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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 2
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0214

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194

MISCELLANEA

e) in una miniatura del codice 147 della biblio-
teca Corsini in Roma, ove di mano del Gobellino sono
scritti i Commentarli rerum memorabilium quae tem-
poribus suis contigerunt di Pio II ;

f) in una miniatura del codice I. Vili. 285 della
biblioteca Chigi in Roma, contenente le epistole di
Pio II. 1

Tutte queste rappresentazioni sono contemporanee;
posteriori sono :

g) la figura giacente del monumento sepolcrale

1 È questo, come dimostra lo stemma, uno dei codici di Pio II,
passati al suo nipote, cardinale Francesco Todeschini-Piccolomini
(poi papa Pio III), che insieme con altri da lui comperati o ricevuti
in dono, dovevano formare la suppellettile della libreria del Duomo
di Siena (Aen. Piccolomini, De codicibus Pii II et Pii III deque bi-
bliotheca ecclesiae cathedrcilis senensis, in Bullettino senese di storia
Patria, voi. VI, pag. 483 e segg., pag. 490). Lo stesso dicasi del citato
codice corsiniano 147 (ib., pag. 492). Pio II impiegò come minia-
tori Clemente da Urbino, Giacomo da Fabriano, un tal Gioacchino
e, più regolarmente, Andrea da Firenze e prete Niccolò da Genova
(Muntz e Fabre, La bibliothèque du Vatican au XV siede, con-
tribution pour servir à l’histoire de Vhumanisme. Paris, 1887, pa-
gine 122-124).

della chiesa di Sant’Andrea della Valle in Roma
e gli altri rilievi del monumento stesso:

h) gli affreschi del Pinturicchio nella libre-
ria della cattedrale di Siena.

Sono di età incerta, ma vicini al soggetto:

i) un affresco nel palazzo Piccolomini a
Pienza ;

k) un busto marmoreo nell’appartamento
Borgia al Vaticano.

L’immagine di Pio II, quale si ha nella
medaglia del Guazzalotti, si distingue per l’evi-
denza e la naturalezza che presentano anche
altre opere del medesimo artista. Si vedano
le medaglie di Niccolò V, di Callisto III, di
Sisto IV, di Alfonso d’Aragona, duca di Ca-
labria, 1 in cui le teste dei personaggi rappre-
sentati sono piene di vita e di personalità,
sicché ci pare (io, almeno, provo questa im-
pressione) di riconoscere degli uomini che ab-
biamo già veduti, e non ricordiamo quando
nè dove. Il Guazzalotti ritrasse Pio II di pro-
filo, a capo scoperto, con un ricco piviale
indosso. La testa nuda, salvo una piccola co-
rona di capelli sulle tempie e sull’occipite ed
un ciutfetto di capelli alla fronte, è piuttosto
grande, sorretta da un collo corto, proprio
come si conviene ad un uomo di mediocre
statura. I lineamenti son netti e ben determi-
nati, malgrado l’adipe floscio che ingrossa la
gola, rende cascanti le guancie e conferisce
alla figura un’espressione singolare di deperi-
mento. Ma la fronte corrugata, la guardatura,
le labbra strette rianimano quel volto avviz-
zito; par quasi che l’anima voglia reagire
contro l’infiacchimento della materia, non senza che
una certa bonarietà temperi l’atteggiamento severo, il
cipiglio della fisonomia.

La medaglia del Guazzalotti concorda perfettamente
con la descrizione del Campano. Due circostanze poi
militano a far credere che al tipo reale risponda l’im-
magine di Andrea. In primo luogo v’è un epigramma
del medesimo Campano che loda l’artista di Prato, il
quale ritraeva Pio II nel metallo con tal magistero da
farlo quasi parlante :

« Aere Pium, Andrea, celas pratensis et auro 2 3
Vivo ut credatur vivus in aere loqui, » ecc. 3

Questo epigramma, inspirato com’è senza dubbio da
una tendenza enfaticamente encomiastica, non avrebbe
da solo troppo valore per chiunque sappia come i quat-
trocentisti fossero proclivi ad allargar la mano nella

1 Friedlaender, op. cit.

2 Non si sa che il Guazzalotti od altri gettasse una medaglia
d’oro in onore di Pio II, se non perla testimonianza del Campano,
da me citata.

3 Campano, Epistolae et poemata. Lipsiae, 1707, IV, 17.
 
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