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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 2
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Testi, Laudedeo: Intorno ai Campanili di Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0188

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LAUDE DE O TESTI

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speciale del San Vitale e la singola collocazione delle
torri scalarie almeno una di queste e un’abside roton-
deggiante dovevano nel musaico essere visibili, qua-
lunque fosse il punto di veduta scelto dall’artista.
Poiché nessuho vorrà, spero, supporre che il musaico
fosse eseguito prima che la chiesa o almeno le absidi
fossero completamente costrutte e il pittore abbia do-
vuto lavorare di fantasia. Come mai, dunque il mosai-
cista le tralasciò? Spiegheremo in seguito il perchè,

Intanto, se oltre a quanto abbiamo già esposto,
proveremo che in un altro musaico di Sant’Apolli-
nare N., ricordato dal G., esiste veramente una grossa
torre cilindrica di fianco e da presso d’una basilica,
pensiamo che non avremmo bisogno, se lo volessimo,
d’aggiungere altro per determinare che almeno la
torre di Sant’Apollinare in Classe appartiene quasi
tutta al vi secolo, e per convincere le persone di
buona fede, quelle cioè che ritengono finalità ultima

Ravenna, Sant’Apollinare in Classe e il suo campanile
(Fotografia Alinari)

notando la stranezza del procedimento seguito dal G.
di scegliere per termine di confronto un esempio che
mentre nel vero ha le torri ne è privo nella figurazione
musiva. 11 G. non si accorse di tirare sassi in piccionaia.

Fra i musaici di Sant’Apollinare N. si trova una
rappresentazione molto libera e schematica, alterata
in parte da restauri antichissimi, del « Palatium » di
Teodorico. È ammesso da tutti gli storici e scrittori
ravennati, che ne parlarono, dal ix secolo al nostro,
che il palazzo vero si adornava d’una magnifica ed
altissima torre, detta «la superba», atterrata nel 1295
non è ben certo se da rovina improvvisa o da voluta
distruzione. Vorrebbe dirmi il G. perchè nel musaico,
il quale è pure minuzioso nei particolari architetto-
nici, nei graticolati delle logge, nei tetti degli edifici,
manca la bella torre, la quale era compiuta da tempo,
e che « in quella specie di panorama » sarebbe stata
davvero « la parte più caratteristica? » Egli non po-
trebbe dirmelo perchè non intuì la ragione artistica che
determinò qualche volta la soppressione delle torri
nell’interno delle vedute musive, ma se me lo permette
gliela dirò poi io.

della critica e della storia la verità e non il trionfo
momentaneo e rumoroso d’un’opinione tutta sogget-
tiva, che le torri nel vi secolo erano comuni.

Nel musaico sono rappresentate Ravenna e Classe.
Il G. si fermò alla prima figurazione e fece male.
Dalla porta di Classe esce la gentile processione delle
Vergini, le mura turrite, sorgenti dal mare, fasciano
il castello giungendo fino al porto coperto di navi.
Entro la città, a sinistra dell’osservatore e vicino alle
mura, proprio nella posizione che Sant’Apollinare oc-
cupava relativamente all’antica cinta merlata, s’in-
nalza una basilica archeggiata nei suoi fianchi come
Sant’Apollinare in Classe. Da presso e staccata, si
erge una grossa torre rotonda 1 con riseghe e finestre

1 Nè può supporsi neppure lontanamente che tale immagine
rappresenti un circo, un teatro od altra costruzione rotonda, poiché
il rapporto fra l’altezza e la larghezza, tenuto conto del piano di
terra è appunto quello d’una torre e null’altro. Che poi così e non
in ajtro modo si rappresentassero le torri nell’alto medio-evo si
rileva da molte miniature. Notevole quella che si trova a carta 142
del « Cosrnas Indicopleuste », codice della Vaticana n. 699. In quel
foglio è dipinta la conversione di Saulo. Nel fondo, a destra, è figu-
 
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