MISCELLANEA
201
anni « et maior quindecim. » Sicché basterebbe 1’auto-
rità di questo documento per circoscrivere entro l’àm-
bito di dieci anni la nascita in Modena (e di ciò nes-
suno vorrà ora più dubitare) di Tommaso: dal 1324
al 1334 (Meni., 1349, II, n. 1415). Ma abbiamo altre
notizie non meno preziose. Il iS giugno 1366 « Betha
de Otanis » vende una pezza di terra in villa Freto al
nostro Tommaso (Meni., 1366, I, n. 437) e per esser
brevi ricorderemo che un fratello e due sorelle ebbe
Tommaso d i Modena : Benedetto, che sposò una
Agnese Minoti, e Ricabona e Caterina, moglie di
Pietro Bagnoli. Il 1391 il nostro pittore era già morto.
Un atto del 22 marzo di tale anno ricorda un Boni-
facio figlio del fu Tommaso de Barixinis.
Noi ci siam proposti di offrire agli studiosi per mezzo
di questa nostra comunicazioncella soltanto alcune delle
parecchie rilevanti notizie, che abbiam scoperte intorno
a cotesto pittor modenese, il quale, per aver lasciato
in Italia e oltr’Alpe monumenti davvero nobilissimi
e singolari della sua attività e della sua eccellenza,
s’è procacciata, può dirsi, una meritata celebrità. Altri
non pochi interessanti documenti, che permettono di
seguire davvicino i casi e le vicende di Tommaso, di
conoscere i suoi parenti e la sua discendenza non
ignara dell’arte della pittura e di rinchiudere forse
entro limiti più ristretti le date della sua nascita e
della sua morte, sono stati da noi prodotti per disteso
nella nostra monografia, alla quale speriamo non vorrà
mancare il favore di coloro, cui stanno a cuore le
questioni e gli studi dell’arte in Italia.
G. Bertoni - E. P. Vicini.
La chiesa di Santa Maria della Vittoria presso
Scurcola e gli scavi eseguiti per cura del Mini-
stero della pubblica istruzione. Grandioso, vario,
pittoresco è il panorama che si distende dalle falde
del Velino al prosciugato lago Fucino, allietato da
città e paeselli carezzati un tempo dall’onda indescri-
vibilmente fantasiosa del lago che quasi gemma parea
innestata nel cerchio di ridenti colline.
Le mura ciclopiche di Luco, rivestite del lichene
multicolore, erano infrante dall'onda spumosa, e la
chiesa di Santa Maria delle Grazie, che si erge silente
sul declivio del monte ed entro la cerchia delle an-
tiche mura, pare evocare il tempo in cui si riverberava
nelle acque limpide del lago sparito.
Archippe, Marruvio, Venere, Albe, Plestinia, Fri-
silia, Milonia, ecc., (centri importanti della Marsica),
avevano piazze, strade, sontuosi edifici, monumenti
civili e religiosi di quella civiltà compenetrata, dopo
lotte gloriose, dalla invadente dominazione romana.
La valle ubertosa della Marsica risuona tuttavia del
grido di eroi famosi ; splendente di coraggio e magna-
nimità è la figura di Q. Poppedio Silone che, votato
alla religione della libertà e della patria, cercò indarno
di scuotere il giogo della romana dominazione.
Visitando Albe la mente subito ricorre alla rocca
ciclopica ove l’infelice Perseo inutilmente rievocò la
patria, la libertà perduta e, disperato, si tolse la vita.
Chi fosse vago di riandare le vicende e le gesta
gloriose dei Marsi, legga il Corsignani, il Febonio, il
Colantoni, ecc. Una lacuna troverà senza dubbio nella
storia artistica di questa ridente parte dell’Abruzzo
aquilano, e ciò per difetto di chi non ebbe forse tempo
o cura d’illustrarla ; e se l’opera del Bindi pose in
evidenza alcuni monumenti è ben lungi però dal pre-
sentare un lavoro artisticamente completo sul riguardo.
La Marsica, ripeto, offre argomento a particolari studi
e, fra gli altri, a uno speciale sulle porte di edifici
sacri, contradistinte dalle altre abruzzesi per una serie
non interrotta di tentativi che, dallo stile bizantino,
vanno sino al gotico influenzato dalla Rinascenza,
* * *
Un monumento storicamente ed artisticamente im-
portante è la chiesa abbaziale di Santa Maria della
Vittoria di cui i recenti scavi aggiunsero nuovi ele-
menti fin’ora sconosciuti.
Questa insigne abbazia che ebbe vita breve pari
alla gloria del suo fondatore, fu edificata di traver-
tino con gli avanzi tolti all’antica Alba Fucense, sulla
sinistra dell’ Imele, 1 ad un chilomet'o da Scurcola.
Dettagli architettonici
1 Piccolo fiume che partendo da Tagliacozzo, lascia a sinistra
l’abbazia di Santa Maria della Vittoria e prosegue il suo corso col
nome di Salto fino alla confluenza del Velino.
201
anni « et maior quindecim. » Sicché basterebbe 1’auto-
rità di questo documento per circoscrivere entro l’àm-
bito di dieci anni la nascita in Modena (e di ciò nes-
suno vorrà ora più dubitare) di Tommaso: dal 1324
al 1334 (Meni., 1349, II, n. 1415). Ma abbiamo altre
notizie non meno preziose. Il iS giugno 1366 « Betha
de Otanis » vende una pezza di terra in villa Freto al
nostro Tommaso (Meni., 1366, I, n. 437) e per esser
brevi ricorderemo che un fratello e due sorelle ebbe
Tommaso d i Modena : Benedetto, che sposò una
Agnese Minoti, e Ricabona e Caterina, moglie di
Pietro Bagnoli. Il 1391 il nostro pittore era già morto.
Un atto del 22 marzo di tale anno ricorda un Boni-
facio figlio del fu Tommaso de Barixinis.
Noi ci siam proposti di offrire agli studiosi per mezzo
di questa nostra comunicazioncella soltanto alcune delle
parecchie rilevanti notizie, che abbiam scoperte intorno
a cotesto pittor modenese, il quale, per aver lasciato
in Italia e oltr’Alpe monumenti davvero nobilissimi
e singolari della sua attività e della sua eccellenza,
s’è procacciata, può dirsi, una meritata celebrità. Altri
non pochi interessanti documenti, che permettono di
seguire davvicino i casi e le vicende di Tommaso, di
conoscere i suoi parenti e la sua discendenza non
ignara dell’arte della pittura e di rinchiudere forse
entro limiti più ristretti le date della sua nascita e
della sua morte, sono stati da noi prodotti per disteso
nella nostra monografia, alla quale speriamo non vorrà
mancare il favore di coloro, cui stanno a cuore le
questioni e gli studi dell’arte in Italia.
G. Bertoni - E. P. Vicini.
La chiesa di Santa Maria della Vittoria presso
Scurcola e gli scavi eseguiti per cura del Mini-
stero della pubblica istruzione. Grandioso, vario,
pittoresco è il panorama che si distende dalle falde
del Velino al prosciugato lago Fucino, allietato da
città e paeselli carezzati un tempo dall’onda indescri-
vibilmente fantasiosa del lago che quasi gemma parea
innestata nel cerchio di ridenti colline.
Le mura ciclopiche di Luco, rivestite del lichene
multicolore, erano infrante dall'onda spumosa, e la
chiesa di Santa Maria delle Grazie, che si erge silente
sul declivio del monte ed entro la cerchia delle an-
tiche mura, pare evocare il tempo in cui si riverberava
nelle acque limpide del lago sparito.
Archippe, Marruvio, Venere, Albe, Plestinia, Fri-
silia, Milonia, ecc., (centri importanti della Marsica),
avevano piazze, strade, sontuosi edifici, monumenti
civili e religiosi di quella civiltà compenetrata, dopo
lotte gloriose, dalla invadente dominazione romana.
La valle ubertosa della Marsica risuona tuttavia del
grido di eroi famosi ; splendente di coraggio e magna-
nimità è la figura di Q. Poppedio Silone che, votato
alla religione della libertà e della patria, cercò indarno
di scuotere il giogo della romana dominazione.
Visitando Albe la mente subito ricorre alla rocca
ciclopica ove l’infelice Perseo inutilmente rievocò la
patria, la libertà perduta e, disperato, si tolse la vita.
Chi fosse vago di riandare le vicende e le gesta
gloriose dei Marsi, legga il Corsignani, il Febonio, il
Colantoni, ecc. Una lacuna troverà senza dubbio nella
storia artistica di questa ridente parte dell’Abruzzo
aquilano, e ciò per difetto di chi non ebbe forse tempo
o cura d’illustrarla ; e se l’opera del Bindi pose in
evidenza alcuni monumenti è ben lungi però dal pre-
sentare un lavoro artisticamente completo sul riguardo.
La Marsica, ripeto, offre argomento a particolari studi
e, fra gli altri, a uno speciale sulle porte di edifici
sacri, contradistinte dalle altre abruzzesi per una serie
non interrotta di tentativi che, dallo stile bizantino,
vanno sino al gotico influenzato dalla Rinascenza,
* * *
Un monumento storicamente ed artisticamente im-
portante è la chiesa abbaziale di Santa Maria della
Vittoria di cui i recenti scavi aggiunsero nuovi ele-
menti fin’ora sconosciuti.
Questa insigne abbazia che ebbe vita breve pari
alla gloria del suo fondatore, fu edificata di traver-
tino con gli avanzi tolti all’antica Alba Fucense, sulla
sinistra dell’ Imele, 1 ad un chilomet'o da Scurcola.
Dettagli architettonici
1 Piccolo fiume che partendo da Tagliacozzo, lascia a sinistra
l’abbazia di Santa Maria della Vittoria e prosegue il suo corso col
nome di Salto fino alla confluenza del Velino.