L’erba morta, la falce e i bimbi
non è generalmente destinato ad essere guardato a cinquanta metri di distanza, ma deve,
il più delle volte, adattarsi nel breve spazio che può offrire un salotto od un gabinetto. Vi-
cino al Balla, mi piace di rammentare il nome di un glorioso maestro, Antonio Mancini, il
quale ha cinque ritratti di una forza mirabile, e quello della signora Menshausen Labriola
per cui l’arte non è vacuo esercizio di virtuosità tecnica o meccanica riproduzione del vero,
ma continuo lavorìo d’interpretazione, intima e feconda elaborazione, visione di realtà passata
attraverso un temperamento. Poiché la signora Menshausen non è sola a rappresentare degna-
mente il suo sesso nella nobile gara, giustizia vuole che siano ricòrdate, a titolo d’onore,
anche la signora Bidoli Salvagnini, la quale tenta ardue combinazioni di luce, e la signorina
Corinna Modigliani, che si presenta con un delizioso ritratto di bimba e con una Danzatrice
nuda in una rigogliosa vegetazione di palmizi e di aloe.
Poco notevole è la mostra della scultura, nella quale abbiamo riconosciuto nomi già noti
e cose già vedute. Ma, se di ogni speranza l’arte può compiacersi, specialmente quando essa
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vive nell’universo, onde, senza, nascondersi l’importanza del problema della luce e del colore,
il pittore sente che la linea resterà sempre il limite fra due toni. Così egli ricerca e trova
il suo successo in quella semplicità e in quella verità che si vorrebbero ritrovare non solo in
molti altri paesaggi esposti nella mostra della « Promotrice », ma anche nella maggior parte
dei ritratti che vi si ammirano.
Poiché, per quanto il Balla profonda tesori di intuizione psicologica nelle sue tele, di
un rilievo veramente magistrale, nessuno vorrà mai sostenere che non è possibile ottenere
tanta luminosità e tanta evidenza senza quella ridda di striscioline multicolori attraverso le
quali la figura si mostra spesso come dietro una rete variopinta. Tanto più che un ritratto
Giovanni Prilli : L’erba morta, la falce e i bimbi
non è generalmente destinato ad essere guardato a cinquanta metri di distanza, ma deve,
il più delle volte, adattarsi nel breve spazio che può offrire un salotto od un gabinetto. Vi-
cino al Balla, mi piace di rammentare il nome di un glorioso maestro, Antonio Mancini, il
quale ha cinque ritratti di una forza mirabile, e quello della signora Menshausen Labriola
per cui l’arte non è vacuo esercizio di virtuosità tecnica o meccanica riproduzione del vero,
ma continuo lavorìo d’interpretazione, intima e feconda elaborazione, visione di realtà passata
attraverso un temperamento. Poiché la signora Menshausen non è sola a rappresentare degna-
mente il suo sesso nella nobile gara, giustizia vuole che siano ricòrdate, a titolo d’onore,
anche la signora Bidoli Salvagnini, la quale tenta ardue combinazioni di luce, e la signorina
Corinna Modigliani, che si presenta con un delizioso ritratto di bimba e con una Danzatrice
nuda in una rigogliosa vegetazione di palmizi e di aloe.
Poco notevole è la mostra della scultura, nella quale abbiamo riconosciuto nomi già noti
e cose già vedute. Ma, se di ogni speranza l’arte può compiacersi, specialmente quando essa