Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:
Testi, Laudedeo: Intorno ai Campanili di Ravenna
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0185

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
INTORNO AI CAMPANILI DI RAVENNA

aderente al portico od atrio, la quale fu ricostruita
da Adriano I (772 f 795) « aedificavit ibidem noviter
turrem . Ognuno intende che assegnando alla torre
preesistente poco più d’un secolo e mezzo di vita si
giunge a quel secolo vi così temuto ed abborrito dal G.
in fatto di campanili. Che la torre di Adriano I non
fosse opera di difesa, ma sacra, si può leggermente
arguire dal fatto che era decorata di marmi e pitture,
e che nel luogo dove sorgeva, si conservò sempre, fino
alle demolizioni dei primi del xvi secolo, la torre cam-
panaria della basilica.

Nei giardini vaticani si osserva tuttora il tipo rude
del torrione da difesa, parte delle opere costrutte da
Leone IV fra l’848 e P852. Adriano stesso ornò la
chiesa di Santa Maria delle Torri accanto alla torre di
San Pietro di splendide porte di bronzo. 1 Infine noi
troviamo due campanili quadrati nel tempio di Saio-
mone, figurato in bassorilievo nelle porte di Santa Sa-
bina a Roma, opera probabile, in gran parte, della
prima metà del v secolo.

* *• *

Era necessario premettere queste poche citazioni
per stabilire Resistenza storica di torri chiesastiche, di
campanili e di grosse campane, anche polinumere nella
stessa torre, nei secoli \i, vii e vili, cioè prima assai
di quei secoli « ix o x », in che sarebbero diventate
d’uso generale le « grosse campane » in tempo ben
lontano dalla «metà del secolo ix a tutto il x» du-
rante il quale «immancabilmente (?) sarebbero stati
costruiti i campanili di Ravenna ». 2

* * *

Ma ci si potrebbe obbiettare : e Ravenna ? Poiché voi
finora non avete parlato che di torri d’altri luoghi,
mentre il G. dice a pag. 163 precisamente così : «Inoltre
Andrea Agnello l’insigne storico ravennate che fiorì
nella prima metà del secolo ix, diligente, minuto, dif-
fuso descrittore dei monumenti ravennati e d’ogni loro
parte (?), mai una volta ricorda un campanile3 e una
cripta per la semplice ragione che al suo tempo non
si trovavano ancora in Ravenna nè campanili, nè

cipis, et ornatu ipsius Sancti Patriarchi construxit, atque aedificavit
ibidem noviter turrem mirae pulchritudinis decoratali! cohaerenti
porticu, quae descendit ad balneum ... Etpicluris atque marmoribus
eandem turrem et cuncta aedificia ab eo noviter constructa deco-
ravi t ».

1 Ibidem, pag. 195-a e nota 223 : « Portas aereas maiores mirae
magli itudinis decoratas studiose a ci vitate Perusina deducens in ba-
silicam b. Petri apostoli ad turrem compte erexit ».

2 Pag. 164, loc. cit.

3 Nell’vili secolo le torri campanarie non si chiamarono mai
campanili, ma sempre torri ; vedi oltre gli esempi citati, anche molti
altri luoghi del Liber pont. romanus. Appunto perchè nella Regula
Monacharum troviamo il vocabolo campanilis non riteniamo ge-
nuino quello scritto e meno che mai opera di San Gerolamo. Nel
ix secolo comincia invece a rendersi comune la voce campanile.

167

cripte, ecc., ecc. ». Ma io ricorderò al benigno lettore
e al signor G. che appunto Agnello 1 all'anno 575 dopo
aver detto che Bacauda e Giuliano Argentario edifica-
rono la chiesa di San Michele a Frigiselo, aggiunge:
« Et, ut asserunt quidam, hic Bacauda gener predicti
Juliani fuisset et in arca saxea non longe ab ipsa ar-
changeli ecclesia infra turrem Bacauda requiescit».
Perchè tutti i lettori possano consentire nelle dedu-
zioni che trarrò più sotto, metto qui la traduzione di
questo passo importante: E come asseriscono alcuni,

Roma, Santa Sabina. — Porta intagliata
(Particolare)

questo Bacauda sarebbe stato genero del predetto Giu-
liano e Bacauda in un’arca sassea non lungi dalla stessa
chiesa dell’Arcangelo riposa infra la torre. Che l’esi-
stenza del greco Bacauda e conseguentemente della
sua tomba non siano da relegarsi fra le numerose fole
di Agnello, lo ricaviamo dall’iscrizione dedicatoria mu-
siva già esistente nella conca dell’abside della mede-
sima chiesa di San Michele2 conservataci intatta da
Agnello e da altri storici ravennati.

Dal passo surriferito risulta : i° Che al tempo di
Agnello, il quale nacque verso 1’805 e compì il Lìber
pontificalis intorno alla metà del ix secolo, Bacauda
riposava ancora nella torre. Poiché sarà bene notare
che se Agnello tiene come cosa incerta che Bacauda
fosse genero di Giuliano, afferma nettamente che Ba-
cauda riposa (requiescit) dentro la torre. 20 Che la
torre non solo esisteva al tempo di Agnello ed era
cosa comune, tanto che il cronista la nomina senza
fermarvisi sopra, ma che prima della metà del vi se-

1 Agnelli, Libei• pontificalis in Mon. Ger. Hist. SS. Rerum
longobardiearum et italicarum saec. VI-IX, pag. 330.

2 Ecco l’inscrizione : « Consecuti beneficia archangeli | Michaelis
Bacauda et Julianus | a fundamentis fecerunt et dedicaverunt | sub
die Non. Mai. | quater p. c. Basilii iunioris | viri clarissimi consulsi
ind. Vili,» (7 maggio 545). 11 musaico si trova a Berlino.
 
Annotationen