I IO
MISCELLANEA
Salting e un David e Jonathan di Cima, anche questo
appartenente a Mr. Salting.
Altre due esposizioni sono aperte a Burlington House
e alla New Gallery. La mostra a Burlington House è
ricca di opere olandesi, nonché della scuola di Nor-
wich, e contiene soltanto poche pitture di scuola ita-
liana. Tra queste c’è un Venere e Marte di P. Veronese
appartenente a Lord Wimborne, le Muse di Tintoretto
conservate a Hampton Court, una replica della Salome
di Tiziano che è in casa Doria, e un ritratto di Se-
bastiano del Piombo che Mr. Claude Phillips ritiene
sia il ritratto di Giulia Gonzaga descritto dal Vasari.1
Quanto all’esposizione delle Arts and Crafts alla New
Gallery essa illustra il fatto già pienamente dimostrato
a Torino che il movimento nell’arte decorativa ini-
ziato in Inghilterra da William Morris è già in deca-
denza. In mezzo ad alcune opere di merito V art
nouveau si presenta con alcuni esempi davvero poco
edificanti. Anche i capi del movimento dimostrano
sempre meno rispetto per una solida e razionale co-
struzione e invece una passione sempre maggiore per
l’ornamentazione la più bizzarra e frivola.
I libri d’arte. — Fra i più importanti, per quanto
si riferisce all’arte italiana, sono : l’opera erudita di
Mr. S. A. Strong sui disegni della collezione del duca di
Devonshire a Chatsworth House, l’ammirevole catalogo
delle pitture della collezione Wantage che è opera di
Lady Wantage stessa, di Mr. R. Benson e di Mr. Tempie,
il Pintoricchio di Corrado Ricci (ed Heinemann), il
Luca e Andrea della Robbia di Miss Cruttwell. Fra gli
altri libri degni di nota — ma non riflettenti arte ita-
liana — tiene il primo posto il volume di Lady Dilke
sugli incisori e disegnatori francesi del sec. xvni (ed. Bell
& sons). Con questo splendido volume Lady Dilke
completa la sua opera monumentale sopra l’arte fran-
cese del xviii secolo. Seguono in importanza al libro
di Lady Dilke il volume di Mr. D. S. Mac Coll sopra
l’arte del xix secolo (ed. Maclehose, Glasgow), il
Franz Hals del Rev. G. S. Davis (Bell) e il Conslable
di Mr. C. J. Holmes. L’Isabella d'Este di Mrs. Henry
Ady è principalmente un’opera di storia, ma racchiu-
dendo i risultati di numerosissime ricerche artistiche,
sarà letta da tutti gli studiosi dell’arte del Rinasci-
mento. È un libro erudito e interessante, cui è stata
data una ricca veste tipografica dalla grande casa edi-
trice di Murray.
Lord Balcarres, che fa parte d’una famiglia che
ha prodotto parecchi distinti conoscitori d’arte, sta
preparando un volume su Donatello; il Rev. G. S.
Davis ne sta scrivendo uno sopra Holbein. Sono poi
in corso di stampa i due primi volumi della nuova
edizione inglese della Storia della pittura italiana .di
1 Le vite, ed. Sansoni, V, 579.
Cavalcasene e Crowe, che conterrà una grande quantità
di materiale nuovo raccolto dagli autori e degli editori.
Le riviste. — Il Burlington Magazìne, che ha co-
minciato da poco le sue pubblicazioni, porta un’ag-
giunta notevole all’elenco dei periodici artistici inglesi.
Il primo fascicolo contiene interessanti articoli di Mr. Be-
renson e di Mr. Horne.
Fra i recenti contributi ad altre riviste inglesi, che
abbiano interesse per gli studiosi dell’arte italiana,
merita di essere subito ricordato l’articolo sul cam-
panile di Venezia pubblicato da Mr. Horatio Brown
nel numero di novembre dell’ Are hit e c tur al Reviezv.
Un altro articolo interessante per chi studia architet-
tura italiana è il saggio di Mr. Wood Brown sopra le
forme dell’arco toscano, nel fascicolo di febbraio della
stessa rivista. Debbo anche ricordare qui la comuni-
cazione di Herbert Cook sopra il ritratto del Francia
di cui ho parlato sopra, pubblicata ne L’Athenceum del
7 febbraio; infine l’articolo di Mr. Claude Phillips nel
fascicolo di febbraio dell’or/ Journal sopra due ritratti
da lui recentemente scoperti e attribuiti a Raffaello e
a Giorgione.
Londra, aprile 1903.
Langton Douglas.
Notizie di Francia.
Il Museo Dutuit. — L’inaugurazione e l’apertura al
pubblico delle collezioni legate alla città di Parigi da
Augusto Dutuit, resterà senza dubbio l’avvenimento più
importante, dal punto di vista artistico, dell’anno 1902.
Perciò noi pensiamo di non poterlo qui passare sotto
silenzio, tanto più che la città di Roma poteva sperare
di sostituirsi alla città di Parigi, se le condizioni messe
all’accettazione e all’istallazione rapida delle collezioni
non fossero scrupolosamente osservate da quest’ultima.
Dai primi del dicembre 1902, il Museo Dutuit è collo-
cato nel Petit Palais dei Campi Elisi, che conteneva
nel 1900 l’esposizione retrospettiva anteriore al 1800
e che in seguito è divenuto proprietà della città di
Parigi. Noi non possiamo pretendere di farne qui un
esame dettagliato, ma soltanto un riassunto sommario,
dolendoci tuttavia di non poterlo accompagnare, per
difficoltà sopravvenute con l’Amministrazione comu-
nale di Parigi, con riproduzioni fotografiche.
Rimandiamo quindi a più tardi il piacere di presen-
tare ai lettori de L’Arte alcune riproduzioni delle opere
principali di questa collezione, accompagnate da uno
studio più particolareggiato. Una delle attrative di que-
sta collezione è la sua varietà: si sente fin dal principio
che essa fu formata da amatori eruditi, aperti a tutte le
manifestazioni del beilo. La fortunata associazione di
Eugenio ed Augusto Dutuit, tutti e due per lungo tempo
celibi e tutti é due dotati di una immensa fortuna che i
loro gusti semplici aumentavano continuamente, i loro
MISCELLANEA
Salting e un David e Jonathan di Cima, anche questo
appartenente a Mr. Salting.
Altre due esposizioni sono aperte a Burlington House
e alla New Gallery. La mostra a Burlington House è
ricca di opere olandesi, nonché della scuola di Nor-
wich, e contiene soltanto poche pitture di scuola ita-
liana. Tra queste c’è un Venere e Marte di P. Veronese
appartenente a Lord Wimborne, le Muse di Tintoretto
conservate a Hampton Court, una replica della Salome
di Tiziano che è in casa Doria, e un ritratto di Se-
bastiano del Piombo che Mr. Claude Phillips ritiene
sia il ritratto di Giulia Gonzaga descritto dal Vasari.1
Quanto all’esposizione delle Arts and Crafts alla New
Gallery essa illustra il fatto già pienamente dimostrato
a Torino che il movimento nell’arte decorativa ini-
ziato in Inghilterra da William Morris è già in deca-
denza. In mezzo ad alcune opere di merito V art
nouveau si presenta con alcuni esempi davvero poco
edificanti. Anche i capi del movimento dimostrano
sempre meno rispetto per una solida e razionale co-
struzione e invece una passione sempre maggiore per
l’ornamentazione la più bizzarra e frivola.
I libri d’arte. — Fra i più importanti, per quanto
si riferisce all’arte italiana, sono : l’opera erudita di
Mr. S. A. Strong sui disegni della collezione del duca di
Devonshire a Chatsworth House, l’ammirevole catalogo
delle pitture della collezione Wantage che è opera di
Lady Wantage stessa, di Mr. R. Benson e di Mr. Tempie,
il Pintoricchio di Corrado Ricci (ed Heinemann), il
Luca e Andrea della Robbia di Miss Cruttwell. Fra gli
altri libri degni di nota — ma non riflettenti arte ita-
liana — tiene il primo posto il volume di Lady Dilke
sugli incisori e disegnatori francesi del sec. xvni (ed. Bell
& sons). Con questo splendido volume Lady Dilke
completa la sua opera monumentale sopra l’arte fran-
cese del xviii secolo. Seguono in importanza al libro
di Lady Dilke il volume di Mr. D. S. Mac Coll sopra
l’arte del xix secolo (ed. Maclehose, Glasgow), il
Franz Hals del Rev. G. S. Davis (Bell) e il Conslable
di Mr. C. J. Holmes. L’Isabella d'Este di Mrs. Henry
Ady è principalmente un’opera di storia, ma racchiu-
dendo i risultati di numerosissime ricerche artistiche,
sarà letta da tutti gli studiosi dell’arte del Rinasci-
mento. È un libro erudito e interessante, cui è stata
data una ricca veste tipografica dalla grande casa edi-
trice di Murray.
Lord Balcarres, che fa parte d’una famiglia che
ha prodotto parecchi distinti conoscitori d’arte, sta
preparando un volume su Donatello; il Rev. G. S.
Davis ne sta scrivendo uno sopra Holbein. Sono poi
in corso di stampa i due primi volumi della nuova
edizione inglese della Storia della pittura italiana .di
1 Le vite, ed. Sansoni, V, 579.
Cavalcasene e Crowe, che conterrà una grande quantità
di materiale nuovo raccolto dagli autori e degli editori.
Le riviste. — Il Burlington Magazìne, che ha co-
minciato da poco le sue pubblicazioni, porta un’ag-
giunta notevole all’elenco dei periodici artistici inglesi.
Il primo fascicolo contiene interessanti articoli di Mr. Be-
renson e di Mr. Horne.
Fra i recenti contributi ad altre riviste inglesi, che
abbiano interesse per gli studiosi dell’arte italiana,
merita di essere subito ricordato l’articolo sul cam-
panile di Venezia pubblicato da Mr. Horatio Brown
nel numero di novembre dell’ Are hit e c tur al Reviezv.
Un altro articolo interessante per chi studia architet-
tura italiana è il saggio di Mr. Wood Brown sopra le
forme dell’arco toscano, nel fascicolo di febbraio della
stessa rivista. Debbo anche ricordare qui la comuni-
cazione di Herbert Cook sopra il ritratto del Francia
di cui ho parlato sopra, pubblicata ne L’Athenceum del
7 febbraio; infine l’articolo di Mr. Claude Phillips nel
fascicolo di febbraio dell’or/ Journal sopra due ritratti
da lui recentemente scoperti e attribuiti a Raffaello e
a Giorgione.
Londra, aprile 1903.
Langton Douglas.
Notizie di Francia.
Il Museo Dutuit. — L’inaugurazione e l’apertura al
pubblico delle collezioni legate alla città di Parigi da
Augusto Dutuit, resterà senza dubbio l’avvenimento più
importante, dal punto di vista artistico, dell’anno 1902.
Perciò noi pensiamo di non poterlo qui passare sotto
silenzio, tanto più che la città di Roma poteva sperare
di sostituirsi alla città di Parigi, se le condizioni messe
all’accettazione e all’istallazione rapida delle collezioni
non fossero scrupolosamente osservate da quest’ultima.
Dai primi del dicembre 1902, il Museo Dutuit è collo-
cato nel Petit Palais dei Campi Elisi, che conteneva
nel 1900 l’esposizione retrospettiva anteriore al 1800
e che in seguito è divenuto proprietà della città di
Parigi. Noi non possiamo pretendere di farne qui un
esame dettagliato, ma soltanto un riassunto sommario,
dolendoci tuttavia di non poterlo accompagnare, per
difficoltà sopravvenute con l’Amministrazione comu-
nale di Parigi, con riproduzioni fotografiche.
Rimandiamo quindi a più tardi il piacere di presen-
tare ai lettori de L’Arte alcune riproduzioni delle opere
principali di questa collezione, accompagnate da uno
studio più particolareggiato. Una delle attrative di que-
sta collezione è la sua varietà: si sente fin dal principio
che essa fu formata da amatori eruditi, aperti a tutte le
manifestazioni del beilo. La fortunata associazione di
Eugenio ed Augusto Dutuit, tutti e due per lungo tempo
celibi e tutti é due dotati di una immensa fortuna che i
loro gusti semplici aumentavano continuamente, i loro