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ARDUINO COI ASAN TI
è riposta nell’anima e nell’intelligenza di un giovane valoroso, noi salutiamo con gioia la
bella affermazione che dà di sè il Prini. Di lui, che altra volta vedemmo con dolore nascon-
dere la propria personalità, ondeggiando fra il Bistolfi e il Troubetzkoy, ricordiamo con grande
simpatia e con compiacimento sincero i gruppi di bambini in cui è sentimento squisito e
Othmar Brioschi: Sole d’autunno (Albano)
viva genialità di pensiero. Gentile poema dell’infanzia dolorosa, dolci visioni di bimbi su cui
l’affetto paterno vigila timoroso di un destino di angoscia, esili corpicini mal difesi, povere
membra di una razza deformata dalle privazioni e dalla fatica, grandi occhi pensosi che guar-
dano pieni di ineffabile tristezza la falce lucida, onde inesorabilmente è sbarrata la via del-
l’avvenire !
È tale l’opera adorabile di questo giovanissimo che ha già così profondamente segnata
l’impronta della sua personalità; opera filosofica ed umana ad un tempo, che trae forse la
sua ispirazione da un dolore reale e presente, opera che parla alla mente ed al cuore, in
quanto mira ad equilibrare i diritti del pensiero con quelli del sentimento.
Perchè appunto di questi due elementi vive l’arte, e non c’è virtuosità di stile che possa
trionfare, se il lampo dell’idea, se la sincerità del sentimento non la illuminano e non la
riscaldano.
La mostra retrospettiva delle opere di Domenico Morelli.
Vicino alle più recenti espressioni dell’arte contemporanea il comitato della Promotrice,
giovandosi dell’aiuto del cav. Giuseppe Biraghi, del Ministero della pubblica istruzione ha
ordinato una mostra delle opere di Domenico Morelli, la quale, comprendendo opere che
vanno dall'extempore presentato al concorso per il pensionato di Roma del 1848 al Cristo
nell’orto eseguito nel 1900, ci delinea nettamente la fisionomia del grandissimo artista.
Luigi Celentano, bella prefazione alle lettere del fratello Bernardo, accenna al concetto
in cui già dai giovani era tenuto a Napoli Domenico Morelli fin dall’anno 1851. Ricondurre
la vita dove l’Accademia aveva soffocato ogni palpito di sincerità, mostrare come a fonda-
mento dell’arte deve essere il vero, proclamare l’indipendenza da ogni formula e da ogni
pedanteria, ecco il compito che Domenico Morelli mostrava di volersi assumere. Ma con
quale successo si gittò da prima nella nobile lotta?
ARDUINO COI ASAN TI
è riposta nell’anima e nell’intelligenza di un giovane valoroso, noi salutiamo con gioia la
bella affermazione che dà di sè il Prini. Di lui, che altra volta vedemmo con dolore nascon-
dere la propria personalità, ondeggiando fra il Bistolfi e il Troubetzkoy, ricordiamo con grande
simpatia e con compiacimento sincero i gruppi di bambini in cui è sentimento squisito e
Othmar Brioschi: Sole d’autunno (Albano)
viva genialità di pensiero. Gentile poema dell’infanzia dolorosa, dolci visioni di bimbi su cui
l’affetto paterno vigila timoroso di un destino di angoscia, esili corpicini mal difesi, povere
membra di una razza deformata dalle privazioni e dalla fatica, grandi occhi pensosi che guar-
dano pieni di ineffabile tristezza la falce lucida, onde inesorabilmente è sbarrata la via del-
l’avvenire !
È tale l’opera adorabile di questo giovanissimo che ha già così profondamente segnata
l’impronta della sua personalità; opera filosofica ed umana ad un tempo, che trae forse la
sua ispirazione da un dolore reale e presente, opera che parla alla mente ed al cuore, in
quanto mira ad equilibrare i diritti del pensiero con quelli del sentimento.
Perchè appunto di questi due elementi vive l’arte, e non c’è virtuosità di stile che possa
trionfare, se il lampo dell’idea, se la sincerità del sentimento non la illuminano e non la
riscaldano.
La mostra retrospettiva delle opere di Domenico Morelli.
Vicino alle più recenti espressioni dell’arte contemporanea il comitato della Promotrice,
giovandosi dell’aiuto del cav. Giuseppe Biraghi, del Ministero della pubblica istruzione ha
ordinato una mostra delle opere di Domenico Morelli, la quale, comprendendo opere che
vanno dall'extempore presentato al concorso per il pensionato di Roma del 1848 al Cristo
nell’orto eseguito nel 1900, ci delinea nettamente la fisionomia del grandissimo artista.
Luigi Celentano, bella prefazione alle lettere del fratello Bernardo, accenna al concetto
in cui già dai giovani era tenuto a Napoli Domenico Morelli fin dall’anno 1851. Ricondurre
la vita dove l’Accademia aveva soffocato ogni palpito di sincerità, mostrare come a fonda-
mento dell’arte deve essere il vero, proclamare l’indipendenza da ogni formula e da ogni
pedanteria, ecco il compito che Domenico Morelli mostrava di volersi assumere. Ma con
quale successo si gittò da prima nella nobile lotta?