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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 6.1903

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Fasc. 2
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24148#0219

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MISCELLANEA

199

Busto di Fio II nell’appartamento Borgia in Vaticano

scadimento fisico. La verità tipica
non manca dunque al busto vaticano;
ma di somiglianza colla medaglia
del Guazzalotti non si può parlare.

Non si tratta quindi di un vero e
proprio ritratto.

Il sepolcro di Pio II fu trasportato
dalla basilica di San Pietro nella
chiesa di Sant’Andrea della Valle a
cura del cardinale Alessandro Pe-
retti, parente di Sisto V. In questo,’
che al Gregorovius parve « un mostro
architettonico », tale che « sarebbe
difficile di trovare un monumento
più pedantesco », 1 la figura del pon-
tefice appare tre volte ; giacente sul
sarcofago nella solenne compostezza
della morte; nel rilievo superiore,
ove San Pietro lo presenta alla Ma-
donna; nel rilievo inferiore, che lo
esprime in atto di ricevere la reli-
quia di Sant’Andrea apostolo.

Il Vasari dice nella vita di Paolo
romano che Pio II, al pari di Pio III,
fu ritratto di naturale nella sua se-
poltura. 2 3 Ma quando si pensi che il
biografo aretino, dopo avere attri-
buito il sepolcro del più insigne Pic-
colomini a Pasquino di Montepul-
ciano ed a Bernardo Ciuffagni, 5 lo
ascrive poi a Niccolò della Guardia
ed a Pietro Paolo da Todi, 4 senza
mostrare alcuna in tenzione di ret-
tifica, si ha il diritto di sospettare che
la testimonianza di chi procedè tanto
leggermente in una questione impor-
tante, sia rispetto alla somiglianza
della statua giacente di Pio II (que-
stione secondaria) una specie di luogo
comune, piuttosto che una notizia fondata e veridica.
A me sembra sicuro che la testa del Piccolomini, quale
si ha nella figura del sarcofago e nel rilievo superiore,
non abbia, nulla di comune con la creazione tanto
espressiva e caratteristica del Guazzalotti ; qualche
rapporto potrei, forse, ammettere che esista tra questa
e la figura del rilievo inferiore.

Riassumendo, delle immagini di Pio II contem-
poranee o di poco posteriori sono da considerare
come ritratto vero e proprio quelle contenute nella

1 Gregorovius, Le tombe dei papi. Prima traduzione italiana,
rivista ed accresciuta dall’autore, Roma, 1878, pag. 98.

2 Vasari, Opere, edizione Sansoni, t. II, pag. 649.

3 Ib., pag. 462.

4 Ib., pag. 649. Il Milanesi (note a questa edizione, t. II, pa-
gina 462) crede che il Vasari s’inganni la prima come la seconda

volta.

medaglia del Guazzalotti e nell’affresco del palazzo di
Pienza, che ne deriva. Tutte le altre sono concezioni
più o meno lontane dalla realtà ed indipendenti le une
dalle altre.

Chiuderò queste ricerche, le quali mi hanno condotto
a risultati in parte negativi, ricordando le immagini di
Pio II posteriori agli affreschi del Pinturicchio, dalle
due medaglie del Paladino, 1 dalla statua scolpita da
Domenico di Filippo Cafaggi da Firenze per il Duomo
di Siena nel 1593, 2 e dalle tele dell’aula capitolare
presso il Duomo di Siena, del palazzo di Pienza e del-
l’Archivio della Consorteria Piccolomini in Siena, al me-
daglione della Basilica romàna di San Paolo fuori le mura

1 Armand, op. cit., t. I, pag. 296-297.

2 Landi, Racconto di pitture, sculture e architetture che si tro-
vano nel duomo di Siena. Ms. nella Biblioteca comunale di Siena,
C. II, 30, pag. 114-116.
 
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