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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 2
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0218

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MISCELLANEA

Busto di Pio II nell’appartamento Borgia in Vaticano

proprio conveniente del resto a chi scrisse la Storia
dei due amanti e, peggio ancora, una certa epistola,1

1 Scritta da Enea Silvio nell’età giovanile a suo padre, per in-
durlo ad accogliere un bastardo partoritogli a Strasburgo da una
certa Elisabetta, brettone (Aeneae Sylvii Picolominei, Opera. Epi-
stolae, Basileae, 1551, pag. 510 e seg.).

non è l’efebo aggraziato, di tipo quasi
raffaellesco, che parla al re di Scozia
(affresco II); nè questi rassomiglia al
poeta laureato dell’affresco III, o all’am-
basciatore imperiale dell’affresco IV, i
quali a lor volta nulla hanno a che fare
tra loro. Nè considerando gli altri af-
freschi in cui Enea Silvio ci appare suc-
cessivamente vescovo, cardinale e pon-
tefice, giungiamo a conclusione diversa.
Debbo però notare che nell’affresco VI,
rappresentante la promozione del Pic-
colomini al cardinalato, si potrebbe forse
riconoscere una fisonomia suscettibile di
trasformarsi, col sopraggiungere degli
anni e dell’adipe, in quella espressa nella
medaglia-ritratto del Guazzalotti.

Nel busto dell’appartamento Borgia
al Vaticano, Pio II è rappresentato col
triregno sulla fronte ed il piviale in
dosso. Lo stile di quest’opera fa pen-
sare ai marmorari romani del secolo xv
entrante, più specialmente a Paolo di
Mariano, che fu appunto scultore prefe-
rito di Pio II.1 Non è ora il momento di
approfondire e tentar di risolvere una
siffatta questione, ma non si può a meno
di rilevare le caratteristiche di quest’o-
pera d’arte, in cui finezze singolari con-
trastano con rozzezze ed inesperienze
non lievi, proprio come s’incontrano
nei lavori del marmorario romano e della
sua scuola, cui ci richiamano la testa
grossa, il mento e le guance troppo ra-
sate, la pupilla incavata e l’iride segnata
con un punto del busto vaticano. 2 Che
l’artista abbia voluto ritrarre Pio II e
non alcun altro pontefice, è attestato
dall’iscrizione, evidentemente sincrona,
a giudicar dalla forma dei suoi caratteri.
Ch’egli volesse riprodurre cosi in gene-
rale il tipo morale e fisico del perso-
naggio rappresentato, quale risulta dalla
descrizione del Campano e dalla me-
daglia del Guazzalotti, mi par sicuro.
Quella ampia faccia è accigliata, eppure
l'impressione che suscita in noi è quella
di trovarci davanti ad uno spirito bona-
rio, la cui « severitas » è « facilitate con-
dita », per dirla col Platina. Quella testa
grande e ben piantata sul collo corto, nella rilasciatezza
delle guance e nell’adipe floscio della gola accusa lo

1 Vedi Muntz, Les arts à la cour des papespendant le XV et le
XVI siècle, voi. I (Paris, 1878), pag. 244 e segg. ; Leonardi, Paolo
di Mariano marmoraro, nell’or/.?, 1900, fase. I e seg.

2 Cfr. in proposito Leonardi, op. cit.
 
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