ADOLFO VENTURI
142
Fig. 9 — Maestro della Maddalena Egiziaca: La Crocefissione
Ferrara, Collezione Santini
(Fotografia Anderson)
toscritto, ha dovuto rifare più
volte la strada per giungere a
mettere i piedi sul sodo ! In-
tanto il pittore della Santa Mad-
dalena Egiziaca, della Crocifis-
sione nella raccolta Santini, del
San Sebastiano del signor Vit-
tadini e del San Rocco, che
non sappiamo più qual sorte
abbia avuto uscendo dalla col-
lezione Barbi-Cinti, lo chiame-
remo, sino a che non si sco-
prirà un documento a cui si
possa affidarci, col nome di
«maestro della Maddalena Egi-
ziaca». E un metodo questo
che in molti casi è tornato utile,
perchè, determinato per le affi-
nità stilistiche un gruppo d’o-
pere, un giorno o l’altro si
svela il segreto dell’esistenza
di una delle opere medesime,
e con esso quello di tutta la
serie. Anni fa, studiando gli
affreschi di Schifanoia, pensai
tra me e me di designare col
nome del « maestro dagli occhi
spalancati » parecchie pitture
della gran sala di quel palazzo,
che si distinguono dalle altre
per i personaggi ritratti ap-
punto con occhi spalancati
aventi la forma romboidale,
con dilatate e nere pupille. Ri-
conobbi in seguito quell’artista
in molte altre pitture del mo-
nastero di Sant’Antonio in Po-
lesine, in una Madonna col
Bambino della raccolta Santini,
in alcune rozze cose passate
dalla collezione Barbi-Cinti al
signor Giuseppe Cavalieri in Ferrara, ecc., ecc. Ora, alcuni documenti ci avvertono che Ettore
di Antonio de’Bonacossi dipinse moltissimo nel monastero di Sant’Antonio in Polesine, dove
appunto dapertutto si presenta il maestro dagli occhi spalancati. Dunque, Ettore Bonacossi
è il meschino pittore di Schifanoia e del resto.
Un altro pittore ferrarese è Michele Coltellini, che nella collezione Santini ci appare
sotto duplice aspetto: nel Transito, del 1502 (fig. io), che tiene ancora della maniera del
Roberti, e nell’ancona del 1056 (fig. 11), dove il pittore s’accosta al fare bolognese, e si
studia anche d’imitare il San Michele del Perugino, una delle immagini dipinte da questo
nella pala, ora nella pinacoteca di Bologna, la quale colpì, a quanto pare, i giovani pittori
emiliani, compreso Marco Meloni che ne copiò alcune parti nel quadro della Pinacoteca
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Fig. 9 — Maestro della Maddalena Egiziaca: La Crocefissione
Ferrara, Collezione Santini
(Fotografia Anderson)
toscritto, ha dovuto rifare più
volte la strada per giungere a
mettere i piedi sul sodo ! In-
tanto il pittore della Santa Mad-
dalena Egiziaca, della Crocifis-
sione nella raccolta Santini, del
San Sebastiano del signor Vit-
tadini e del San Rocco, che
non sappiamo più qual sorte
abbia avuto uscendo dalla col-
lezione Barbi-Cinti, lo chiame-
remo, sino a che non si sco-
prirà un documento a cui si
possa affidarci, col nome di
«maestro della Maddalena Egi-
ziaca». E un metodo questo
che in molti casi è tornato utile,
perchè, determinato per le affi-
nità stilistiche un gruppo d’o-
pere, un giorno o l’altro si
svela il segreto dell’esistenza
di una delle opere medesime,
e con esso quello di tutta la
serie. Anni fa, studiando gli
affreschi di Schifanoia, pensai
tra me e me di designare col
nome del « maestro dagli occhi
spalancati » parecchie pitture
della gran sala di quel palazzo,
che si distinguono dalle altre
per i personaggi ritratti ap-
punto con occhi spalancati
aventi la forma romboidale,
con dilatate e nere pupille. Ri-
conobbi in seguito quell’artista
in molte altre pitture del mo-
nastero di Sant’Antonio in Po-
lesine, in una Madonna col
Bambino della raccolta Santini,
in alcune rozze cose passate
dalla collezione Barbi-Cinti al
signor Giuseppe Cavalieri in Ferrara, ecc., ecc. Ora, alcuni documenti ci avvertono che Ettore
di Antonio de’Bonacossi dipinse moltissimo nel monastero di Sant’Antonio in Polesine, dove
appunto dapertutto si presenta il maestro dagli occhi spalancati. Dunque, Ettore Bonacossi
è il meschino pittore di Schifanoia e del resto.
Un altro pittore ferrarese è Michele Coltellini, che nella collezione Santini ci appare
sotto duplice aspetto: nel Transito, del 1502 (fig. io), che tiene ancora della maniera del
Roberti, e nell’ancona del 1056 (fig. 11), dove il pittore s’accosta al fare bolognese, e si
studia anche d’imitare il San Michele del Perugino, una delle immagini dipinte da questo
nella pala, ora nella pinacoteca di Bologna, la quale colpì, a quanto pare, i giovani pittori
emiliani, compreso Marco Meloni che ne copiò alcune parti nel quadro della Pinacoteca