ARTE CONTEMPORANEA
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Alla conquista della sua originalità il Morelli mosse da quei grandi mezzi del passato
che al suo tempo parvero segnare il rinnovamento dell’arte italiana. Così, mentre il Celen-
tano e l’Altamura in Napoli, il Faruffini da Milano a Roma e Stefano Ussi in Firenze detta-
vano agl’ Italiani, alla vigilia della loro ricostituzione politica, altrettante lezioni di storia patria,
il Morelli non fu sordo alla ispirazione storica e dipinse il Cesare Borgia al sacco di Capila
e gl’ Iconoclasti ; così pure, come col Bagno pompeiano sembrò rammollire la rievocazione
romana, col Conte di Lara, col Tasso, col Paggio innamorato, con la Parisina e con i Freschi
di Venezia, sacrificò alla moda romantica che usciva dalla letteratura e che era reazione a
quel romanesimo del primo impero che il David e il Camuccini avevano reso intollerabile.
Messo su quella via, il Morelli vi si abbandonò con tutto l’impeto del suo ingegno. I
Vespri siciliani divengono un episodio d’ispirazione sentimentale. Non la furia del popolo
assetato di sangue e armato di vendetta, non il tremendo scoppio dell’ odio a lungo con-
tenuto, ma tre fanciulle che fuggono lungo una strada fiancheggiata da muri, e in fondo
gruppi di uomini combattenti. Il particolare si è sostituito alla visione generale, perchè la
ispirazione non è sincera, cioè è nulla. Il romanzo ha ucciso l’epopea.
Bene se ne avvide il Morelli e sentì che, se il suo romanticismo si arrestava alla forma
senza riuscire ad intenderne il contenuto ideale, pur nella deficienza della fede l’idea cri-
stiana poteva occupare nell’arte un posto onorevole, appunto perchè l’arte si era incaricata
di trasformare la fede nella ragione.
Questo movimento che in Germania con lo Strauss e in Francia col Renan fu tutto
Domenico Morelli : Cesare Borgia al sacco di Capua. - Anno 1853
(Proprietà del senatore Tasca Lanza)
letterario, da noi fu pittorico e prese le mosse da Domenico Morelli, il quale tolse il Cristo
dal cielo della superstizione per renderlo all’umanità. Ecco dunque gli Ossessi con quell’im-
mensa tristezza di natura strapotente e indomata; il Cristo sulle acque, sospinto da una forza
sovrumana verso sconfinati orizzonti; ecco il Sant’Antonio accosciato, con le mani conviti-
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Alla conquista della sua originalità il Morelli mosse da quei grandi mezzi del passato
che al suo tempo parvero segnare il rinnovamento dell’arte italiana. Così, mentre il Celen-
tano e l’Altamura in Napoli, il Faruffini da Milano a Roma e Stefano Ussi in Firenze detta-
vano agl’ Italiani, alla vigilia della loro ricostituzione politica, altrettante lezioni di storia patria,
il Morelli non fu sordo alla ispirazione storica e dipinse il Cesare Borgia al sacco di Capila
e gl’ Iconoclasti ; così pure, come col Bagno pompeiano sembrò rammollire la rievocazione
romana, col Conte di Lara, col Tasso, col Paggio innamorato, con la Parisina e con i Freschi
di Venezia, sacrificò alla moda romantica che usciva dalla letteratura e che era reazione a
quel romanesimo del primo impero che il David e il Camuccini avevano reso intollerabile.
Messo su quella via, il Morelli vi si abbandonò con tutto l’impeto del suo ingegno. I
Vespri siciliani divengono un episodio d’ispirazione sentimentale. Non la furia del popolo
assetato di sangue e armato di vendetta, non il tremendo scoppio dell’ odio a lungo con-
tenuto, ma tre fanciulle che fuggono lungo una strada fiancheggiata da muri, e in fondo
gruppi di uomini combattenti. Il particolare si è sostituito alla visione generale, perchè la
ispirazione non è sincera, cioè è nulla. Il romanzo ha ucciso l’epopea.
Bene se ne avvide il Morelli e sentì che, se il suo romanticismo si arrestava alla forma
senza riuscire ad intenderne il contenuto ideale, pur nella deficienza della fede l’idea cri-
stiana poteva occupare nell’arte un posto onorevole, appunto perchè l’arte si era incaricata
di trasformare la fede nella ragione.
Questo movimento che in Germania con lo Strauss e in Francia col Renan fu tutto
Domenico Morelli : Cesare Borgia al sacco di Capua. - Anno 1853
(Proprietà del senatore Tasca Lanza)
letterario, da noi fu pittorico e prese le mosse da Domenico Morelli, il quale tolse il Cristo
dal cielo della superstizione per renderlo all’umanità. Ecco dunque gli Ossessi con quell’im-
mensa tristezza di natura strapotente e indomata; il Cristo sulle acque, sospinto da una forza
sovrumana verso sconfinati orizzonti; ecco il Sant’Antonio accosciato, con le mani conviti-