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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 2
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Testi, Laudedeo: Intorno ai Campanili di Ravenna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0190

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V]2

LAUDEDEO TESTI

con un diametro esterno massimo di m. 9.60 e un
interno di soli m. 6, dalla base alla prima risega ha
muraglie di carattere fortilizio collo spessore veramente
enorme di m. 1.80. Aggiungerò in seguito altre con-
siderazioni fra gli argomenti storico-costruttivi. Per
ora precisiamo : i° che nel musaico di Sant’Apolli-
nare N. è raffigurata la torre di Classe ; 1 1° che questa

Ravenna, Basilica di Saut’Apollinare in Classe
Pianta del campanile e fianco della Basilica

è solidissima ed ha fino ad una certa altezza caratteri
precisi di torre farea e di difesa; 30 che anche in mi-
niature antichissime, le torri chiesastiche sono rotonde
e rappresentate come nel musaico ravennate.

* * *

Prima di esporre gli argomenti storico-costruttivi
che militano in favore della nostra tesi, non del nostro
« preconcetto » come vorrebbe il G., ci sembra giunto
il momento di sciogliere il problema: perchè nei mu-
saici del vi secolo ed oltre, le torri siano figurate ra-
ramente. È chiaro che volendo contenere in un quadro
piuttosto basso, una torre intera, serbando i debiti
rapporti d’altezza colle figure e cogli oggetti circo-
stanti, questi dovrebbero ridursi a dimensioni troppo
piccole o a macchiette, come succede nelle fotografie
di chiese con torri, o nei paesaggi dipinti. Ma i mu-
saicisti, che ancora non erano giunti alle abberrazioni di
rapporto dei secoli xi, xn e km, avendo poca altezza
disponibile, osservarono che, pur riducendo le basili-
che a giuocattoli, giungevano a Sant’Apollinare N. nel

« Palatium » quasi a toccare coi tetti di queste i limiti
estremi del quadro; dove avrebbero collocato le torri?
come avrebbero potuto rappresentarle proporzional-
mente, quando le torri hanno, in generale, un’altezza
doppia delle basiliche! Di qui ia necessità di sopprimerle
in certi casi. Solo così può spiegarsi in modo razionale
la mancanza della torre di Teodorico (f 526), completa
da almeno ventisette anni quando si
eseguirono i musaici, terminati, come
vedemmo, molto dopo la morte di quel
A re, e l’assenza deile torri di Bacauda e

X dell’ Episcopio nel panorama di Ra-

0^ venna, composto non del solo Palazzo,

ma anche della città, come indica l’iscri-
x? zione sulla porta a destra. Inoltre con-

viene riflettere che le rappresentazioni

__panoramiche d'allora non potevano ri-

- produrre che impressioni totali molto

lontane dal naturale, non mai un vero
^ e proprio ritratto dell’insieme che diffi-

cilmente i musaicisti, date le insufficienti
cognizioni prospettiche del tempo avreb-
§ bero saputo ordinare e disporre in uno

*. spazio cosi breve. Infatti sebbene Ra-

Cv? venna e Classe, secondo gli storici e gli

W scavi recenti, fossero nel vi secolo ric-

chissime di monumenti, ben pochi ne
rinveniamo nelle due vedute musive e
fra essi mancano quasi completamente
le costruzioni più elevate. L’insieme è
dato da un’avara linea schematica e
fantastica che mal riflette, nella parsi-
moniosa aridezza, la magnificenza della città regale,
il lusso del porto e del castello turrito. E ciò non so-
lamente a Ravenna. 1 A Roma, nei musaici cristiani
del v secolo, vediamo riprodursi nelle sante città sim-
boliche, le forme e gli aspetti dei templi pagani, con
prevalenza del tetrastilo, quando già da più d’un se-
colo l’aspetto basilicale esterno paleo-cristiano era fis-
sato. Queste forme tradizionali, frutto di convenzioni
scolastiche e di usi e consuetudini di bottega o di labo-
ratorio, si riproducono anche nei templi che fregiano
le rappresentazioni di Betlemme e Gerusalemme a
Ravenna dove nel San Vitale (527 C.-547) più che
aspetto orientale o almeno medioevale, serbano ca-
ratteristiche romane della decadenza.

Quest’uso ed abuso di forme semplificate, conven-
zionali e correnti spiega anche l’assenza delle torri
scalarie e delle absidi nel modellino del tempio di
San Vitale. Il fatto poi che dopo il mille si trovano
più spesso, nei dipinti a fresco e nelle miniature, delle
torri nell’interno delle città, si spiega agevolmente
col migliorato spirito di osservazione, coll’aumento

1 La basilica di Sant’Apollinare in Classe fu cominciata nel 534
e consacrata nel 549.

1 Ricci, loc. cit., pag. 131, scrive che nel musaico di Classe « i
vari edilìzi sono confusamente delineati ».
 
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